In questi primi mesi dell’anno del bicentenario di Sense and Sensibility/Ragione e Sentimento, ho rispolverato più volte questo sceneggiato realizzato dalla BBC nel 2008, che al momento è l’ultimo di una lunga serie di trasposizioni cinematografiche o televisive del primo romanzo pubblicato da Jane Austen. Paragonarlo al famoso e molto amato film del 1995, sceneggiato da Emma Thompson e diretto da Ang Lee, sarebbe un grosso errore – per quanto risulti difficile non farlo!
Chiacchierando con un’assidua e gradita ospite di questo salotto, Giuliana, mi sono resa conto di averne parlato soltanto in un breve trafiletto nella pagina dedicata alle Mie Visioni Austeniane. E così, oggi mi concedo una doverosa chiacchierata più approfondita su questo sceneggiato.
Sedetevi comodi e servitevi di tè e biscotti più volte… Lo sceneggiato dura tre puntate, per quasi tre ore, il mio post poco meno…!
(Le immagini di questo post sono tratte dal DVD di Sense And Sensibility, 2008, BBC,
salvo dove diversamente indicato)
Parto sempre dal presupposto che S&S è complicato da tradurre in immagini a causa della sua natura originaria di romanzo epistolare di cui restano evidenti e numerose tracce nella stesura finale. Inoltre, ritengo che fare la lista precisa di ciò che negli adattamenti è o non è fedele al romanzo sia sempre inutile se non addirittura insensato perché i mezzi di espressione hanno peculiarità del tutto diverse.
Alla luce di ciò, la sceneggiatura firmata da Andrew Davies è molto più fedele al libro di quanto non lo sia quella di Emma Thompson ma anch’egli si prende delle libertà, alcune non inevitabili e di non poco conto. Cominciando proprio dall’inizio…
La scena che apre l’intero sceneggiato è quanto meno spiazzante ma inevitabilmente cattura tutta l’attenzione e scatena la curiosità.
Eppure, mentre assisto all’opera di seduzione di una giovanissima da parte di un giovane – scena peraltro giocata con eleganza sul fascino sottile e potente del “vedo/non vedo” – mi viene in mente un altro esordio: quello di Pride and Prejudice (sempre BBC) del 1995, sempre scritto da Davies.
Ricordate? Lì c’erano due giovani (Mr Bingley e Mr Darcy) che cavalcavano nella campagna dell’Hertfordshire mentre, da lontano, una giovane (Elizabeth) li osservava durante una camminata.
In entrambi i casi, queste scene non sono farina del sacco di Jane Austen ma di Andrew Davies: egli, infatti, ama ripetere nelle interviste che vede nell’esordio di uno sceneggiato austeniano un luogo topico dove inserire la nota di fondo su cui basare tutto lo svolgimento e che per P&P così come per questo S&S ha voluto porre l’accento su fisicità e movimento.
Effettivamente, in entrambi i romanzi non c’è un solo attimo di tregua, accade sempre qualcosa, l’intreccio è sempre in movimento.
E se la fisicità in P&P è sottilmente ma inesorabilmente sottotraccia, in S&S è più esplicita – proprio come ci anticipa la scena iniziale della seduzione…
Chi conosce il romanzo, ha già capito di cosa si tratta e chi sono i due giovani protagonisti. Chi non lo conosce, ha capito comunque che quel momento di follia, insieme con le sue suggestioni, avrà conseguenze dirette sulle vicende che seguiranno.
Questa virata ardita sulla fisicità dei personaggi inoltre sembra voler rendere più esplicito e concreto il conflitto tra ragione e sentimento. Non c’è espressione, gesto, sospiro, sguardo, anche il più lieve, che sia privo di questa tonica, il tormento interiore e le avversità della vita.
Anche l’ambiente che li circonda diventa funzionale a questo conflitto. Tutte le tre puntate sono un susseguirsi di paesaggi mozzafiato, musica trascinante, scenografia curatissima ad accompagnare tutti gli attori, in modo funzionale al racconto.
Barton Cottage, ad esempio, è situato in cima ad una scogliera, lungo la costa settentrionale del Devonshire. E’ spoglio ed isolato, esposto alle intemperie, sempre scosso dal vento, tempestato dalla pioggia, assediato dal rombo dell’oceano – esattamente come le giovani Dashwood, che si ritrovano improvvisamente sole, povere, vulnerabili, e tormentate. L’impressione talvolta è quasi più bronteniana che austeniana…
Un ottimo esempio di libertà rispetto al testo austeniano e di fisicità del personaggio mi sembra Edward Ferrars (Dan Stevens).
