Il mistero non si addice ai coniugi Darcy (serie Bebris, vol. 1)

In questo tè delle cinque, riprendo e rielaboro i miei brani di una recensione collettiva pubblicata il 12 novembre 2013 su Il diario delle Lizzies, il blog di Gabriella Parisi dedicato ai derivati austeniani i cosiddetti Austen inspired novels (link in fondo al post).

Nell’anno del Bicentenario di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), il 2013, ho avuto occasione di rileggere un seguito (o sequel) che ha segnato la mia esplorazione dei derivati austeniani: si tratta di Orgoglio e Preveggenza di Carrie Bebris, il primo di una serie di romanzi, Le indagini di Mr e Mrs Darcy, oggi arrivati a sette in tutto, in cui i coniugi Darcy si trovano costretti dalle circostanze a diventare investigatori.
Lo avevo già letto alcuni anni prima. Questo infatti è uno dei libri che mi ritrovai a comperare in blocco sul finire del 2009 in libreria quando scoprii casualmente (e con una gioia fanciullesca tipica di chi scopre dopo decenni di non essere più su un’isola deserta) che esistevano dei romanzi di tal genere, ispirati alla mia dorata Jane Austen. Gli altri erano: Orgoglio e Pregiudizio e Zombie e Mr Darcy Vampyre . [oops, vi è andato di traverso il tè?…]
A mia discolpa posso dire che l’idea di un sequel giallo, uno vampiresco e una riscrittura zombie aveva fatto scattare nella mia mente di Janeite un’associazione fulminea con il romanzo gotico tanto amato da Jane stessa, un genere che ha dato vita proprio a questi sottogeneri così popolari ai giorni nostri, e mi ero illusa di trovarmi di fronte a delle ardite rielaborazioni à la Northanger Abbey con dosi abbondanti di ironia (come scoprii in seguito leggendo questi tre libri, non era affatto così ma questa è un’altra storia).. Iniziai proprio con il giallo di Carrie Bebris, che quindi è stato il mio battesimo con questo particolare e prolifico genere letterario dei derivati austeniani. Non fu un inizio positivo, devo confessarlo.
Anche per questo, mi fece molto piacere rileggerlo qualche tempo dopo, nel 2013 appunto, perché mi permise di tornare sul luogo del delitto alla luce di una maggiore esperienza e consapevolezza del mondo dei derivati che avevo accumulato nel frattempo, e di farlo in un gruppo di lettura online insieme a Gabriella e ad altre lettrici Janeite con cui confrontarmi. Un’occasione ghiotta.
Poco tempo fa, mi sono resa conto di non aver terminato la lettura di tutta la serie avendo abbandonato Inganno e Persuasione (la sesta indagine e l’ultima pubblicata in italiano) sul fondo della mia infinita pila di Libri-Da-Leggere sul comodino. Poiché questo 2018 è l’anno del Bicentenario della prima pubblicazione di Persuasione, ho pensato fosse arrivato il momento giusto per ripescarlo e leggerlo. Ne parleremo molto presto ma intanto qui è necessario cominciare dall’inizio della serie.

Ebbene, abbassate i vostri sopraccigli da Janeite sull’orlo di una crisi da reato di lesa maestà (sì, lo so, i derivati fanno spesso questo effetto ma bando ai pregiudizi!), servitevi di altro tè (una tazza di tè risolve tutto e fa andar giù anche derviati austeniani ben più indigesti) e lasciate che vi introduca nel mondo che Carrie Bebris ha immaginato per la coppia d’oro austeniana dopo il loro sospiratissimo matrimonio. Sotto la nebbia mystery in cui ha avvolto Lizzy e Darcy, c’è qualcosa di buono che vale la pena scoprire.


Ed. orig. di Orgoglio e Preveggenza

Ed. orig. di Orgoglio e Preveggenza

Se questo primo volume della serie, Orgoglio e Preveggenza, è un seguito puro di Orgoglio e Pregiudizio, gli altri romanzi sono invece dei veri crossover, cioè opere in cui al nocciolo fondamentale, rappresentato dalla vita coniugale di Elizabeth e Darcy nell’universo di Orgoglio e Pregiudizio, vengono mescolati personaggi e situazioni di volta in volta provenienti dagli altri romanzi. La serie si fa più interessante romanzo dopo romanzo, abbandonando anche il terreno mystery ben poco credibile dei primi titoli, come provano il quinto ed il sesto libro della serie, Intrigo a Highbury e Inganno e Persuasione, due prove più mature, ben congegnate e credibili.
La prima prova dell’autrice paga lo scotto di essere il suo debutto ma di certo contiene già alcuni elementi che caratterizzano piacevolmente la sua scrittura come, ad esempio, il trattamento romantico ma molto garbato che Carrie Bebris riserva agli amatissimi coniugi Darcy, nonché l’accuratezza dell’ambientazione e dei riferimenti ai romanzi e alla vita di Jane Austen.

