Dei moti del cuore di Jane Austen non sappiamo niente.
Dobbiamo essere rassegnati a baloccarci con pochissimi, striminziti indizi sparsi qua e là nelle sue lettere e nei ricordi altrui. La fantasia, le riflessioni, i pensieri provano a colmare i vuoti, a definire i contorni, a stabilire certezze, e tentano maldestramente di consolarci del fatto (questo, sì, del tutto certo per quanto ci rattristi) che non avremo mai una realtà con cui sostituirli.
La storia con Tom Lefroy è, sì, un fatto ma, ahimé, molto scarno che di ben definito ha solo il fascino che suscita in chiunque ci si imbatta, e pochi dettagli fattuali.
Come si conobbero? Che cosa li avvicinò? E chi li allontanò, e perché? E’ vero che Tom non la dimenticò mai, tanto da dare il suo nome alla primogenita? E che lei sublimò questa triste esperienza nelle opere immortali ed appassionanti uscite dalla sua penna? E che in Mr Darcy troviamo alcuni tratti di Tom?…
La biografia Becoming Jane Austen di Jon Spence del 2003 e il quasi omonimo film assai liberamente tratto da essa nel 2007 hanno contribuito ad alimentare il mito con tale vigore che, inevitabilmente, sorge spontanea la curiosità…
Di ciò che sappiamo di questa storia d’amore tra Jane e Tom, che cosa appartiene alla realtà e che cosa alla leggenda romantica?
Vi invito a scoprirlo in un articolo che Giuseppe Ierolli ha scritto per JASIT: Tom Lefroy e Jane Austen
Sì sono tutte congetture.. ma quanto fascino anche solo nel “forse”.Becoming Jane Austen era già nella mia “wish list” libresca: penso proprio che lo farò arrivare.
sono combattuta tra l’abbandonarmi alle fantasticherie romantiche e considerare la vicenda con prudente buonsenso. Le prime significherebbero dover ammettere che Jane è vissuta con il costante rimpianto e rammarico di quel che sarebbe potuto essere e invece voglio credere che abbia scelto di guardare sempre avanti
Forse il rimpianto la può avere accompagnata (tutti possiamo rimpiangere qualcosa di non sperimentato), ma non credo sia stata vittima del rimorso poichè qualunque esperienza, per quanto negativa, l’avrà arricchita di quella sensibilità e della capacità di infondere il suo vissuto nei personaggi. Penso abbia amato come tutti noi e subito delle piccole grandi delusioni, ma non sia mai stata domata o vittima e abbia continuato a sognare e a guardare avanti, ad una esistenza dedicata all’arte e ai suoi personaggi: quelli che ancora oggi ci fanno sognare.