Il bello e soprattutto seducente (prima ancora che seduttore) per eccellenza è Willoughby – che qui ha la giusta faccia da schiaffi di Dominic Cooper ma, almeno per me, non ha il fascino necessario.
Al contrario, è Edward ad apparire addirittura più bello di Willoughby nonché decisamente più sciolto e più ciarliero rispetto al romanzo.
Anzi, è stato volutamente reso più sveglio e meno inetto rispetto all’originale. Prova ne siano alcune scene non previste nel romanzo. Ad esempio, la scena del primo incontro con Elinor…
dove egli è addirittura ironico…
E soprattutto la scena nella (paradisiaca!) biblioteca di Norland Park
quando, davanti a Margaret e soprattutto ad una Elinor pietrificata dallo sdegno, convince Fanny (una strepitosa Fanny!) dal desistere nel volersi sbarazzare di tutti quei tristi, polverosi, inutili i libri…
Forse la voglia di riscattarlo prende un po’ la mano a Davies, che arriva a regalargli una scena da “camicia bagnata” vagamente improbabile, mentre taglia la legna sotto la pioggia (e gli occhi di Elinor!) nel cortile di Barton Cottage.
Ma noi sappiamo che l’unica camicia bagnata austeniana è e sarà sempre e solo di Colin Firth!
Ancora qualche dubbio sul modo in cui Davies ha cercato di esprimere lo sbocciare dell’amore tra Marianne ed il Col. Brandon, che mi pare frettoloso e poco convincente.
Da un punto di vista della recitazione c’è una sola pecca, Nancy Steele (Daisy Haggard) mi sembra un po’ troppo sopra le righe per risultare ironicamente comica, come l’ha dipinta Jane Austen.
Ma non posso non aggiungere due parole su Hattie Morahan e Charity Wakefield, le attrici protagoniste. Dopo le prove di Emma Thompson e soprattutto Kate Winslet, credo che questi due ruoli avrebbero fatto tremare le vene ai polsi a molte consumate attrici mentre esse hanno saputo affrontarli senza farsi influenzare e le trovo molto brave.
La prima rende bene l’assennatezza di Elinor, pur nello sforzo di gestire i sentimenti.
La seconda è una Marianne priva di esagerazioni (un’insidia potenziale in un personaggio caratterizzato dall’emotività).
Invece, non riesco a credere del tutto a Andrew Davies quando sostiene che tutti i realizzatori, e lui per primo, hanno evitato di farsi influenzare dal film di Ang Lee. Talvolta, sembra giocare a rimpiattino proprio con esso e strizzargli l’occhio più volte. Anzi, va oltre.
Nella scena notturna in cui l’obiettivo coglie le due sorelle mentre si confidano parlottando sotto le lenzuola…
…oppure nel tempietto in cui Marianne trova un temporaneo riparo dalla pioggia…
diventa difficile non notare una somiglianza spiccata con P&P di Joe Wright del 2005!
Come sempre, avrei altre cose da dire ma preferisco lasciarvi il piacere di scoprire (o riscoprire) questo sceneggiato…
Complessivamente, non ritengo questo S&S targato BBC un capolavoro ma di certo è un adattamento ottimamente realizzato sotto ogni punto di vista e, nonostante alcune libertà non sempre azzeccate, non manca di farci trascorrere tre ore molto piacevoli, ricche di emozioni, nel pieno rispetto dell’opera originale.
Note:
– Lo sceneggiato è in inglese. Se volete vederlo con i sottotitoli italiani, non mancate di scaricarli dall’ottimo sito Subfactory.
– Vi consiglio vivamente di vedere anche l’intervista allo sceneggiatore Andrew Davies ed alla produttrice Anne Pivcevic nei contenuti speciali del DVD.
Ottima recensione! Anch’io ce l’ho pronta la recensione ma ho deciso di rimandarla all’autunno quando festeggerò Sense and sensibility come merita! Le perplessità su questo sceneggiato ci sono, specie su alcune scelte di Andrew Davies che ritengo troppo azzardate. Riguardo ai rimandi al P&P 2005: anche la scena di Elinor sulla scogliera è identica alla scena di Elizabeth quando in viaggio con gli zii se ne va ad ammirare il panorama sulla montagna (mi sembra che siano addirittura vestite uguali!), per non parlare del vestito marrone che indossa Marianne…
😉
Buonasera Sylvia.
