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Pemberley, proiezione dell’animo di Darcy

In Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio c’è una lunga scena di descrizione di luogo – una delle rarissime di questo genere e, proprio per questo, di grande significato – che Jane Austen scrive, inutile dirlo, in modo mirabile, quasi come se, pur senza avere la più pallida idea di che cosa sarebbe stato un film, l’abbia sceneggiata ad arte per il grande schermo.

Siamo al capitolo 43 – che non a caso è il cap. 1 del volume 3 nella prima edizione in tre volumi, proprio a sottolineare l’importanza del momento, che segna l’inizio di un nuovo percorso.

Elizabeth, accompagnata dagli zii Gardiner, mette piede nella proprietà di Darcy, la mitica Pemberley, e noi seguiamo in presa diretta il suo inoltrarsi in quel luogo, mentre cammina per i sentieri, ammira il paesaggio, si sofferma sull’enorme ed elegante edificio, vi entra, penetrando così in quella che è la casa dell’uomo che ha appena incominciato a conoscere veramente, al di là delle sovrastrutture che fino ad ora ne hanno alterato la giusta percezione.

Percorrere i sentieri ed i corridoi di Pemberley, per Lizzy equivale ad immergersi nella realtà di Darcy, esplorarla, elaborarne le suggestioni, acquisire una profonda e completa conoscenza di colui che ne è il proprietario e abitante.
…perché Pemberley è Darcy.
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Questa musica ti porta nel mondo di Elizabeth

Ovvero: onore all’ottimo lavoro di Dario Marianelli ed alla sua colonna sonora per Pride and Prejudice, il film di Joe Wright del 2005.

Questa è la colonna sonora di molte mie giornate. Me ne sono innamorata perdutamente mentre guardavo il film per la prima volta al cinema. L’ho trovata fin da subito semplicemente PERFETTA.
Sì, perché ha la caratteristica di vivere in simbiosi con il film che accompagna, esprimendone perfettamente lo spirito senza debordare mai. Eppure, allo stesso tempo, brilla di luce propria, tanto che, anche se non avete mai visto il film né pensate di vederlo (oppure se non avete mai letto il libro né pensate di leggerlo), ascoltarla è un’esperienza del tutto indipendente da ciò che l’ha originata. Soprattutto, credo abbia il mirabile pregio di poter appassionare anche chi non è abituato ad ascoltare musica classica.

Composta dal “nostro” bravissimo Dario Marianelli, eseguita con maestria dal pianista Jean-Yves Thibaudet e dalla English Chamber Orchestra diretta da Benjamin Wallfisch, consta di 17 brani, alcuni per piano solo, altri per orchestra.
Inizia in modo brillante e trascinante con Dawn (l’alba) – sì sì, è proprio il tappeto musicale su cui cammina Lizzy all’inzio del film, mentre finisce di leggere un libro (avete mai provato a fare un fermo immagine sulle pagine del libro? farete una scoperta interessante!…), all’alba di un giorno che sarà indimenticabile per lei come per tutti noi…

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“Adoro camminare!” Ovvero: la via dell’autodeterminazione

Una giovane cammina tranquilla con passo deciso lungo strade e sentieri, attraversando prati e boschi. Né veloce, né lenta, semplicemente cammina. È evidente che sta andando da qualche parte, che ha un meta precisa, anche se fosse soltanto per ammirare il bel paesaggio, o godere dell’aria frizzante del mattino, o trovare un bel posto dove leggere il libro che non dimentica mai di portare con sé.
Non c’è altra immagine che, nella sua immediatezza, sappia raccontare appieno il carattere fiero ed indipendente di Elizabeth Bennet.
Tant’è vero che è stata scelta come apertura dalle due trasposizioni cinematografiche che amo di più, quella leggendaria della BBC del 1995 e quella acclamata quanto discussa di Joe Wright del 2005.

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