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Così non parlò Jane Austen. Diffidate delle false citazioni!

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Il doodle che Google dedicò a Jane Austen nel 2010

Gloria e benedizione alla Rete, dove è possibile trovare qualunque informazione/documento/notizia/immagine, su qualsiasi argomento, di qualunque epoca, in qualunque momento, e ovunque noi siamo (a condizione di avere una connessione), compresa Jane Austen. È sufficiente digitarne il nome, e la quantità e varietà di risultati restituiti dalla ricerca è a dir poco travolgente, testimone del vasto e crescente seguito che Miss Austen, classe 1775, continua ad avere, a conferma del fatto che è una vera icona pop dell’era digitale.
Si può dire che ormai anche internet sia da annoverare tra i luoghi di Austenland.
In rete, infatti, sono innumerevoli gli omaggi che gli appassionati le riservano: dai blog e siti dedicati, all’oggettistica, alla cosiddetta fanart, cioè le immagini create dalla fantasia degli ammiratori, e che vanno da disegni originali ad alterazioni personali di immagini preesistenti. Non c’è limite alcuno a ciò che può essere “austenificato” dalla passione e fantasia dei Janeite. I quali amano, con la stessa intensità e in maniera contestuale, andare a caccia di questi omaggi alla loro beniamina lungo la rete e condividerli sui profili social o nei propri blog.

Le citazioni sono una fonte inesauribile di fanart, non solo digitale: frasi celebri tratte dalle sue opere letterarie o dalle lettere fregiano oggetti e danno vita a immagini originali. Le parole pensate e scritte da Jane Austen due secoli fa sono oggi più che mai fonte del modernissimo e digitale “user generated content”, contenuto generato dagli utenti.
Io stessa do alla rete, e prendo da essa, contenuto di questo genere – ad esempio ogni volta che pubblico un mio tè delle cinque virtuale o condivido una foto significativa sui canali social.

Inevitabilmente, in una Rete così affollata, ricca e variegata può capitare qualche corto circuito.  Da qualche tempo, infatti, sto assistendo alla vasta diffusione di un fenomeno assai curioso e – ahimé – preoccupante: le citazioni austeniane apocrife, cioè frasi che vengono attribuite a Jane Austen, e come tali elogiate e condivise a più non posso, ma che sono in realtà tratte dalla sceneggiatura di film o sceneggiati ispirati alle sue opere.
E che oggi provo a ricordare in questo tè delle cinque, per cercare di offrire il mio piccolo contributo per sgomberare il campo dagli equivoci. Così NON parlò Jane Austen!

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1995, l’anno in cui Jane Austen divenne una stella del cinema. E niente fu più come prima.

Vent’anni fa, si era appena chiuso un anno decisivo per la popolarità di Jane Austen.
Nel corso del 1995, l’amore del grande pubblico riprese vigore e divampò in tutto il mondo. Ad alimentarlo, fu l’improvviso, generalizzato innamoramento del cinema e della tv per questa autrice, che in appena un anno produsse ben quattro importanti adattamenti dei suoi romanzi – quattro successi planetari, all’epoca, che adesso sappiamo essere anche duraturi, dei veri e propri classici dello schermo, e non solo tra gli adattamenti austeniani.
Ciò che ai tempi avrebbe potuto sembrare un fuoco di paglia, per quanto gigantesco, nell’anno successivo si confermò essere del tutto solido e vivo perché un romanzo conobbe ben due diversi adattamenti per lo schermo, uno per il cinema ed uno per la tv.

Io c’ero, e me lo ricordo bene.
Essendo nata a Jane Austen con un film, lo sfolgorante e deliziosamente infedele Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregidizio) del 1940, mi lasciai catturare gioiosamente da questa nuova moda, che finalmente aveva un’ottima ragion d’essere anche per me.
Ero felice di vedere le sale piene di gente che assistevano alla vicenda di Anne Elliot o delle sorelle Dashwood, e le librerie improvvisamente rifornite di ogni possibile edizione dei romanzi… Me ne stavo seduta sulla poltrona a godermi il mio piccolo grande evento, senza sapere che ero co-protagonista e testimone di qualcosa che avrebbe avuto conseguenze epocali.

La Repubblica - 22 gugno 1996L’ondata cinematografica austeniana arrivò in Italia nel corso del 1996 ma le notizie erano già apparse anche sulla stampa italiana durante l’anno precedente (e perciò io attesi, scalpitando e pregustando, in attesa di vedere con i miei occhi questo trionfo Miss Jane Austen sugli schermi).
Alla fine del 1995, però, era già chiaro che Jane Austen era “di moda” – talmente di tendenza ed influente che le famose riviste statunitensi People e Entertainment Weekly la inclusero tra i Personaggi più importanti nell’ultimo classicissimo numero dell’anno.

In questo tè di auguri per l’anno nuovo, torniamo indietro di vent’anni e scopriamo che cosa accadde nell’anno che mise in moto la cosiddetta Jane Austen Renaissance e trasformò Jane Austen in un vero fenomeno contemporaneo e popolare.

