Sanditon, l’incompiuto irresistibile e i suoi tanti completamenti

Sanditon, completions: Dobbs, Bebris, Riordan

I sei romanzi completi di Jane Austen sono da oltre un secolo fonte di inesauribile ispirazione per altri romanzi ad essi variamente ispirati, i cosiddetti Austen inspired novels, ovvero i “derivati” austeniani: tra sequel, prequel, spinoff, retelling, crossover… ogni opera viene costantemente rielaborata in varie combinazioni, per la gioia di tanti ammiratori di Jane che, non riuscendo a farsi bastare i sei capolavori originali, cercano di restare immersi nel mondo austeniano anche attraverso questi surrogati.
Un romanzo di Jane Austen incompleto costituisce forse una tentazione ancor più irresistibile per provare a dare una forma più delineata a un microcosmo narrativo appena abbozzato, anche perché permette di scatenare la fantasia a briglie sciolte. Questo sembra essere vero per entrambi gli incompiuti austeniani: The Watsons (I Watson), il romanzo che Jane scelse di abbandonare intorno al 1805 e non riprendere mai più in seguito, in anni recenti è stato più volte completato e pubblicato (ad esempio da Joan Aiken con il romanzo I Watson e Emma Watson); ma tra i due è senza dubbio Sanditon a vantare numerosissimi e costanti tentativi di completamento, anche in forma di adattamento per lo schermo, come ad esempio la serie tv sceneggiata da un grande esperto di trasposizioni letterarie austeniane come Andrew Davies e prodotta da ITV e PBS, andata in onda per la prima volta in Italia nel settembre 2020 (che ho recensito nel mio tè delle cinque “La Riviera dei cuori infranti“).
Il tè delle cinque di oggi ripercorre questa intensa, sorprendente storia d’amore tra Sanditon, lo scintillante incompiuto austeniano, e i suoi numerosi continuatori.

1895, il primo tentativo: la nipote Anna Lefroy

Partiamo dall’inizio dell’avventurosa storia di Sanditon. Una selezione di brani da questo romanzo incompiuto fu pubblicata per la prima volta nel 1871 con il titolo The Last Work, l’ultima opera, nella seconda edizione del Memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen), la prima biografia sull’autrice scritta dal nipote James Edward Austen-Leigh. Il manoscritto a cui attinge è quello originale che Cassandra, esecutrice testamentaria di Jane, aveva donato ad Anna Lefroy, sorellastra di James Edward e una delle nipoti più vicine a Jane.

Anna Lefroy

Anna era dotata di uno spiccato talento letterario, come provano alcune delle lettere giunte fino a noi in cui Jane le dispensa consigli di grande saggezza narrativa, ed è proprio lei a tentare il primo completamento di Sanditon nel 1895, ma purtroppo anche il suo romanzo resta incompiuto e non viene mai pubblicato. Il manoscritto è stato venduto all’asta da Sotheby’s nel 1977 insieme a una nota della stessa Anna contenente alcuni dettagli anche sul manoscritto originale della zia.
Anna Lefroy può quindi essere a ragione ritenuta la pioniera non solo del completamento di Sanditon ma più in generale di quello che, in tempi moderni sarebbe diventato un vero e proprio genere letterario, cioè il derivato austeniano, ovvero Austen Inspired novel.

In proposito, può essere utile ricordare che il primo libro di questo genere è stato pubblicato solo nel 1914: si tratta di Old friends and new fancies (Vecchi amici e nuovi amori) di Sybil G. Brinton, un seguito di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) che porta in scena diversi personaggi degli altri romanzi maggiori (non di Sanditon). Per un approfondimento in merito, consiglio la lettura del mio tè delle cinque “Alle origini di tutti i derivati austeniani“.

1925, il primo completamento pubblicato: Somehow Lengthened. A development of Sanditon

Sanditon, by Jane Austen, manuscript

L’intero manoscritto di Sanditon viene pubblicato nel 1925 permettendo così al mondo intero di scoprire tutta la bellezza di questo straordinario incompiuto di Jane Austen – che, evidentemente, fin da subito suscita in chi lo legge il desiderio di provare a dargli una forma compiuta secondo l’Ordine delle Cose Austeniane, ovvero con una fine risolutiva e lieta di ogni problema, perché il primo tentativo, infatti, è di pochissimi anni dopo.

