Nello scrigno dei ricordi delle mie vacanze austeniane, ce n’è uno strettamente legato ai libri. Non si tratta semplicemente dei tanti itinerari letterari che ho avuto modo di seguire nei miei viaggi, né delle immancabili incursioni nelle librerie, ma di un vero e proprio souvenir “a forma di libro”. Che, per le enormi dimensioni, non ho potuto portare con me se non in forma di fotografia e di ricordo.
Nell’estate del 2014, insieme alla mia paziente e sapiente amica Petra, mi sono trovata in una Londra invasa da gigantesche, coloratissime ed invitanti panchine letterarie, create da artisti britannici nell’ambito di un’iniziativa (lodevolissima) ideata per promuovere la lettura come fonte di divertimento e arricchimento personale e sociale, con particolare attenzione ai più giovani, e celebrare il patrimonio culturale della capitale.
L’iniziativa si chiamava Books about Town, prevedeva un totale di 50 panchine, tutte di forma identica (un libro aperto) la cui decorazione era stata affidata ad altrettanti artisti britannici: ogni panchina raffigurava un libro/autore diverso, con un legame con la città di Londra. Una volta realizzate, le panchine-libro furono posizionate in luoghi strategici della città, dando vita a 4 percorsi guidati (con tanto di mappa da scaricare online), e rimasero disponibili all’uso e divertimento dei passanti dal 2 luglio al 15 settembre.
Tra le 50 panchine erano presenti tanti libri e autori a cui sono molto affezionata, incluso (c’è bisogno di dirlo?) l’immancabile omaggio a Jane Austen e al suo/nostro adorato bambino, Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio).
Sul sito dell’iniziativa (link in fondo al post) è possibile vederle tutte aprendo le foto sul proprio monitor – ma, com’è facile supporre, vederle dal vivo, immerse nell’ambiente per le quali erano state concepite e pienamente “all’opera”, è stata un’esperienza davvero unica, quasi esaltante. Per ricordarla, vi propongo un tè delle cinque tipico degli incontri post-vacanze, con le foto tratte dal mio album di quell’anno, opportunamente integrate da quelle di Petra (il cui occhio esperto ha saputo rendere il dovuto omaggio a queste creazioni sociali-libresche), per mostrarvi le panchine di Jane Austen ma anche di altri autori molto amati (Virginia Woolf, William Shakespeare, A. Conan Doyle, Oscar Wilde, ecc.).
Lo scopo finale dell’esposizione di queste panchine letterarie sotto il cielo di Londra era un’asta di beneficenza, tenutasi nell’ottobre di quell’anno, il cui ricavato (oltre 250.000 sterline) è stato donato a The National Literacy Trust, un ente che promuove attività di alfabetizzazione dei bambini svantaggiati in tutto il Regno Unito. La panchina più pagata, 9.500 sterline, è stata quella dedicata a Jeeves and Wooster, dipinta da Gordon Allum.
Il successo popolare è stato superiore ad ogni aspettativa, tanto che gli stessi promotori e sponsor hanno deciso di mettere in vendita il catalogo dell’asta, riccamente illustrato con le immagini di ogni panchina, anche se in numero limitato e presto esaurito. Posso soltanto immaginare la soddisfazione dei fortunati possessori di questo prezioso volume e invidiarli profondamente…
All’indomani dell’asta, il quotidiano inglese The Guardian ha ricordato come la panchina dedicata a Neverwhere di Neil Gaiman, posizionata nell’atrio della sede del quotidiano stesso a Kings Place, fosse diventata meta di un vero e proprio pellegrinaggio da parte degli ammiratori dello scrittore, uno dei quali era arrivato a chiedere alla propria fidanzata di sposarlo proprio mentre vi erano seduti sopra (avvenimento immortalato dal profilo twitter del suddetto).
Personalmente, quell’estate ho avuto il piacere di incontrare molte panchine letterarie lungo i nostri percorsi a zonzo per la capitale britannica. Era molto divertente incrociare ad ogni tappa altri turisti di ogni età invariabilmente armati di cartina e macchina fotografica per questo tour letterario così speciale, come uno happening artistico itinerante.
