Le ricorrenze sono sempre una grande occasione di conoscenza e approfondimento: il modo migliore per rendere omaggio a un Grande della letteratura soprattutto nelle date importanti ed evocative è portare maggiore attenzione alla sua opera, promuovendo la lettura dei suoi scritti ma anche di quelli che indagano la sua figura.
Quest’anno, il Bicentenario della morte di Jane Austen sta facendo fiorire nuove iniziative editoriali anche in Italia, andando così a colmare lacune che durano, inspiegabilmente, da alcuni decenni o addirittura da sempre.
A fronte di un seguito ormai visibilmente vasto e fedele di appassionati lettori di Jane Austen, il mercato editoriale italiano è rimasto desolatamente fermo alle tante edizioni dei romanzi maggiori (non c’è casa editrice che non ne abbia una collezione), a qualche sporadico derivato austeniano, non sempre scelto con la cura dovuta, e a un’esigua manciata di saggi. Le lettere, ad esempio, sono state pubblicate nel 1997 in versione ridotta da Theoria, ma sono presto uscite di catalogo e rispuntate solo in qualche libreria dell’usato.
Ora il vento è cambiato e ci ha portato qualche graditissima sorpresa libresca: dopo l’avvio della collana Jane Austen di La Repubblica (qui tutti i dettagli) che comprende anche una selezione di Lettere, sono da poco disponibili in libreria anche gli Juvenilia (in versione integrale, e in ben due diverse edizioni, Elliot e Rogas!), la raccolta dei saggi di Virginia Woolf (dal titolo Jane Austen, ed. Elliot), I Janeites (ed. Elliot), il bel racconto di Rudyard Kipling che consacra il mito Jane Austen e il suo agguerritissimo seguito, e Ricordo di Jane Austen (ed. Elliot), la biografia pubblicata nel dicembre del 1870 dal nipote James Edward Austen-Leigh.
Il tè delle cinque di oggi è dedicato a questi ultimi due titoli, di cui abbiamo già conversato in passato e che ora più che mai vi invito a leggere con tutta la passione e l’attenzione di cui è capace un Janeite.
Come ben sa chi frequenta pazientemente questa sala da tè & lettura, una delle mie lamentazioni personali preferite è sempre stata la sparizione o il mancato reperimento sul mercato editoriale italiano di alcuni testi che ritengo fondamentali per conoscere Jane Austen: le lettere e la prima biografia.
Per quanto sempre più studiato nelle scuole italiane, l’inglese non è ancora padroneggiato dagli italiani a tal punto da rendere diffusa la capacità di affrontare un intero libro in tale lingua. Quella parte dei lettori italiani di Jane Austen che non può accedere direttamente alle fonti in lingua inglese è stato privato per troppo tempo di queste due opere fondamentali, e della possibilità di farsi un’idea dell’autrice in modo autonomo e diretto, evitando le reinterpretazioni altrui e i filtri, spesso lacunosi e scorretti, dei mezzi di comunicazione di massa.
Da qualche tempo, però, viviamo in un periodo privilegiato. Dal 2011, stiamo celebrando un bicentenario austeniano ogni anno, ricordando la prima pubblicazione dei suoi romanzi maggiori: dopo quello di Ragione e Sentimento nel 2011, abbiamo avuto Orgoglio e Pregiudizio nel 2013, Mansfield Park nel 2014, Emma nel 2015-6. Ogni anno, ad ogni celebrazione, ho sperato invano che le case editrici italiane aggiungessero alle loro immancabili brave edizioni dei romanzi e a qualche sporadico derivato (scelto non sempre con la cura dovuta) anche qualche biografia e le lettere.
E finalmente, con il Bicentenaro di quest’anno, che ricorda la morte di Jane Austen avvenuta il 18 luglio del 1817 a Winchester, le celebrazioni del suo genio sono diventate l’occasione giusta per colmare questa lacuna difficilmente spiegabile.
Mi piace pensare che l’attività di conoscenza & approfondimento che svolgo insieme agli altri quattro fondatori di Jane Austen Society of Italy dal 2013 abbia in qualche modo contribuito a far prendere coscienza di alcuni aspetti dell’interesse verso questa autrice nel nostro paese: innanzitutto, l’esistenza di testi diversi dai romanzi canonici è diventata sempre più nota a lettori e appassionati, che ne hanno reclamato a gran voce la pubblicazione in lingua italiana; in secondo luogo, questa esigenza è diventata sempre più evidente anche agli occhi di chi produce cultura (come dimostrano i tanti eventi austeniani di vario genere che da mesi animano l’Italia intera), e in particolare delle case editrici che sembrano aver finalmente riconosciuto la presenza di un mercato potenzialmente vasto e fedele di lettori nonché acquirenti.
Quali che siano le motivazioni per questa recente fioritura, ecco che il Bicentenario del 2017, proprio nel periodo in cui si compiva e cioè intorno al 18 luglio (data della morte dell’autrice), ha regalato a tutti noi l’omaggio più bello: l’uscita di testi inediti, o editi decenni fa e poi scomparsi dal catalogo editoriale.
