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Charlotte Lucas, ovvero: mi piego ma non mi spezzo

Charlotte Lucas (Claudie Blakely, P&P 2005, Joe Wright)

Confrontandomi nel corso degli anni con le opinioni di altri lettori e di esimi studiosi, ho notato che spesso le parole e le azioni della più cara amica di Elizabeth Bennet vengono stigmatizzate, le sue scelte contestate, lei stessa severamente giudicata come una bieca calcolatrice o una debole di carattere.
Sì, certo, questo atteggiamento può essere facilmente considerato inevitabile dal momento che l’intero romanzo è narrato dal punto di vista di Elizabeth, e Jane Austen è abilissima nel coinvolgerci nello sgomento e nella delusione di Lizzy nei confronti della sua amica del cuore, cioè una delle rarissime persone delle quali ella abbia una buona opinione e che rendano la sua vita più sopportabile.

Eppure, per Charlotte Lucas – la zitella ventisettenne, a cui la sorte non ha dato altro se non una mente brillante ed un buon carattere (“giovane donna assennata e intelligente”), lasciandola del tutto priva di bellezza e denaro in un mondo in cui una donna valeva esclusivamente proprio in virtù di ciò – ho sempre avuto un occhio di riguardo fin dal nostro primo incontro. Dirò di più: non riesco a non commuovermi ogni volta che la ritrovo.

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Emma Thompson nei panni di Jane Austen: un video imperdibile

Ho un’ammirazione sconfinata per Emma Thompson: la trovo sempre bravissima in ogni occasione, che reciti, che scriva sceneggiature, che rilasci un’intervista o ritiri un premio. Non bella ma bellissima, grazie a quella vivace intelligenza che traspira da tutti i pori, è esattamente il tipo femminile perfetto per il “mondo” di Jane Austen.
Non a caso, nel 1995, portò a termine una delle sue imprese più famose, scrivere la sceneggiatura per un film tratto da Sense and Sensibility, nel quale poi recitò (come ben sanno tutti i Janeites del mondo) diretta da Ang Lee nel ruolo di Elinor Dashwood, una delle eroine austeniane più amate (ma, a ben pensarci, quale eroina austeniana si potrebbe definire, al di là dei gusti personali, più amata delle altre?…).
Quello stesso anno, il Golden Globe per la migliore sceneggiatura fu assegnato a lei. Ed il suo discorso di ringraziamento diventò un’appendice al film stesso perché, dall’alto della sua bravura nonché della sua profonda conoscenza di tutto quanto sia riferibile a Jane Austen, diventò Jane Austen stessa – regalandoci uno dei più formidabili omaggi alla memoria della nostra cara zia Jane.
Grande Emma! (nomen omen?…)

Di seguito, il video e la trascrizione del discorso.

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