Archivi categoria: Film austeniani

Film, sceneggiati, web series ed ogni altro tipo di adattamento per lo schermo

(Ri)Scoprire Pride & Prejudice BBC 1980

pride_and_prejudice_bbc_1980Attenti a quei due (e alla mia premessa).
Gli adattamenti cinematografici o televisivi di Pride & Prejudice sono forse i derivati austeniani più visceralmente discussi: basta nominarne uno dei due  – sì, perché è sempre e solo di “quei due” che si parla – che anche il più rilassato tè delle cinque si trasforma in un’arena piena di forzuti e motivati gladiatori, ben divisi su due opposte fazioni.
Io sarei costretta ad abbandonare il campo, sorseggiando le ultime gocce del mio tè e scuotendo sconsolatamente la testa.
Potrò sembrare banalmente e comodamente salomonica ma tra lo sceneggiato BBC 1995 e il film Universal 2005 (di Joe Wright) – “quei due”, appunto – non riesco proprio a scegliere la versione che preferisco. Per il semplice motivo che “questa o quella per me pari sono”, non riesco a fare a meno di nessuna delle due. Ognuna soddisfa aspetti diversi che cerco in un adattamento del mio amato P&P.
Ma il punto è un altro: non riesco a capacitarmi dell’ombra che il loro fulgore getta sugli altri adattamenti – come sul fantasmagorico e persino un po’ strampalato film MGM di Robert Z. Leonard del 1940, con una super-coppia di attori come Lawrence Olivier e Greer Garson.
O come sullo sceneggiato BBC del 1980.

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Quanti tra coloro che stanno leggendo queste righe sono a conoscenza di questa versione? O ne hanno anche soltanto sentito parlare?

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Mentre scorrono i cartelli della sigla dello sceneggiato (immagini qui sopra), servitevi di molte tazze di tè, accomodatevi sulla poltrona più comoda e partiamo alla scoperta di un adattamento ingiustamente semi sconosciuto.

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Charlotte Lucas, ovvero: mi piego ma non mi spezzo

Charlotte Lucas (Claudie Blakely, P&P 2005, Joe Wright)

Confrontandomi nel corso degli anni con le opinioni di altri lettori e di esimi studiosi, ho notato che spesso le parole e le azioni della più cara amica di Elizabeth Bennet vengono stigmatizzate, le sue scelte contestate, lei stessa severamente giudicata come una bieca calcolatrice o una debole di carattere.
Sì, certo, questo atteggiamento può essere facilmente considerato inevitabile dal momento che l’intero romanzo è narrato dal punto di vista di Elizabeth, e Jane Austen è abilissima nel coinvolgerci nello sgomento e nella delusione di Lizzy nei confronti della sua amica del cuore, cioè una delle rarissime persone delle quali ella abbia una buona opinione e che rendano la sua vita più sopportabile.

Eppure, per Charlotte Lucas – la zitella ventisettenne, a cui la sorte non ha dato altro se non una mente brillante ed un buon carattere (“giovane donna assennata e intelligente”), lasciandola del tutto priva di bellezza e denaro in un mondo in cui una donna valeva esclusivamente proprio in virtù di ciò – ho sempre avuto un occhio di riguardo fin dal nostro primo incontro. Dirò di più: non riesco a non commuovermi ogni volta che la ritrovo.

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Sense and Sensibility (BBC, 2008)

senseandSensibility_2008In questi primi mesi dell’anno del bicentenario di Sense and Sensibility/Ragione e Sentimento, ho rispolverato più volte questo sceneggiato realizzato dalla BBC nel 2008, che al momento è l’ultimo di una lunga serie di trasposizioni cinematografiche o televisive del primo romanzo pubblicato da Jane Austen. Paragonarlo al famoso e molto amato film del 1995, sceneggiato da Emma Thompson e diretto da Ang Lee, sarebbe un grosso errore – per quanto risulti difficile non farlo!

Chiacchierando con un’assidua e gradita ospite di questo salotto, Giuliana, mi sono resa conto di averne parlato soltanto in un breve trafiletto nella pagina dedicata alle Mie Visioni Austeniane. E così, oggi mi concedo una doverosa chiacchierata più approfondita su questo sceneggiato.
Sedetevi comodi e servitevi di tè e biscotti più volte… Lo sceneggiato dura tre puntate, per quasi tre ore, il mio post poco meno…!

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Pemberley, proiezione dell’animo di Darcy

In Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio c’è una lunga scena di descrizione di luogo – una delle rarissime di questo genere e, proprio per questo, di grande significato – che Jane Austen scrive, inutile dirlo, in modo mirabile, quasi come se, pur senza avere la più pallida idea di che cosa sarebbe stato un film, l’abbia sceneggiata ad arte per il grande schermo.

Siamo al capitolo 43 – che non a caso è il cap. 1 del volume 3 nella prima edizione in tre volumi, proprio a sottolineare l’importanza del momento, che segna l’inizio di un nuovo percorso.

Elizabeth, accompagnata dagli zii Gardiner, mette piede nella proprietà di Darcy, la mitica Pemberley, e noi seguiamo in presa diretta il suo inoltrarsi in quel luogo, mentre cammina per i sentieri, ammira il paesaggio, si sofferma sull’enorme ed elegante edificio, vi entra, penetrando così in quella che è la casa dell’uomo che ha appena incominciato a conoscere veramente, al di là delle sovrastrutture che fino ad ora ne hanno alterato la giusta percezione.

Percorrere i sentieri ed i corridoi di Pemberley, per Lizzy equivale ad immergersi nella realtà di Darcy, esplorarla, elaborarne le suggestioni, acquisire una profonda e completa conoscenza di colui che ne è il proprietario e abitante.
…perché Pemberley è Darcy.
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La prima volta che incontrai Jane Austen

Orgoglio e Pregiudizio, MGM, 1940

Sarei banale se dicessi che accadde per caso? Sì, perché tutti i libri che leggiamo in realtà ci chiamano, a gran voce, mentre noi continuiamo a pensare che sia frutto del caso.

(Un’amica lo sta leggendo, ma guarda il caso… Ne ha parlato la tv, ma guarda il caso… Stavo facendo un giro in centro e l’ho visto nella vetrina, ma guarda il caso… Lo avevo incrociato studiando per un esame all’università, ma guarda il caso…)
Ogni volta che inizio l’ennesima  rilettura, è un po’ come “tornare a casa” trovando però sempre qualcosa di nuovo, di speciale… Ed immancabilmente mi torna in mente un’altra esperienza specialissima: la prima, appunto…

Avevo vent’anni esatti quando Jane Austen mi chiamò, la prima volta, da un film in bianco e nero.
Avevo appena visto in tv Rebecca la prima moglie ed il mio cuore aveva palpitato per quell’antipatico, imperscrutabile, fascinosissimo Max De Winter impeccabilmente interpretato da Laurence Olivier. Così, quando vidi che avrebbero trasmesso un altro suo film, non esitai a guardarlo. Era Orgoglio e Pregiudizio del 1940.

Chi lo ha visto sa che è appena un accenno al romanzo originale, con molte eclatanti libere interpretazioni. Quindi non si stupirà nel sapere che sì, mi piacque molto, ma non me ne innamorai – non subito, almeno. Questo film non era ancora esattamente Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Ma era solo questione di tempo, pochissimo tempo…

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