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Dietro le quinte di Orgoglio e Pregiudizio BBC 1995

Questa sera alle 22 su laeffe sarà trasmessa la sesta ed ultima puntata dello sceneggiato Orgoglio e Pregiudizio prodotto dalla BBC nel 1995.
Quante curiosità e retroscena potrà mai celare una realizzazione così accurata e intensa, che ha coinvolto attori, sceneggiatori, produttori ed esperti di grande bravura?  Se siete curiosi di conoscere il dietro le quinte di questa amatissima serie, vi raccomando questo libro del 1997, The Making of Pride and Prejudice. Troverete un’ampia serie di foto, appunti, chicche di ogni genere per soddisfare tutte le vostre domande sul modo in cui il capolavoro di Jane Austen è stato riportato sullo schermo, riaccendendo l’attenzione del grande pubblico su questa geniale scrittrice.
Potete scoprire il contenuto di questo libro in compagnia della mia cara amica LizzyGee (Gabriella Parisi), nel salotto di Old Friends & New Fancies.


The Making of Pride and Prejudice | Recensione di LizzyGee
Buona visione per stasera e… Buona lettura!

☞ Stasera:
Alle 21 replica della puntata n.5
Alle 22 nuova puntata n.6 (ultima!)
☞ Per vedere laeffe:
canale 50 del DTT oppure in streaming http://www.laeffe.tv/it_IT/home/live
☞ Repliche:
Mercoledì alle 00:10
Venerdì alle 22:40
Domenica alle 21:00 (seguirà la nuova puntata)
☞  Info su programmazione:
http://www.laeffe.tv/Orgoglio+e+pregiudizio/86,Programma.html

Nel cuore dell’estate con Lizzy, Darcy & Co. – Dal 21 luglio, Orgoglio e Pregiudizio BBC 1995 su laeffe

L’inizio di Pride and Prejudice BBC 1995 è una vera dichiarazione d’intenti.
Il movimento e l’energia, infatti, sono gli elementi principali di questi primi minuti dello sceneggiato, in cui due cavalieri, Bingley e Darcy, galoppano a perdifiato sul vasto prato e si fermano solo per ammirare una splendida dimora in lontananza.
Lo scambio di battute ha il fiato corto, i cavalli stentano a restare fermi, i due uomini parlano brevemente e decidono in fretta, per ripartire con la stessa velocità di prima.
Ed è proprio in questo frangente che li vede una giovane, Elizabeth, che si è fermata come loro ad ammirare il paesaggio ma anche a osservare incuriosita i due cavalieri.
Ma nemmeno lei si ferma a lungo perché è nel bel mezzo di una delle sue proverbiali passeggiate, che ossigenano il suo suo corpo dinamico e il suo spirito, altrettanto vivace – vedete le braccia che ondeggiano allegramente, seguendo il suo passo baldanzoso?, e vedete la soddisfazione distesa sul suo volto?, e l’aria volitiva della sua persona e di questo suo essere perfettamente in sintonia con la natura intorno a lei?, e la camminata che diventa corsa, con tanto di salti, battimani  e scalpiccio sul sentiero?

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Cercasi Mr. Wickham disperatamente

Per carità , solo cinematograficamente parlando, si intende! (Vade retro, infingardo mascalzone, profittatore dalla faccia d’angelo!)

In questo anno di grandi scorpacciate di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) in tutte le salse, mi sono trovata troppo spesso a rammaricarmi della forma che George “stregatto” Wickham ha assunto nei vari adattamenti per lo schermo. E ormai posso annoverarne un buon numero per poter redigere un bilancio.
Trovo che in tutti gli adattamenti visti finora, tra epoca originale e tempi moderni, nessuno (o quasi) sia riuscito a cogliere appieno questo personaggio, e non per colpa degli attori, che hanno sempre svolto seriamente il proprio mestiere, ma per le scelte compiute dei realizzatori al momento di affidarne la parte.
Come al solito, le indicazioni della sua creatrice, Jane Austen, sono poche ma precisissime. Quando lo incontriamo per la prima volta in strada, a Meryton, al capitolo 15, ce lo descrive come un giovane “di aspetto molto distinto”, al quale

mancava solo la divisa per completarne il fascino. L’aspetto era senz’altro a suo favore; aveva tutto quello che si può chiedere alla bellezza, un bel volto, una bella figura e modi molto piacevoli. Dopo essere stato presentato rivelò subito la sua disinvoltura di conversatore, una disinvoltura allo stesso tempo perfettamente corretta e senza pretese […].

In seguito, saranno le sue parole e le sue azioni a definirne il ritratto, impietosamente.
Dunque, in che modo i film e gli sceneggiati hanno concretizzato queste parole? E perché continuo a pensare di non aver ancora trovato il Wickham giusto? Andiamo con ordine. Cronologico, of course.

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