Nel 1932 esce Somehow Lengthened: A Development of Sanditon di Alice Cobbett, dove però il testo originale austeniano sembra essere più un pretesto per partire per la tangente e raccontare qualcos’altro, che con Jane Austen ha poco a che fare, rendendo in definitiva quest’opera poco rilevante nel dare una vera compiutezza. Ne trovate una recensione molto dettagliata sul blog dell’autrice e giornalista Deborah Yaffe.

1975, il più brillante: Sanditon by Jane Austen and Another Lady

Sanditon, by Another Lady, 1st ed.

Oltre quarant’anni dopo, nel 1975, esce il primo vero completamento e anche quello che ancora oggi è ritenuto come il più bello, pertinente e intrinsecamente austeniano di tutti: Sanditon By Jane Austen and Another Lady (ovvero Sanditon di Jane Austen e di un’altra Signora).
L’autrice, nel ribattezzarsi Another Lady, ha voluto richiamare la famosa dicitura anonima By a Lady indicata sul frontespizio di Sense And Sensibility (1811) e poi ripresa nelle successive pubblicazioni dei romanzi di Jane Austen. A conferma della discrezione ispirata dallo pseudonimo, di questa autrice per tanto tempo si è saputo a malapena il vero nome, Marie Dobbs, conosciuta anche con un altro pesudonimo, Anne Telscombe, giornalista e scrittrice australiana che non ha mai voluto uscire allo scoperto. Solo nel 2015, in occasione della sua morte, si è saputo qualcosa di più su di lei: moglie di un ambasciatore, ha vissuto in varie parti del mondo e cresciuto quattro figli, ed ha lavorato anche con Ian Fleming, il creatore di James Bond.

Il suo è un ottimo libro e meriterebbe di essere tradotto in più lingue, compreso l’italiano, perché non è solo un perfetto completamento di Sanditon ma è anche uno dei più bei derivati di sempre.
Ho avuto il piacere di leggerlo lo scorso giugno su consiglio di Gabriella Parisi, mia compagna di avventure austeniane in Jane Austen Society of Italy (JASIT) e profonda conoscitrice del vastissimo mondo dei derivati austeniani. Ero reduce dal turbine di emozioni lasciatomi dalla visione della serie tv di Andrew Davies (che ho recensito nel mio tè delle cinque “La Riviera dei cuori infranti“), e per guarire il mio cuore languente sulla scogliera di Sanditon insieme a quello di Charlotte e Sidney, avevo bisogno di consolazione e rassicurazione: Gabriella mi ricordò l’esistenza di questo romanzo sottolineando ancora una volta che per lei si trattava del più bello tra tutti i derivati, in assoluto. Trovai una bellissima edizione ristampata in occasione della serie tv:

Sanditon by Jane Austen and Another Lady (new ed.)

E subito dopo aver chiuso, molto a malincuore, l’ultima pagina di questo libro stupendo, le ho espresso il mio totale accordo sulla sua recensione, che trovate sul blog di Gabriella, Il Diario delle Lizzies.

A chiunque possa leggere in inglese, raccomando vivamente la lettura di questo Sanditon by Jane Austen and Another Lady perché è sotto ogni aspetto (stile, caratterizzazione dei personaggi, trama, ricostruzione sociale e storica) uno splendido omaggio alla grande Jane e un completamento dell’incompiuto davvero azzeccato e naturale.

Il boom degli anni 2000

Scorrendo l’elenco dei derivati dedicati a Sanditon, colpisce l’affollamento di titoli dal 2000 fino ai giorni nostri:

  • Sanditon, di Jane Austen e D.J. Eden (2001)
  • Jane Austen’s Charlotte, Her Fragment of a Last Novel, Completed, di Jane Austen e Julia Barrett (2002)
  • Jane Austen Out Of The Blue, di Donald Measham (2006)
  • A Cure for All Diseases di Reginald Hill, volume numero ventitré della serie Dalziel and Pascoe (2008)
  • A Completion of Sanditon, di Juliette Shapiro (2009) (non include il testo originale)
  • A Return to Sanditon: a completion of Jane Austen’s fragment, di Anne Toledo (2011)
  • The Brothers, di Jane Austen e “un’altra donna”, pubblicato anche come scritto da Jane Austen ed Helen Baker (2014)

Per i dettagli su molte di queste opere, consiglio le recensioni di Deborah Yaffe sul suo blog.

