Archivi categoria: Critica e studi letterari

Jane Austen nei Meridiani Mondadori

Jane Austen I Meridiani Mondadori

Il 2022 ci regala un grande evento editoriale tutto italiano: dopo un’attenta progettazione e realizzazione a cura di Liliana Rampello (docente, saggista, critica letteraria), Jane Austen entra a far parte della prestigiosa e storica collana I Meridiani di Mondadori, un importantissimo e fondamentale omaggio del nostro paese al genio letterario dell’amata autrice inglese. Personalmente, attendevo questo momento da anni e sono molto felice che sia arrivato perché offrirà a lettrici e lettori italiani un’occasione preziosissima e unica di conoscenza e approfondimento dell’opera austeniana, anche grazie a nuove traduzioni e un ricco apparato critico.
Avrò l’onore e il piacere di conversare di quest’opera direttamente con la curatrice, Liliana Rampello, in un incontro in presenza a giugno ma intanto raccomando a chi legge di fare il possibile per partecipare alle presentazioni del libro che si terranno in presenza in diverse città d’Italia e partiranno il prossimo 12 maggio con la tappa inaugurale di Milano e proseguiranno il 16 maggio con la tappa di Bologna. Ho raccolto tutti i dettagli su questa novità e sul calendario di presentazioni in un articolo per Jane Austen Society of Italy (JASIT), che potete leggere nel link indicato di seguito.

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Jane Austen, dall’anonimato all’icona pop globale in un ebook JASIT

La conquistatrice discreta, ebook, Jane Austen

Nel 2017 ricorrevano i duecento anni dalla morte di Jane Austen e il mondo intero le rese omaggio con una miriade di eventi per celebrare il suo genio. Di fronte a quella varietà e quantità di celebrazioni mi trovai a chiedermi quali fossero state le tappe di questa strada lunga due secoli che aveva portato Miss Austen dalla canonica di Steventon, nella contea inglese dello Hampshire dove era nata nel dicembre del 1775, alla conquista di ogni angolo, e cuore, dell’intero pianeta. Sapevo che c’era stato un periodo di oblio dopo la sua morte perché i suoi romanzi non venivano più pubblicati, ma già alla fine dell’Ottocento era apparsa la meravigliosa Peacock Edition del suo darling child, Orgoglio e Pregiudizio, con una prefazione che inventava il termine Janeite per individuare i suoi ammiratori – a riprova che in quel periodo Miss Austen da Steventon aveva già conquistato un folto numero di fedelissimi e devoti seguaci. Sapevo anche che nel fantastico, irripetibile ed indimenticabile biennio 1995-1996, che peraltro ho vissuto in prima persona, il cinema e la televisione se ne erano perdutamente innamorati trasformandola in una stella di prima grandezza della settima arte, e facendola conoscere e amare in tutto il mondo. Che altro era successo? Quando? Come siamo arrivati a Jane Austen dalla doppia vita di autrice del canone letterario & icona pop?

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La vita e l’epoca di Jane Austen attraverso i ritratti della National Portrait Gallery

National Portrait Gallery, Companion - Jane Austen

Tra i tanti omaggi fioriti sul Bicentenario dei bicentenari austeniani nel 2017, c’è un libro piccolo e prezioso nel quale mi sono imbattuta durante un soggiorno autunnale a Londra. La National Portrait Gallery (NPG) è senza dubbio una tappa obbligata per chiunque desideri conoscere da vicino i protagonisti della storia d’Inghilterra, e in particolare per qualunque Janeite degno di tale titolo onorifico poiché è lì, nella sala 18, che è custodito l’unico ritratto autentico esistente di Jane Austen: si tratta dell’acquerello (incompiuto, come si conviene ad una campionessa di riservatezza come Jane…) eseguito dalla sorella Cassandra intorno al 1810 su un foglio grande quanto una cartolina, e che la NPG espone in una bacheca circondata da grandi importanti dipinti (ad esempio, Mary Wollstonecraft, Byron, Shelley, Constable, Sir Walter Scott).
Lo scorso novembre mi sono presa un po’ di tempo per visitare nuovamente le sale del museo e curiosare con attenzione tra i libri e gli oggetti del negozio. Ed è stato lì che mi sono ritrovata tra le mani il libro Jane Austen and her world di Josephine Ross, edito dalla National Portrait Gallery in occasione del bicentenario della morte della grande autrice – un gioiellino che oggi desidero raccomandare a chi vorrà prendere questo tè delle cinque con me, e che ci porterà nella vita di Miss Austen attraverso i ritratti presenti nella Gallery.