Mi sono proprio persa in queste affascinanti parole…l’attrice che interpreta Elinor trovo che sia bravissima e molto elegante, hai ragione…molto adatta per interpretare questo personaggio. Jane Austen mi sta provocando, ultimamente, dipendenza….my good!
Adoro Ang Lee!!
Un caro saluto, *Maristella*.
Mi hai messo davvero molta curiosità su questo sceneggiato!
Comunque, a giudicare dalle foto che hai postato, io gli attori di Edward e Willoughby in effetti li avrei invertiti!!! 🙂
Io invece sono grata a quel trafiletto nelle tue visioni austeniane, perchè mi ha permesso di non farmi scappare questo sceneggiato quando lo hanno trasmesso!!! Grave carenza: non ho mai visto il film di Emma Thompson (devo assolutamente rimediare)! Condivido le opinioni su tutti gli attori e trovo anch’io che le sorelle Dashwood siano state interpretate egregiamente… anche la piccola Margaret.
Un abbraccio
Giuliana
Sììì, @Silvia, il vestito marrone di Marianne assomiglia in modo quasi uguale (!!!) a quello di Lizzy nel P&P 2005, nella scena della lettura della lettera di Jane che annuncia la fuga di Lydia con Wickham!
Non vedo l’ora di leggere le tue riflessioni su questo sceneggiato in autunno, durante le celebrazioni di questo importante anniversario!
@Giuliana, non avrai difficoltà a trovare il film di Ang Lee sia in negozio sia in tv, dove spesso viene trasmesso. Emma Thompson, Janeite espertissima, tanto da fingere con estrema bravura di essere Zia Jane durante la premiazione a questa sua sceneggiatura (vedi un mio post del 18/12/10) ha fatto un ottimo lavoro di riscrittura, ovviamente comprimendo e cancellando molti personaggi ed eventi per far stare tutto nella misura più corta di un film.
E, @Phoebes, anche questo sceneggiato si trova facilmente in giro.
Per entrambe sarà davvero interessante vedere due diverse interpretazioni del romanzo.
@tutte: mi fa piacere constatare che le due attrici protagoniste riscuotano la vostra approvazione, credo davvero che siano state doppiamente brave proprio per il coraggio di affrontate questi ruoli in modo del tutto personale, senza lasciarsi intimorire o influenzare da chi le ha precedute nel 1995.
@Maristella, mia cara, non preoccuparti: non solo questa dipendenza non ti passerà mai ma ti regalerà effetti collaterali meravigliosi!
Bellissimo articolo, Sylvia, per uno splendido sceneggiato!
Riguardo alla scena iniziale che, come tu dici non è farina del sacco di Jane Austen, ma di Andrew Davies, è vero, ma comunque Jane Austen, per vie traverse (ovvero attraverso la narrazione del Colonnello Brandon) ne parla, così come del duello fra il Colonnello e Willoughby; Davies si è limitato a dare movimento a scene a cui Jane Austen accenna soltanto, ma che sono importantissime. E poi lo sappiamo che Davies tende ad evidenziare sottilmente (in questo caso neanche tanto) la tensione sessuale: ma ci siamo dimenticate le note a margine sul copione di Colin Firth in occasione dell’incontro fra Darcy ed Elizabeth nel parco di Netherfield?
Riguardo al vestito marrone di Lizzie e di Marianne: è lo stesso.
http://www.imdb.com/title/tt0847150/trivia
Non avete idea di quanti siano gli abiti che vengono riciclati in queste produzioni. L’elenco dei riciclaggi di Emma 2009, poi, è lunghissimo!
Bellissimo articolo, Sylvia, per una bellissima serie.
Riguardo alle scene che tu dici non sono farina del sacco di Jane Austen ma di Andrew Davies, è vero, ma anche se Jane Austen non ce le ha narrate direttamente, comunque ce ne parla per vie traverse (nel caso della seduzione di Willoughby attraverso il Colonnello Brandon, così come per il duello fra il Colonnello e Willoughby, prontamente adattato da Davies per rendere più movimentate le scene).