La prima lettura nell’ormai lontano 2009 fu spiazzante. Non sapevo nemmeno io che cosa aspettarmi perché non conoscevo l’esistenza di questo genere letterario e credevo che questo tipo di elucubrazioni fossero dominio esclusivo delle fanfiction, un divertimento tra amici che non pretende di assurgere ad opera pubblicata. Non ero abituata a vedere Elizabeth e Darcy & Co. tra le pagine di un libro in panni diversi da quelli confezionati per loro da Jane Austen – a parte quelli nei quali li mettevo io nell’unico derivato che mi ero concessa fino a quel momento, ovvero l’insieme di elucubrazioni che ero solita fare nella mia mente da vent’anni, ogni volta in cui leggevo Orgoglio e Pregiudizio (ma sì, siamo sinceri, quale Janeite non lo fa?..).

Caroline Bingley (Anna Chancellor in Pride and Prejudice, BBC 1995)

Caroline Bingley (Anna Chancellor in Pride and Prejudice, BBC 1995)

La storia parte laddove Jane Austen la interrompe e più precisamente dal doppio matrimonio delle due coppie, i Darcy e i Bingley, dove la scena viene fastidiosamente rubata dalla iena da salotto Regency, Caroline Bingley, che annuncia il suo improvviso fidanzamento con un americano, Mr Parrish (opportunamente molto molto americano, tanto più disinvolto e diretto dei suoi futuri parenti britannici, con loro grande sconvolgimento). Ma ecco che dopo il tanto sbandierato matrimonio, Caroline si trasforma in modo drastico, preoccupante, si rende protagonista di strani comportamenti che la mettono in serio pericolo, è sempre più instabile mentalmente, sempre più violenta verso se stessa e gli altri.
Confesso di essermi divertita molto all’inizio, pensando ad una vendetta dell’autrice verso questo personaggio sgradevolissimo, che ha talmente tanti “arretrati di cortesia” da pagare a Lizzy da meritare qualche sgambetto. Ma poi ho cominciato a sentirmi quasi dispiaciuta per lei (non posso credere di averlo scritto, persino nei commenti del gruppo di lettura). Ed è qui che entra in scena il lato mystery del romanzo perché questi comportamenti folli sarebbero frutto di un mistero oscuro – la cui soluzione si rivela oltre il limite dell’improbabile…
Voltando l’ultima pagina di questo Orgoglio e Preveggenza, alla prima lettura mi ero sentita spaesata, persino interdetta, perché avvertivo la presenza del mystery come invadente e incoerente. Era di moda in quegli anni e temo che l’autrice si sia lasciata coinvolgere dall’andazzo generale.
Però sentivo che qualcosa aveva comunque funzionato, come mi ha confermato la rilettura del 2013.

Carrie Bebris

Carrie Bebris

Carrie Bebris, infatti tratta i nostri beniamini nel modo migliore possibile, senza mai farci sobbalzare né svenire a turno sul sofà, anzi, offrendoci nuovi spunti per viaggiare con la fantasia, nel totale rispetto dell’originale. Gli scorci delicatissimi che Carrie Bebris dipinge della vita coniugale dei Darcy sono impagabili.
Tuttavia, sono stata combattuta sul personaggio di Elizabeth: da un lato, la sua mente vivacissima e piena di curiosità verso l’animo umano mi fa accettare la sua fascinazione per il soprannaturale; dall’altro, però, proprio la sua caparbietà nell’analizzare la realtà (anche sbagliando) mi fa pensare che Lizzy avrebbe valutato tutti questi eventi straordinari con molta ironia, senza lasciarsene coinvolgere – per intenderci, come farebbe la Jane Austen della Barron, tanto per restare in tema di derivati, ma soprattutto, la Jane Austen autrice di Northanger Abbey. Alla fine, ammetto comunque di esserne stata conquistata.
Sul contrasto razionale/irrazionale all’interno della coppia, la Bebris ricrea, anche se su scala decisamente ridotta, l’antico antagonismo con qualche duello verbale che riecheggia quelli scintillanti di O&P (Elizabeth istintiva e percettiva, Darcy ostinatamente analitico e deduttivo), dimostrando che la vita della coppia d’oro austeniana non è quell’idillio artificioso e poco fedele che spesso viene dipinto nei derivati – ma continua ad essere fonte di confronto e crescita per entrambi.

