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Romanzo di Jane Austen

“Un tè con Jane Austen” di Narratè, ovvero: Jane si racconta in una tazza di tè

Anche senza l’ausilio di precise ricerche statistiche, una semplice occhiata in giro per la rete può confermare che “Un tè con Jane Austen” è il titolo più inflazionato del mondo austeniano: l’abbinamento tra l’autrice e il tè è così evocativo che immancabilmente emerge quando si tratta di dare un’etichetta riconoscibile e di sicuro richiamo delle schiere di Janeite a eventi, libri, altre iniziative a lei dedicate.
Mi permetto di ritenere questa dove ci troviamo la sala da tè più austeniana del web, considerato che proprio con questa “etichetta”, Un tè con Jane Austen, ho scelto di battezzarla nel dicembre 2010 sottolineando sia il legame biografico e letterario tra i due elementi che tanta passione suscitano in me, sia lo spirito da conversazione delle mie elucubrazioni austeniane. Ebbene, qui, proprio qui, questo tè del pomeriggio non poteva mancare: non solo perché qui sia inevitabile dare spazio naturale a tutto ciò che racconta il binomio Jane Austen e Tè ma anche perché in questo caso specifico, che sto per condividere, i due splendidi elementi sono Protagonisti Assoluti e non un mero richiamo per Janeite.

Oggi, infatti, vi invito a prendere un vero tè dedicato alla figura della grande autrice, accompagnato da una lettura. Parleremo di Un tè con Jane Austen di Narratè, una miscela di tè creata appositamente per rendere omaggio alla scrittrice dei “sei romanzi perfetti”, disponibile in un libretto con un breve racconto originale sulla sua vita di donna e scrittrice, la cui lettura dura il tempo dell’infusione. Questo particolare prodotto editoriale è stato creato in collaborazione con Jane Austen Society of Italy (JASIT) e proprio io ho avuto il grande onore e piacere di offrire il mio contributo alla sua realizzazione.
Sfoderate il servizio da tè più prezioso che avete e accomodatevi: lo speciale, unico, vero Tè con Jane Austen sta per essere servito!

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Chawton, 7 luglio 1809: il Nuovo Inizio di Jane Austen

Chawton, Jane Austen's house museum
Il tavolino di Jane Austen nella dining room di Chawton, con una prima edizione originale di Orgoglio e Pregiudizio in 3 voll. e una penna per scrivere.

Il mese di luglio è molto importante nel calendario austeniano per almeno due ricorrenze fondamentali. La prima è quella che inevitabilmente ogni anno viene ricordata il giorno 18 con tutta la solennità dovuta all’addio di Jane al mondo nel 1817. Ma la seconda è di segno esattamente opposto perché porta con sé l’energia luminosa di un nuovo inizio, una vera e propria rinascita: è un punto di svolta epocale per Jane e per ciò che di sé e della propria arte avrebbe donato al mondo e all’umanità a partire da quel momento. Si tratta del 7 luglio 1809, il giorno in cui Jane si trasferisce armi e bagagli e scrittoio portatile nel cottage di Chawton insieme alla madre, alla sorella Cassandra e a una cara amica di sempre, Martha Lloyd, nubile e orfana, che già da qualche anno vive con le tre signore Austen.
Per Jane in quel momento è l’ennesimo trasloco – ma questa volta possiamo immaginare con una buona dose di certezza che i suoi sentimenti abbiano un sapore assai più dolce perché è l’ultimo, sì l’ultimo!, di una lunga, faticosa serie di spostamenti da un posto all’altro. Una serie iniziata nel 1801 al seguito dei genitori, quando dalla natia e campagnola Steventon andò nella sfolgorante Bath; poi, alla morte del padre nel 1805, ospite di questo o quel fratello prima di stabilirsi a Southampton nell’autunno del 1806 da dove, del resto, continua a muoversi verso altre città per andare in visita da amici e parenti. Considerando questa girandola di spostamenti, viene da sorridere all’idea che ancora oggi ci sia chi sostiene il falso mito di una Jane Austen sempre chiusa in casa…