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Come nasce la parola “Janeites” (3) – Disponibili in italiano i due testi che l’hanno creata: “Prefazione a Orgoglio e Pregiudizio” di G. Saintsbury,e “I Janeites” di R. Kipling

La parola Janeite esprime l’essenza dell’ammirazione totalizzante per Jane Austen – per intenderci, quella che provoca un legame ideale e profondo, addirittura affettivo, con la donna-scrittrice, fino a generare una vera e propria dipendenza da tutto ciò che la riguardi, le sue opere così come la sua vita.
La folta schiera di ammiratori che cresce a vista d’occhio ogni giorno in ogni parte del mondo si riconosce senza esitazione in ciò che questo significante molto efficacemente esprime.
Mentre scrivo questo esordio, penso inevitabilmente a come questa parola sia stata usata per molto tempo (un tempo vicinissimo più a noi che alla sua ispiratrice) con un’accezione negativa, che ne radicalizza la componente emotiva al fine di indicare, con ingiusta limitazione, gli appassionati di Jane Austen persi nella modalità estrema del fanatismo più puro.
Ed è così che, per esorcizzare questa interpretazione fuorviante e riduttiva, mi ritrovo a pensare immediatamente alla sua origine – nobile, intensa, geniale. Che non perdo mai occasione per ricordare.
E così, oggi, in questo tè delle cinque, colgo l’occasione per invitarvi a conoscere da vicino proprio i due testi che costituiscono questa importante origine – poiché non ci si può dire Janeite senza conoscerli, tanto più che, finalmente, sono disponibili in italiano.

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Jane Austen e Mary Wollstonecraft. Un interessante articolo della JASNA su questo eventuale legame.

Quali sono, se ci sono, i legami tra la prima teorica del femminismo occidentale, Mary Wollstonecraft, e Jane Austen?
Queste due grandi donne furono contemporanee per un po’, almeno fino al 1797, anno in cui la prima morì, ma non sappiamo se Jane abbia mai letto o riflettuto sulla Rivendicazione dei diritti della donna, pubblicato nel 1792, e sul dibattito che ne nacque e che proseguì sempre più vivo, senza mai fermarsi – anzi, diventando la base per un vero e proprio movimento culturale.
Non finiremo mai di discutere se Jane Austen sia da ritenere femminista e, se sì, fino a che punto –  ma questo non può che essere salutare!
Ecco un ottimo spunto di riflessione: sul sito di JASIT, un articolo tratto dalla rivista Persuasions della Jane Austen Society of North America (JASNA), tradotto in italiano da Mara Barbuni:
Me lo sono sempre chiesta… la donna Jane avrà letto quel libro? O articoli di giornale o saggi dedicati all’argomento? Che ne pensava? Nelle sue lettere non c’è alcuna traccia di ciò, e le sue opere…
Ebbene, su di esse vorrei riportare un brano tratto da questo articolo, e che trovo illuminante:

[…] anche Austen è una formidabile critica femminista. La sua voce è certamente più gentile, ammorbidita dai matrimoni che concludono i libri, dalla sua straordinaria ironia e dal senso dell’umorismo. Tuttavia c’è anche una solida presa di posizione femminista, che suggerisce che Austen, come Wollstonecraft, era in linea con una delle questioni più accese della sua epoca: il ruolo delle donne nella società.

Presto, ne riparleremo alla nostra maniera, cioè in forma di chiacchierata durante un tè delle cinque.
Per il momento, buona lettura e buona riflessione!