2013, il primo adattamento per lo schermo: Welcome to Sanditon

Tra 2012 e 2013, il web diventa il teatro delle vicende di una studentessa californiana, Lizzie Bennet che, per la sua tesi di laurea in Scienze dalla Comunicazione, pubblica per un anno intero, due volte alla settimana, un vlog (cioè un video blog) raccontando la propria vita in brevi video da 5-7 minuti ciascuno, in cui si avvicendano al suo fianco le sorelle, l’amica Charlotte, e altre persone. Si tratta della web series The Lizzie Bennet Diaries, un adattamento in chiave moderna della vicenda di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) realizzata da un gruppo di videomaker indipendenti americani.
Ho personalmente seguito la serie mentre andava in onda, per un anno, e non ho mai avuto dubbi: si tratta del più geniale e azzeccato omaggio che sia stato tributato al darling child di Jane Austen nell’anno del Bicentenario della sua prima pubblicazione, e sul quale non ho lesinato dettagli e opinioni sperticate nella mia recensione in questa sala da tè. Originale e fedelissimo allo stesso tempo, realizzato con grande professionalità e passione, ebbe un enorme successo in tutto il mondo, raccogliendo non solo il consenso dei Janeite ma anche di spettatori che poco o nulla sapevano di questa autrice (che in molti casi diventarono nuovi, benvenuti lettori). Raccomando a tutti di vederlo su YouTube, dove è ancora disponibile.

Welcome to Sanditon, 2013

Dopo quell’esperienza, i realizzatori (che nel frattempo si erano costituiti in una società di produzione dal nome emblematico, Pemberley Digital) si concessero un esperimento con un altro romanzo di Jane Austen, Sanditon. Il 13 maggio del 2013 andò così in onda la prima puntata della web series Welcome to Sanditon, composta da 27 episodi, ovvero video, in cui la sorella di Darcy, Georgiana (che quindi sostituisce la protagonista originale, Charlotte Heywood) racconta della propria esperienza lavorativa in una località balneare californiana di nome Sanditon, appunto.
Il successo del vlog di Lizzie Bennet non fu neppure lontanamente sfiorato, anche perché qui la vicenda non sembra mai entrare nel vivo e tutto pare solo vagamente accennato, ma resta comunque notevole il coraggio dei realizzatori nel cimentarsi per primi con un romanzo che nessuno aveva osato adattare fino a quel momento.

2015, le indagini dei coniugi Darcy arrivano a Sanditon: The Suspicion at Sanditon di Carrie Bebris

Le indagini di Mr e Mrs Darcy è una fortunata serie di romanzi che l’autrice americana Carrie Bebris ha scritto in forma di sequel, cioè raccontando la vita di Elizabeth e Fitzwilliam Darcy dopo il matrimonio, alle prese con eventi delittuosi. Ogni romanzo porta i Darcy dentro il microcosmo di ognuno dei sei romanzi austeniani. Dopo la serie dei romanzi di Stephanie Barron (dove ad investigare è nientemeno che Lei in persona, la nostra Jane Austen), questi scritti da Carrie Bebris sono i miei preferiti. Le trame gialle sono leggere ma la caratterizzazione della coppia d’oro austeniana e degli altri personaggi, l’ambientazione storica e sociale, e lo stile sono piacevolmente rispettosi della fonte originale. Per avere qualche dettaglio in più, consiglio la lettura del tè delle cinque dedicato al primo romanzo della serie.

The suspicion at Sanditon, by Carrie Bebris, 2015

Nell’ultimo romanzo della serie (mai tradotto in italiano, ahimé), Carrie Bebris porta i suoi amati protagonisti proprio a Sanditon per risolvere la misteriosa sparizione di Lady Denham.

L’ho letto lo scorso maggio, dopo aver visto la serie tv di Andrew Davies (che ho recensito in questo tè delle cinque “La Riviera dei cuori infranti“) perché ero in cerca di un balsamo per lo spirito travolto dalle emozioni viste sullo schermo. E posso dire che, tra retelling e completamento, Carrie Bebris mi ha regalato una lettura deliziosa e consolatoria, che consiglio vivamente.
Mi sono divertita molto in questa vicenda dalle atmosfere un po’ Agatha Christie e un po’ Northanger Abbey. L’intreccio può sembrare banale ma riserva qualche inaspettata e talvolta divertente sorpresina. All’inizio, l’autrice fa un breve retelling della vicenda originale di Jane Austen per inserire i coniugi Darcy nel microcosmo di Sanditon, poi parte con il suo completamento. Il finale è commovente ed è chiaro perché anche per Bebris questo sia l’ultimo della propria serie, come ci racconta ulteriormente nella sua Nota finale.
È un vero peccato che la casa editrice italiana TEA, che ha pubblicato tutti gli altri romanzi di questa serie, abbia scelto di fermarsi proprio prima di questo: chi conosce l’inglese, però, non perda l’occasione di leggere questo delizioso romanzo.