Questa partenza del 1809 per la nuova dimora è luminosa e piena di promesse perché quel cottage che Edward, il fratello che ne è proprietario, ha fatto risistemare appositamente per le sue parenti è la nuova e definitiva casa di Jane. E per di più nel suo amato Hampshire, a poca distanza da Steventon, il villaggio in cui è nata e vissuta per i primi 25 anni della sua vita! Praticamente, un ritorno a casa.
Niente più traslochi né lunghi soggiorni ospite di case non sue e dalle quali dovrà separarsi prima o poi, basta instabilità e incertezze. Questo cottage di Chawton non sarà più semplicemente una house in cui soggiornare ma la sua home dove vivere con la sua famiglia tutta al femminile – our Chawton home, come scrive poche settimane dopo al fratello Frank.
E quante altre parole scriverà qui, Jane ancora non lo sa…

Oggi andiamo a prendere il tè a Chawton, centro di gravità permanente di tutti i Janeite del mondo nonché cuore pulsante di Austenland perché è in questo cottage immerso nella campagna inglese che dal 1809 la vena creativa di Miss Austen riprende vigore e la porterà a dare vita ai suoi sei Romanzi Perfetti (più uno, l’incompiuto Sanditon ma con tutte le carte in regola per essere il suo capolavoro più grande) e a diventare finalmente un’autrice pubblicata.

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Come in un romanzo gotico: le avventure editoriali di Northanger Abbey

Northanger Abbey, C.E. Brock

Catherine Morland legge I Misteri di Udolpho, ill. di C.E,Brock

Northanger Abbey (L’Abbazia di Northanger) è il primo dei sei grandi romanzi a cui Jane Austen diede una stesura completa. Per quanto la data esatta non si conosca, sappiamo per certo che, con il titolo Susan, quest’opera era già pronta per la pubblicazione nella primavera del 1803, quando venne offerta a un editore.
Da quel momento, per Susan inizia una storia editoriale rocambolesca, fatta di oblio, cambi di nome, colpi di scena, lettere di fuoco e sottili astuzie per ottenerne il riscatto. Come in uno dei romanzi gotici che tanto dilettavano la sua creatrice e che proprio in quest’opera svolgono un ruolo importante, L’Abbazia di Northanger deve passare attraverso molte prove e superare molti ostacoli prima di vedere la luce nel dicembre 1817, cinque mesi dopo la morte della sua autrice.
In una lettera del marzo di quell’anno alla nipote Fanny, Jane Austen si era pronunciata con qualche perplessità sul risultato finale raggiunto nell’ultima revisione del romanzo, dichiarando di averlo “messo da parte” e di non sapere se lo avrebbe ripreso in seguito. Che avesse qualche dubbio sull’opportunità di darlo alle stampe?
Di certo, a noi lettrici e lettori venuti dopo la pubblicazione di duecento anni fa, al di là dell’inevitabile rammarico di sapere Jane ignara del piacere che ci regala questo suo piccolo, scintillante gioiello, resta la gioia di saperlo comunque vittorioso sulle traversie subite e sull’oblio al quale forse ha rischiato di esser destinato insieme all’immensa gratitudine per averlo ricevuto in lascito.

Preparatevi dunque ad un tè delle cinque piuttosto movimentato: stiamo per rivivere le avventure di Susan e poi di Catherine Morland lungo la strada assai tortuosa che le ha portate dallo scrittoio di Jane allo scaffale della libreria.

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Il primo e l’ultimo: lo strano destino comune di Northanger Abbey e Persuasion

