A dance with Jane Austen – ovvero: l’importanza sociale e narrativa del ballo

Inevitabilmente, le danze riempiono le pagine delle opere di Jane Austen.
Innanzitutto, perché facevano parte della vita quotidiana dei suoi tempi. I balli avevano una funzione sociale fondamentale perché permettevano alle persone di incontrarsi e conoscersi derogando, entro limiti ben precisi, alle rigide regole che governavano i rapporti umani. Erano le sole occasioni in cui giovani di ambo i sessi potevano non soLo interagire direttamente ma anche toccarsi, anche se solo per il brevissimo intreccio delle mani durante una danza. Questa prossimità, questa promiscuità fisica, che oggi appare così casta da sembrare addirittura inesistente, annullava temporaneamente alcune barriere.
In secondo luogo, perché Jane evidentemente ama raccontare tutto quanto ruoti intorno alle occasioni danzanti. Le biografie familiari e le lettere, infatti, ci restituiscono l’immagine nitida di una donna appassionata di musica e ballo, che si prepara attentamente curando abiti e accessori (secondo le possibilità concesse dalle sue finanze sempre limitate), pregustando il divertimento e addirittura rinnovandolo nel piacere di raccontare nei particolari e con dovizia di commenti personali tutto quanto vi è accaduto.

Leggere il libro A dance with Jane Austen di Susannah Fullerton, edito da Frances Lincoln Publishers significa immergersi totalmente nelle pagine dei romanzi di Jane Austen e, attraverso di essi, nella moda e nel costume dell’epoca.

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Il leggendario Almack’s di Londra

Inoltre, se vi sentite perfettamente in sintonia con la cara Zia Jane perché amate ballare, siete ballerini provetti, ammirati e ricercati ed avete nella memoria serate in cui non avreste mai smesso di volteggiare, questo libro fa al caso vostro perché qui troverete coniugate due diverse ma intense passioni, quella per Jane Austen e quella per il ballo.

Jane (Anne Hathaway) balla con Thomas Lefroy (James MacAvoy) nel film Becoming Jane

E’ evidente che leggendo A Dance With Jane Austen mi sono divertita un mondo perché tanto il cuore quanto la mente sono stati pienamente appagati.
Innanzitutto, l’analisi precisa e approfondita di Susannah Fullerton è condotta con un riferimento costante alle vicende raccontate nei romanzi o nelle lettere di Jane Austen. Inoltre, questa precisione documentale e accademica è coniugata alla prosa divulgativa, perciò ogni capitolo scorre via piacevolmente proprio come i nostri piedi farebbero sul pavimento di una sala al suono della musica.
Ad accompagnarci, c’è un corredo di immagini bellissime e pertinenti, in una confezione di  ottima qualità.

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In breve, tutto concorre a farci sentire come se noi stessi dovessimo prepararci per andare ad una serata danzante in compagnia delle sorelle Bennet o di Jane Austen stessa, cominciando dall’abito e accessori, continuando con le lezioni necessarie per imparare le diverse danze, per finire con l’organizzazione del tragitto da e verso la destinazione e, soprattutto, l’attenzione scrupolosa all’etichetta del ballo e ai segreti di tutte le danze che vengono eseguite.
Praticamente, scopriamo questo aspetto fondamentale della vita dell’epoca insieme a Jane ed ai suoi personaggi.
Molto opportunamente, l’autrice definisce il ballo come a vital arena for courtship, un’arena fondamentale per il corteggiamento, sottolineando come da “dance partners” i due membri della coppia diventino “marriage partners“- in perfetta sintonia con il famoso e argutissimo giudizio con cui il mio amato Henry Tilney intrattiene Catherine in Northanger Abbey al capitolo 10!

Nelle storie raccontate da Jane Austen, infatti, le danze tra eroina ed eroe sono anche metafora dell’incontro tra due anime e del loro lungo, articolato cammino nella conoscenza reciproca, verso l’unione finale. E soprattutto sono sempre perfettamente funzionali alla vicenda. Mrs Fullerton ce ne fornisce alcuni esempi eloquenti.

Il ballo più lungamente descritto è quello che troviamo in The Watsons (fin dalle prime righe, la vicenda ruota intorno a questo splendido ballo “nella città di D.” del 13 ottobre) e vi accadono cose determinanti – non a caso,  Virginia Woolf spende parole entusiastiche per sottolineare la maestria di Jane Austen in questo frangente.

L’eroina austeniana che balla meno di tutte è l’amatissima Anne Elliot, che in Persuasion non balla affatto ma, in una scena memorabile, si mette al servizio dell’allegria altrui, suonando al pianoforte, preda delle sue emozioni e del suo cuore spezzato, mentre tutti ballano e si divertono.