Per ulteriori dettagli, consiglio la lettura della recensione di Gabriella Parisi sul suo blog Il Diario delle Lizzies.

2019, la serie tv di Andrew Davies e la sceneggiatura romanzata di Kate Riordan

La lunga lista di romanzi che concludono l’incompiuto di Jane Austen potrebbe finire qui se non fosse che nel 2019 è arrivata la serie tv Sanditon realizzata in coproduzione da ITV e PBS e sceneggiata dal Grande Maestro degli adattamenti austeniani per lo schermo Andrew Davies (che ho recensito in questo tè delle cinque “La Riviera dei cuori infranti“) e da questa è poi nato il libro Sanditon con la sceneggiatura in forma di romanzo, scritta da Kate Riordan.

Sanditon, by Kate Riordan

È un’ottima integrazione alla visione della serie che io mi sono divertita a tenere sott’occhio mentre ri-guardavo minuziosamente le puntate originali, perché contiene non solo dettagli utili ad arricchire il racconto visivo ma anche tutte le scene tagliate dal montaggio finale. Inoltre, può essere letto tutto d’un fiato per gustarsi sulla pagina scritta tutta la vicenda costruita da Andrew Davies sullo schermo.

Perché tutti vogliono completare Sanditon?

Può stupire che un romanzo incompiuto di Jane Austen abbia suscitato una tale proliferazione di tentativi di completamento. Del resto, Sanditon ha una caratteristica speciale, che lo avvicina assai più ai sei romanzi completi che all’altro incompiuto, The Watsons (I Watson): questo frammento di romanzo composto di appena 11 capitoli e poche righe del dodicesimo contiene già tutto quanto serva per un racconto compiuto. In appena 24.000 parole, e in soli due mesi di composizione, Jane Austen è riuscita a delineare con netta precisione la vicenda, l’ambientazione, i personaggi – persino la meteora Sidney Parker, che appare fugacemente solo alla fine del manoscritto, è caratterizzato in modo preciso – fornendo tutto il materiale di base per imbastire una storia completa. Un invito irresistibile…

Inoltre, credo ci sia una ragione recondita che ha più a che fare con il cuore che con la mente, e non è soltanto il desiderio di rendere omaggio alla grande autrice. Finire Sanditon è un modo per esorcizzare la ragione per cui Jane stessa non ha potuto comporlo come avrebbe desiderato a causa della malattia che l’ha portata ad una morte prematura. È un modo per ripotare tutto nell’Ordine Naturale delle Cose Austeniane, dove ogni problema, ogni dramma può essere superato e in modo lieto.

Che altre penne si soffermino su colpe e miserie. Io abbandono questi odiosi argomenti non appena posso, impaziente di riportare tutti quelli non troppo colpevoli a un tollerabile grado di benessere, e di farla finita con tutto il resto.
(Mansfield Park, cap. 48 – trad. G. Ierolli da jausten.it)

La felicità è un finale austeniano.

Note

Silvia Ogier

2 pensieri su “Sanditon, l’incompiuto irresistibile e i suoi tanti completamenti

  1. Luisa

    Ciao, cercavo notizie su Sanditon e sono incappata nella tua pagina, ho letto del tuo consiglio di leggere la versione dell’Altra Signora che ha completato Sanditon come nessun altro è riuscito a fare, ma come mai non viene tradotto? Io purtroppo non conosco l’inglese tanto da poter affrontare un testo letterario e pur provandoci perderei ogni sfumatura che renderebbe la lettura di Jane Austen e (a quanto descrivi tu) dell’ Altra Signora, priva di senso…ora mi trovo nel limbo del non poter godere ancora di questi scritti meravigliosi…

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    1. Silvia Ogier Autore articolo

      Ciao, Luisa, benvenuta e grazie del tuo commento! – Sembra che, ad impedire la pubblicazione di un’edizione italiana dello splendido libro di Marie Dobbs, sia un problema legato ai diritti d’autore e in particolare a chi li detenga tra gli eredi (l’autrice è morta nel 2015) e come contattarli. Non so molto di più ma, da quando è apparso l’adattamento di A. Davies e ITV, c’è sempre maggiore attenzione su questo testo anche nel nostro paese e mi concedo di sperare che qualcuno nel mondo editoriale compia le ricerche necessarie per ottenere i diritti di traduzione per l’Italia.

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