Northanger Abbey and Persuasion first editionCosì diversi, perché concepiti in due momenti creativi diversi, eppure uniti nel compimento della parabola letteraria e reale di Jane Austen.
Condividendo la pubblicazione postuma, avvenuta il 20 dicembre 1817, L’Abbazia di Northanger (Northanger Abbey) e Persuasione (Persuasion) sembrano coronare l’intera vita letteraria ed editoriale dell’autrice.
L’ordine in cui appaiono sul frontespizio datato 1818 (com’era consuetudine all’epoca per i romanzi pubblicati sul finire dell’anno) non sembra affatto casuale e, anzi, ci ricorda che proprio in quest’ordine dobbiamo, noi lettrici e lettori di tutti i tempi, nominarli e leggerli.
Partendo da Northanger e approdando a Persuasione, del resto, possiamo ripercorrere esattamente il processo di maturazione creativa dell’autrice, l’alfa e l’omega della sua arte, la giovinezza e la maturità, poiché Northanger è il primo dei romanzi maggiori ad essere completato, nel 1803 circa (pur revisionato nel 1816), e Persuasione l’ultimo, nel giugno 1816. Tutto quanto sia stato scritto prima (i suoi spericolati Juvenilia e la graffiante Lady Susan) e dopo (l’abbozzo di lusso di quello che ancora oggi ha tutta l’aria di essere un capolavoro in potenza, Sanditon), passando persino attraverso una crisi creativa testimoniata dall’incompiuto I Watson, è una splendida cornice intrecciata a doppio filo con i magici otto anni in cui la scrittrice fu baldanzosamente produttiva e divenne autrice pubblicata – e tutto si compì.
Quanti elementi, comuni o divergenti, caratterizzano di due romanzi che compongono questa “strana coppia” editoriale? Che cosa pensava Jane di queste due creature, che lei stessa nomina e mette in correlazione in una lettera alla nipote Fanny proprio all’inizio del 1817, a pochi mesi dalla fine?
Oggi, per il nostro tè delle cinque, riapriamo i due romanzi di cui quest’anno celebriamo il Bicentenario per scorrerli, sfogliarli, leggerli & rileggerli.
…E non trovate che sia una preziosa, significativa coincidenza che proprio l’ultimo della lunga, appassionante serie di Bicentenari austeniani di questo privilegiato periodo sia doppio e così perfettamente ciclico?
Servitevi di tè e generi di conforto, e non dimenticate di prendere L’Abbazia di Northanger e Persuasione dallo scaffale.

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Un solo genere: la grande letteratura.
L’opera omnia di Jane Austen in edicola con La Repubblica!

Romanzi di Jane Austen - Collana La Repubblica 2017Il bello (bellissimo, stupendo, meraviglioso) delle celebrazioni importanti è che suscitano tante iniziative. Per la legge dei grandi numeri, le cose inutili, banali, trite e ritrite, sono prima o poi compensate da alcune perle preziose che esaltano la qualità dell’omaggio che viene reso all’evento, alla persona, alla memoria.
In questo intensissimo 2017 in cui cade il Bicentenario dei Bicentenari austeniani, quello della morte di Jane Austen, la regola è più che mai vera e accade continuamente sotto i nostri occhi, intorno a noi Janeite mai sazi di lei. Sta letteralmente accadendo di tutto – anche, udite udite, nel mondo editoriale.
In un’Italia in cui ogni casa editrice non rinuncia ad avere la propria brava edizione dei sei romanzi austeniani ma è rarissimo che decida di avventurarsi in qualunque altro tipo di pubblicazione austeniana, il mio grazie sincero va a tutte le case editrici che stanno finalmente pubblicando qualcosa intorno a Jane Austen. Ma la mia tazza di tè speciale oggi va a La Repubblica – Gruppo L’Espresso per l’operazione che ha avviato mercoledì 12 luglio, a pochi giorni dalla data fatidica, il 18.

In edicola, con il quotidiano La Repubblica, ogni mercoledì fino al 12 settembre, è presente anche un libro austeniano (a soli 5,90 euro!).
A rendere preziosa questa iniziativa sono molte caratteristiche.
Innanzitutto: il fatto che sia così facilmente distribuita su tutto il territorio nazionale attraverso le edicole, e porti la nostra Autrice Geniale all’attenzione anche di coloro che (ahimé!) non sono abituati a frequentare le librerie, e con un prezzo più che accessibile.
Inoltre, a fronte di un costo economicissimo, spicca, ad esempio, la confezione dei libri (dalle copertine perfettamente irresistibili). Ma soprattutto, la ricchezza delle proposte. L’elenco delle uscite è estremamente interessante perché non appaiono solo i sei romanzi maggiori, come sarebbe facile supporre, ma anche altre chicche introvabili, assolutamente imperdibili, che rendono questa collana una vera immersione totale nell’opera e nella vita di Jane Austen. Con un graditissimo, agognatissimo accento sulla sua modernissima universalità.

Nell’offrirvi un tè pieno di entusiasmo e di dettagli utili a mettere le vostre manine di veri Janeite su queste preziose chicche editoriali, concedetemi di urlare con tutto il fiato divulgativo che ho nella tastiera: Leggete più Jane Austen! Jane Austen fa bene! – E grazie, La Repubblica!

In fondo al post: i dettagli delle edizioni utilizzate per la collana + come richiedere gli arretrati.

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