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Anne (Amanda Root)  al piano, dal film Persuasion, BBC 1995

Jane ci racconta così che i suoi giorni danzanti sono passati e la cosa è conclamata: è una zitella e nessuno si premurerà più di invitarla a ballare – pesante  metafora per sottolineare la sua uscita dal mercato matrimoniale.

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Catherine (Felicity Jones) con Henry Tilney (J.J. Field)  in Northanger Abbey,  ITV 2007

L’eroina che balla più di tutte è, invece, la frizzante Catherine Morland che, nella ridotta misura del breve Northanger Abbey, volteggia in ben sei balli – tutti, però, rigorosamente funzionali alla vicenda perché ogni volta accade qualcosa che fa procedere la trama velocemente.
(Non trovate singolare che le due opere accomunate dall’essere state pubblicate insieme e postume siano accomunate anche dall’essere i due estremi di questo aspetto “danzante”?)

Ma forse il migliore esempio della funzionalità narrativa del ballo viene inevitabilmente da Pride & Prejudice: il primo ballo, nelle assembly rooms di Meryton, apre le danze anche dell’intera vicenda (tra l’altro, Elizabeth e Jane incontrano Bingley e Darcy) mentre il grande ballo privato di Netherfield è un capolavoro di orchestrazione e svolgimento della trama. Questo ballo “all’ultimo sangue” (come mi piace definirlo) è un vero duello danzante tra Elizabeth e Darcy, che si lasciano e si prendono, nella danza come nel dialogo al fulmicotone.

Darcy (Matthew MacFadyen) e Elizabeth (Keira Knightley) si  confrontano al ballo di Netherfiled

Intorno a loro accadono molte cose su altri fronti e l’abilità di Jane Austen nel dipingere il quadro generale con dovizia di particolari è qui al massimo. E’ evidente che i capitoli più belli per me sono proprio quelli in cui i balli nei romanzi sono analizzati nella loro funzione narrativa: Assembly Balls e Private ma soprattutto Conversation & Courtship.
Ma la curiosità più grande è suscitata dall’etichetta della sala da ballo, al capitolo Etiquette of the ballroom, stabilita da regole ferree scritte nel 1706 da un grande personaggio della storia inglese, Beau Nash (Rules to be observ’d at Bath); o da Dances & Music, in cui vengono indicati e spiegati i diversi tipi di ballo (anche se è bene ricordare, come giustamente fa l’autrice, che Jane Austen raramente indica per nome le danze eseguite dai suoi personaggi).
Ho scoperto che un singolo ballo poteva durare anche mezz’ora. E non mi stupisco, dunque, dello sgomento di Elizabeth quando le tocca ballare con uno scombinatissimo Mr Collins, sotto gli occhi di un enigmatico Mr Darcy!

Elizabeth (Elizabeth Garvie) e Mr Collins (Malcolm Rennie) a Netherfield, in Pride & Prejudice BBC 1980

Devo per forza chiudere qui le danze, altrimenti vi racconto tutto il libro.
Che, invece, è splendido da scoprire in tutte le sue preziose informazioni: vi ritroverete da Almack’s, o nelle Upper Rooms di Bath con il maestro di cerimonie James King, ballerete quadriglie e cotillon, sceglierete i guanti e lo scialle più appropriato, avrete l’imbarazzo di decidere il colore giusto per il vostro abito femminile (bianco era il massimo dell’eleganza), ammirerete l’abbigliamento dei gentiluomini, vi saranno svelate le regole degli inviti.
L’ultimo capitolo (ahimé, brevissimo) torna ai nostri giorni e presenta le danze nei film austeniani – con particolare attenzione allo sceneggiato ormai leggendario di Pride & Prejudice della BBC del 1995.

La prossima volta che rileggerò un’opera austeniana, sarà divertentissimo osservare questo aspetto così importante e lanciarmi nelle danze con Jane Austen!
NB: Purtroppo, al momento il libro è disponibile solo in inglese ma spero che presto anche i Janeite italiani potranno volteggiare tra le pagine di un’edizione tradotta in italiano.

Scheda del libro:
Susannah Fullerton
A dance with Jane Austen
– How a Novelist and her Characters Went to the Ball –

(con una prefazione di Deirdre Le Faye)
Rilegato, copertina rigida con sovraccoperta
160 pagine
Editore: Frances Lincoln
prima edizione 14 ottobre 2012
Lingua: Inglese
ISBN: 9780711232457

SUSANNAH FULLERTON è Presidente della Jane Austen Society of Australia ed ha tenuto conferenze in tutto il mondo sulla vita e di romanzi di Jane Austen. E’ autrice di Jane Austen and Crime, un libro descritto da Claire Tomalin come “una lettura essenziale per ogni Janeite”. Per Frances Lincoln ha scritto anche  Happily Ever After: 200 Years of Pride and Prejudice (9780711233744) di prossima pubblicazione. Vive a Sidney, in Australia.