E poi si sa, Davies ha sempre cercato di trasporre sottilmente (in questo caso neanche tanto) la tensione sessuale presente fra i personaggi: ma ci siamo dimenticate le note a margine del copione di Colin Firth nella scena in cui Darcy incontra Elizabeth nel parco di Netherfield?
Riguardo all’abito marrone di Charity Wakefield e di Keira Knightley, è proprio lo stesso!
http://www.imdb.com/title/tt0847150/trivia
Non avete idea di quanti abiti vengano riciclati fra una produzione e l’altra!!!
Bravissima…bel post!!!
Questa serie non l’ho mai vista, ma è bello sapere in anteprima tutte le somiglianze con P&P.
Non ho visto neanche il film con Emma Thompson….e per mia vergogna ho letto il libro solo una volta, tanto tempo fa, e adesso non ricordo più neanche la trama!!! Devo proprio rimediare!!! ç__ç
cioooo
Cri
@Gabriella: non ho nulla da aggiungere al tuo bel commento… Devo riconoscere al Gran Maestro Andrew Davies il grande merito che giustamente ricordi, cioè fare il possibile per esprimere (nei modi dovuti) la sensualità sottotraccia che pervade i romanzi di Zia Jane.
…P&P BBC 1995 è praticamente indimenticabile in toto, anche nelle questioni collaterali!
@Cri, non vergognarti affatto! Anzi, hai la fortuna di poterlo gustare quasi come se fosse la prima lettura. Lo stesso vale per il film del 1995 e lo sceneggiato 2008. Ah, che fortuna…
L’ho già detto, vero? (sì, milioni di volte..), che un po’ invidio coloro che si accostano ai romanzi di Jane Austen per la prima volta… Emozioni allo stato puro!
Mia cara Jane…hops!….Sylvia,
vediamo se finalmente riesco a scriverti un comm. è la terza volta che ci provo,ma mi dave errore!!
Ho visto lo sceneggiato in questione e mi è piaciuto ma….niente a che fare con il film del Thompson, più ricco di emozione, più…come dire, travolgente.
Cambiando discorso, ma neanche tanto, sono contenta ti sia piaciuto il post su Jane Austen home, pensa che ogni cosa che toccavo, e ho toccato tanto, pensavo: se qui ci fosse Sylvia….! Quindi eri dapertutto!
Oggi la seconda parte, ti aspetto
Un abbraccio
Susy x
@gabriella: molto interessante il link che hai segnalato! una curiosità: che cosa intendi con “le note a margine del copione di Colin Firth nella scena in cui Darcy incontra Elizabeth nel parco di Netherfield”? Non ne ho mai sentito parlare… Illuminami, per favore!
Giuliana
@Mataiana: l’episodio è riportato da Helen Fielding nell’intervista che Bridget Jones fa a Colin Firth in Bridget Jones: The edge of reason (il n°2, in pratica), ma suppongo che comunque si sapesse già nell’ambiente (io non ho mai letto The making of Pride and Prejudice, ma è possibile che anche lì se ne accenni). Andrew Davies aveva scritto sulle note a margine del copione di Mr Darcy, che, nel vedere Elizabeth arrivare a Netherfield spettinata e disordinata per la lunga camminata (scusate la rima), avrebbe dovuto pensare di… diciamo di essere molto eccitato, sebbene le riprese venissero fatte solo sul primo piano di Firth. O_O
Come dimenticare questo episodio in questa divertentissima e strampalata intervista della mitica Bridget!
This is Bridget Jones and Mr Darcy… sorry!… Colin Firth!
La classe e l’ironia di quest’uomo sono uniche!
E per chiunque volesse vederla, ecco il link al filmato su YouTube
Preparatevi a fare grandi risate!
@Gabriella: nemmeno io ho letto il famoso, agognatissimo, già presente da tempo nella mia lista desideri The making of Pride and Prejudice, ahimé, ma prima o poi riuscirò ad appropriarmene.
Grazie, mia carissima Janeite, per la risposta fornita a Giuliana!
@Gabriella: grazie per la risposta! Quando rivedrò quella scena la guarderò con un’attenzione tutta speciale 😉 Giusto per vedere se mr Firth ha seguito le istruzioni del regista 😀
@Silvia: corro a guardarmi il video.
Un abbraccio
Giuliana