Ricordo che poterle immortalare in tutto il loro splendore libresco è stata una vera impresa perché, com’era nell’obiettivo e nelle speranze dei promotori, erano sempre pacificamente occupate da persone che le usavano per sedersi, riposare, leggere, chiacchierare, pranzare, godersi il sole e il paesaggio urbano. Inevitabilmente, mi sono trasformata in un elemento di disturbo perché ho dovuto chiedere agli occupanti, tra mille scuse e infiniti ringraziamenti, di potersi alzare e concederci un minuto, un minuto soltanto, per fare qualche foto (sì, l’amore per i libri e la lettura può portare a comportamenti altrimenti impensabili…).
Come non ricordare che, all’uscita da una visita guidata molto divertente al magico Globe Theatre, siamo state accolte dalla panchina dedicata al padrone di casa, William Shaespeare:
Nel mio cuore, però, sono rimaste le panchine del Bloomsbury Trail, un percorso molto intenso che si snodava intorno a Russell Square.
Entrate nel Tavistock Square Garden, siamo state accolte dai tabelloni che ricordavano la vita di Virginia Woolf, genius loci del percorso (abitò al 52 Tavistock Square tra il 1924 ed il 1939), e dalla statua che dal 2004 ne ricorda la presenza.
Nel bel mezzo del giardino, ecco posizionata la sua panchina, dedicata al capolavoro Mrs Dalloway:
Lì accanto, nel minuscolo giardino che si apre su Woburn Square, ecco la panchina di Sherlock Holmes:
e poco più in là, davanti all’Università di Londra, all’angolo con Gordon Square, ci ha salutato Oscar Wilde:
Deviando per i Bloomsbury Square Gardens con James Bond
siamo infine arrivate alla nostra meta, risalendo verso Queen Square Park and Garden: la panchina di Pride and Prejudice di Jane Austen.
La panchina, definita “stunning” (splendida) nella presentazione sul sito di Books about Town, è stata disegnata e dipinta da Charlotte Brown, di Manchester.
Mi sono chiesta perché, nel dare vita alla brillante eroina del romanzo, Elizabeth Bennet, l’artista abbia scelto di riprodurre con evidente somiglianza le fattezze dell’attrice protagonista dello sceneggiato BBC 1995, Jennifer Ehle, e non abbia invece (come, confesso, avrei preferito) dato libero sfogo all’ispirazione suscitata dal capolavoro di Jane Austen.
Ho cercato risposte in giro per la rete ma non ne ho trovate. Presumo abbia voluto rendere omaggio alla forza di Jane Austen come icona contemporanea di cui la cultura popolare si è impossessata proprio nel periodo d’oro degli adattamenti austeniani per lo schermo tra il 1995 ed il 1996.
Probabilmente, ha pensato anche ai destinatari principali di questa panchina artistica, i lettori più giovani, sui quali l’iconografia televisiva e cinematografica può agire beneficamente come trainante per l’approdo alla lettura del romanzo.
Quali che siano le motivazioni, non posso dirmi entusiasta di questa realizzazione, anche considerando l’originalità delle altre panchine – ma riconosco che in questo mio giudizio potrebbe avere un ruolo l’immancabile e maggiore severità con cui i Janeite tendono a giudicare ciò che è ispirato alla loro beniamina letteraria.
È stato comunque molto emozionante vederla nel verde del parco, contendere la foto ad altre quattro turiste, tra cui una bambina, e soprattutto, nel sedermici sopra, ricreare nella realtà il gesto che compio quando leggo questo romanzo, cioè immergermi tra le pagine del libro!
(foto di Petra Zari)
Le panchine letterarie hanno ritratto anche autori e libri contemporanei, come l’ormai archetipica pasticciona Bridget Jones di Helen Fielding, nonché molti testi per i più giovani, da Mary Poppins a Noughts and Crosses.
Per vederle tutte, consiglio di consultare la pagina Benches sul sito di Books about Town, dove vi attendono bellissime scoperte…
Chiudo l’album dei ricordi dell’estate 2014 e vi do appuntamento al prossimo tè delle cinque.
Buon rientro!
Oddio, ma io c’era a Londra nell’estate 2014, com’è possibile che me le sono perse?!!? 🙁
Carissima, forse sei andata nel periodo in cui le panchine non erano in esposizione (erano visibili solo dal 2 luglio al 15 settembre).
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