DEIRDRE LE FAYE è un’esperta di Jane Austen ed autrice di numerosi libri su di lei, tra cui Jane Austen: The World of Her Novels, la fondamentale biografia Jane Austen: A Family Record per la British Library, ed un’edizione completamente rivista delle lettere di Jane Austen. Vive a Portishead, North Somerset.

Link Utili:
– la pagina di A dance with Jane Austen sul sito di Frances Lincoln Publishers
– sul blog Austenprose, una bella anteprima delle prime pagine del libro
– il sito della Società di Danza che propone in tutta Italia corsi di danze ottocentesche

Silvia Ogier

12 pensieri su “A dance with Jane Austen – ovvero: l’importanza sociale e narrativa del ballo

  1. Sofia

    Come al solito viene subito voglia di avere il libro tra le mani!
    Ne approfitto per ringraziarti dei tuoi post, sempre curati in tutti i particolari 🙂

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  2. Anna68

    Ciao, cara Silvia.
    Anch’io sono in possesso di questo volume che è in attesa di lettura poichè sono impegnata nella lettura di saggi su zia Jane. Non vedo l’ora di immergermi nell’incanto della danza; grazie come sempre per suscitare e stuzzicare il nostro interesse.

    Anna

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    1. Gabriella Parisi

      Anch’io sto leggendo questo meraviglioso libro grazie a te, Sylvia!
      A parte l’indiscussa qualità del saggio – approfonditissimo – la sua veste è bella… come quella di un abito da ballo e (posso dirlo o mi prendete per pazza?) ha anche un odore inebriante di carta patinata! 🙂

      Non vedo l’ora di recensirlo per Old Friends & New Fancies, ma intanto ti volevo ringraziare per l’opportunità che mi hai dato di leggere questo gioiello!

      LizzyGee

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    2. Anna68

      Sto leggendo “dalla parte di Jane Austen” una raccolta di saggi edita da Tracce praticamente introvabile…. va preso a piccole dosi in quanto testo universitario, ma è molto interessante.
      Al prossimo post.

      Anna

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    3. Sylvia-66

      E’ vero, è un testo che ho spesso visto citare qua e là – immagino il piacere di inoltrarsi in un’analisi così profonda, nonostante il registro accademico. Attendo tue eventuali opinioni. Buonissima lettura!

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  3. romina angelici

    perché nessuna casa editrice si interessa di tradurre queste opere così come le biografie? farò come i bambini, comprerò il libro e guarderò le figure tanto è irresistibile il fascino che esercita!
    ti prego sylvia di segnalare eventuali -e molto auspicate- nuove traduzioni, grazie

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  4. MaraB

    Mi piacciono tantissimo questi lavori che si occupano dei vari aspetti della biografia e della narrativa di Jane. Nella mia wish list c’erano già “Tea with Jane Austen” (chissà chi me l’ha messo in testa…), “In the Garden with Jane Austen”, e i CD “Jane Austen Entertains: Music from Her Own Library”, “Jane Austen’s Songbook” e “The Jane Austen Collection”. E adesso aggiungo anche il capolavoro che recensisci qui!

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  5. Sylvia-66

    Non mancherò di segnalare eventuali traduzioni.
    La mia speranza è sempre che libri come questo, che indagano usi e costumi dell’epoca di Jane Austen attraverso lei ed i suoi romanzi, vengano tradotti anche in italiano.
    Non sono solo per Janeite ma, più in generale, anche per appassionati e studiosi della storia e della letteratura di quel periodo.

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  6. Sylvia-66

    Tra qualche tempo, LizzyGee (Gabriella) ci racconterà la sua esperienza di lettura su Old Friends & New Fancies. Confesso che sono molto curiosa perché il suo punto di vista è da ballerina “vera”, che partecipa alle competizioni, quindi da vera esperta di danze.
    Ci ritroveremo, dunque, per un tè con Gabriella, a suon di musica, nell’altro salotto, delle Lizzies.
    Grazie a tutti!

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  7. Marialuisa Milani

    Cara sylvia buon 2013! Spinta dalla tua recensione nn ho potuto resistere e ho comprato il libro. Non vedo l’ora di iniziarlo. Sto terminando “May,Lou and Cass. Jane Austen’s nieces in Ireland” scovato in una libreria di Dublino e davvero bello. Racconta della vite delle figlie di Edward, fratello di JA i cui destini furono simili a quelli di alcune eroine austeniane. Te lo consiglio! Un csro saluto. Ml

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Carissima ML! Bentornata e Buon 2013 anche a te!
      E’ davvero molto interessante il titolo che segnali, uno splendido frutto della tua caccia grossa libresca in Irlanda (viaggio recente? Uh, che invidia…)
      Mi metto subito alla ricerca anch’io, ma in rete… A presto!

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