Darcy and Elizabethin Death comes to Pemberley, BBC 2013

Darcy (Matthew Rhys) ed Elizabeth (Anna Maxwell-Martin) in Death comes to Pemberley, BBC 2013

In conclusione, vale la pena intraprendere la lettura di questa serie di romanzi. In questo primo volume, chiudendo un occhio sulla presenza forzata e maldestra del mystery, si può godere di una buona ricostruzione dell’ambiente Regency e di un ottimo trattamento dei personaggi, soprattutto di quelli più delicati da maneggiare, Elizabeth e Darcy: nella mia ormai lunga esperienza di derivati austeniani, durante la quale posso dire di aver assistito a scene e dialoghi al limite dell’assurdo e della decenza (sia chiaro, non mi scandalizzo per l’indecenza ma per l’incoerenza), il trattamento di Carrie Bebris resta tra i pochissimi davvero azzeccati. Grazie a questi pregi, la lettura resta piacevole per quanto alleggerita da un intreccio fin troppo semplice.
Se si ha la pazienza di andare oltre il terzo volume, prendendo queste letture come intrattenimento leggero condito da un’ambientazione accurata e una buona caratterizzazione dei personaggi, il quarto romanzo, L’Enigma di Mansfield Park, saprà dare maggiore soddisfazione anticipando le buone prove del quinto, Intrigo a Highbury, e del sesto, Inganno e Persuasione.

In questa sala da tè saranno presentate altre due recensioni: L’Enigma di Mansfield Park, la quarta indagine, rielaborata a partire da quella già apparsa nel 2014 sul Diario delle Lizzies; e Inganno e Persuasione, la sesta indagine, che invece appare per la prima volta su Un tè con Jane Austen in occasione del bicentenario di Persuasione.


Scheda del libro

Carrie Bebris
Orgoglio e preveggenza
o Una realtà universalmente riconosciuta

Titolo originale: Pride and Prescience. Or: A truth universally aknowledged
Traduzione: Alessandro Zabini
Casa Editrice: TEA
pagine: 308
Prima edizione: 2006 (prima ed. originale inglese: 2004 uscito)
ISBN: 9788850212804
Sinossi:
«È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie.» Ed è una verità cui non si sottrae Mr. Frederick Parrish, ricco e affascinante gentiluomo americano, che sta per convolare a nozze con Caroline Bingley. Un’atmosfera di festa avvolge i fidanzati, ma presto la gioia s’incrina e la coppia è turbata da una serie di strani episodi: fenomeni di sonnambulismo, cavalli imbizzarriti senza una ragione, uno spaventoso incendio e misteriosi incidenti. Qualcuno sta perseguitando i Parrish, ma la pericolosità della situazione pare sfuggire a tutti. A tutti tranne a Elizabeth e Darcy, amici della giovane donna e anch’essi sposi novelli, che mettono da parte i progetti per la luna di miele per aiutare Caroline. Un innamorato respinto? Un socio d’affari tradito? Un parente invidioso? O un eccentrico seguace del paranormale? Chi si cela dietro questa trama sinistra che sembra trascinare Caroline come un gorgo verso la follia?

Link Utili

☞ Il sito di Carrie Bebris (in inglese) Leggi
☞ Biografia di Carrie Bebris sul blog Il diario delle Lizzies Leggi
☞ Pagina del libro sul sito della casa editrice TEA Leggi
☞ Recensione originale sul blog Il diario delle Lizzies, 12/11/2013 Leggi

Silvia Ogier

3 pensieri su “Il mistero non si addice ai coniugi Darcy (serie Bebris, vol. 1)

  1. Innassia

    Ricordo quando avevi proposto le letture. Non ero convinta, tra me dicevo “io lettrice di libri noir … leggere questi? No, non sanno da leggere”. Tuttavia tra tira e molla li ho letti. Non volevo crederci sono ben scritti e rilasciano quelle atmosfere dei romanzi di JA. Non sono la stessa cosa, ma per averli stroncati prima della lettura e senza averli mai visti, devo ammettere che mi sono piaciuti. Ciao

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  2. Silvia Ogier Autore articolo

    Sì, proprio la rilettura del 2013 nel gruppo di lettura sul blog di Gabriella era stata oggetto di un invito diramato anche da qui. E capisco bene la ritrosia o addirittura il rifiuto netto verso questi romanzi: Orgoglio e Preveggenza è stato il mio primo derivato austeniano in assoluto e l’esperienza fu tendenzialmente negativa. Seguirono O&P&Zombie (ehm..) e Mr. Darcy Vampyre (ehm ehm…), una vera e propria discesa agli inferi! Alla luce di questi due, rivalutai il primo e la rilettura, avvenuta dopo che molta acqua derivata era passata sotto i ponti, mi fece capire meglio il suo valore.

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  3. Silvia Ogier Autore articolo

    Credo che in effetti la cosa migliore sia leggerli tutti in successione, considerandoli come una lettura di evasione ma con alcuni elementi di pregio, che ci permettono di rilassarci restando nelle ambientazioni che amiamo. Con un consiglio: avere pazienza fino al terzo, perché con il quarto (L’enigma di Mansfield Park) finalmente il mystery viene abbandonato e la narrazione ci guadagna nettamente.

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