Proprio quel giorno, la casa editrice Elliot ha pubblicato ben quattro testi austeniani di grande importanza, come ricordato all’inizio, tra cui Ricordo di Jane Austen, la biografia scritta dal nipote James Edward Austen-Leigh (orig. Memoir of Jane Austen) e pubblicata nel dicembre del 1870, e che è di fatto la prima biografia mai scritta su questa autrice; e I Janeites, il racconto pubblicato da un ispiratissimo Rudyard Kipling nel 1924 che racconta il potere dell’effetto Austen in uno scenario di guerra e dolore, pur con un lieve sorriso sulle labbra (proprio come avrebbe fatto lei…). Ecco perché non si deve perdere l’occasione di leggerli.
Ricordo di Jane Austen, di James Edward Austen-Leigh
Pubblicata in italiano per la prima volta da Sellerio nel 1992, questa biografia uscì di catalogo quasi subito ed è a lungo stata il desiderio proibito (perché introvabile) dei Janeite d’Italia. Finalmente, torna sui nostri scaffali, con la cura e traduzione di Giuseppe Ierolli.
Si tratta di un testo controverso eppure imprescindibile: pur raccontando una versione molto vittorianamente edulcorata della vita dell’autrice, trasformata in una sorta di santa che pare essere diventata una scrittrice per caso e senza volerlo, quest’opera ha dato il via alla prima ondata di Austen-mania della storia ed ha gettato basi così forti e solide per la nascita del mito moderno di Jane Austen e della sua afterlife da riverberare i propri effetti fino ai nostri tempi moderni. Tra aneddotica e santificazione, qui nasce l’abitudine di riferirsi a Jane Austen come alla “cara zia Jane”, qui troviamo il suo primo ritratto reso pubblico e ancora oggi famosissimo (benché si tatti di una rielaborazione molto libera del “vero” ritratto eseguito da Cassandra nel 1810), ma sempre qui c’è una fonte preziosa di dettagli di vita quotidiana con qualche squarcio sull’attività di composizione.
Leggetelo senza esitazione e, appena possibile, integratelo con le lettere, la voce d’inchiostro di Jane Austen, l’unica fonte sicura per sapere come fosse davvero la “cara Zia” di James Edward.
☞ Per saperne di più: Dear Aunt Jane, come nacque il mito. Il Memior di J.E. Austen-Leigh
☞ Scheda del Libro: su jasit.it
I Janeites. Il Club di Jane Austen, di Rudyard Kipling
Pubblicato in italiano anch’esso nel 1992, dall’editore Mursia, con il titolo I seguaci di Jane, nella raccolta Racconti di sogno e follia, come il Ricordo è presto sparito dalla circolazione privando i lettori italiani della possibilità di scoprire una storia emozionante che esprime in modo perfetto quel personal affection, legame personale, che ogni appassionato di Jane Austen prova per l’autrice e che tanto bene viene espresso dalla parola Janeite, inventata con intuizione geniale dal critico e studioso George Saintsbury nel 1894 e qui ripresa e consacrata da Kipling.
Quest’opera ora ritorna edita da Elliot, con la cura e traduzione di Giuseppe Ierolli.
Nel racconto l’autore incanala l’elaborazione di un grave lutto familiare che lo ha colpito durante la Grande Guerra: la morte del figlio Jack. Nei lunghi mesi passati ad attendere un cenno certo sulla sorte del disperso Jack, la famiglia Kipling era solita trascorrere le serate leggendo ad alta voce i romanzi di Jane Austen, fonte di conforto e speranza.
Nelle trincee raccontate in questa opera, un gruppo di soldati crea una sorta di società segreta che usa riferimenti austeniani come linguaggio in codice, e nel colpo di scena finale uno di essi avrà salva la vita grazie ad una di queste parole d’ordine.
Leggendolo, vi riconoscerete pienamente nelle parole e nei pensieri del protagonista, il soldato Humberstall. Un testo che non può mancare nel curriculum di ogni vero Janeite.
☞ Per saperne di più: Come nasce la parola Janeite (2)
☞ Scheda del Libro: su elliotedizioni.com
☞ In rete, sono disponibili alcune risorse gratuite in lingua italiana che per molti anni hanno costituito per tutti i Janeite italiani un soccorso prezioso: nella pagina Lo scaffale di Jane, sono indicati tutti i collegamenti per leggere le lettere, le opere giovanili, i Memoir familiari e tanto altro. Pagina Lo scaffale di Jane
☞ Per integrare la lettura di I Janeites, segnalo l’ebook gratuito Janeites che Jane Austen Society of Italy ha messo a disposizione fin dal 2014 che include, oltre al racconto di Kipling, anche l’Introduzione a Orgoglio e Pregiudizio scritta nel 1894 da George Saintsbury e in cui egli inventa la parla Janeite. Janeites su jasit.it
Salve a tutti, salve Silvia.
Vorrei segnalare che su TV2000, canale 28 del digitale terrestre, ogni lunedì sera, a rotazione trasmettono uno sceneggiato tratto dai romanzi di Jane Austen o, comunque, un period drama della BBC. È stato appena ritrasmesso Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, stasera tocca a Ragione e sentimento, a volte vengono replicati di domenica mattina, ma vedo che vengono subordinati ad altri tipi di programmi. Spero che la segnalazione sia di utilità. Un saluto, Roberta