Viaggiare nel mondo di Jane Austen, di nuovo! Sì, ma come? Per il secondo numero della rivista dell’associazione culturale Jane Austen Society of Italy (JASIT) Due Pollici D’Avorio, uscito nel giugno del 2015, ovvero in una stagione che invita a muoversi e inevitabilmente favorisce il pellegrinaggio letterario dei Janeite nei luoghi austeniani, ho pensato a quale altro viaggio appassionante, dopo la storia del cottage di Chawton raccontata nel primo numero in rappresentanza di tutti i luoghi austeniani, potessi proporre per coniugare vita-opere-luoghi senza cadere nella facile (per quanto bellissima) trappola dell’itinerario cinematografico.
Le location dei film e degli sceneggiati sono stupende e visitarle è un ottimo pretesto per ripercorrere le storie austeniane raccontate dagli adattamenti per lo schermo nonché per immergersi nell’atmosfera storica che quei luoghi custodiscono. Si tratta, del resto, di uno dei viaggi che ho promesso a me stessa di compiere appena possibile (ad esempio, posso forse esimermi dal visitare Chatsworth House, la sontuosa dimora del Peak District che pare sia stata il modello di Jane per la sua – e nostra – Pemberley, e come tale utilizzata nel film Orgoglio e Pregiudizio del 2005?)
Ma il mio intento, nello scrivere un nuovo articolo per i Soci di JASIT in quel giugno di qualche anno fa, era restare saldamente dentro Austenland – quella creata da Jane e non dalla nostra interpretazione moderna del suo mondo.
La soluzione era semplicissima e ben visibile agli occhi di chiunque: Austenland è innanzitutto un luogo di parole vergate sulla carta da una penna fine come un cesello.
Dunque, perché non compiere il viaggio più smaccatamente austeniano di tutti e partire all’esplorazione di questo mondo di carta ed inchiostro andando a vedere i manoscritti di Jane Austen che ancora oggi sono conservati ai quattro angoli del pianeta?
Forse la (disperante, inaccettabile ma purtroppo irreparabile) mancanza dei manoscritti dei sei romanzi maggiori può essere ragione sufficiente a non intraprendere questa esplorazione?
No, soprattutto considerando l’enorme valore che hanno le altre opere e le lettere sopravvissute agli imprevisti di due secoli di storia e a vicende spesso sconosciute che li hanno portati oggi ad essere sparpagliati tra Regno Unito, Stati Uniti e persino Australia. Guardare quelle pagine significa osservare, anzi, ammirare il lavorio creativo dell’autrice che si dipana e si articola sulla pagina, animata dalle righe perfettamente dritte e la grafia chiara su cui spiccano le cancellazioni, le correzioni, le note – in breve, tutti i segni dinamici della sua creatività.
Ebbene, in questa estate rovente, partiamo per un tè itinerante, in un avventuroso viaggio austeniano in giro per il mondo – di qua e di là dall’Atlantico & su e giù per i due emisferi.
In questo articolo tratto da Due Pollici d’Avorio n.2 del 2015
vi porto all’inseguimento dei manoscritti di Jane Austen
BUONA LETTURA!
(cliccare sull’immagine per leggere tutto l’articolo)