Archivi tag: Jane Austen’s House Museum 2012

Un tè con… Cassandra Austen!

Siamo di fronte al leggendario cottage di Chawton, l’amatissima dimora che Jane Austen condivise negli ultimi 8 anni della propria breve ma intensa vita con la madre e la sorella Cassandra.
Abbiamo appena concluso la nostra visita a Zia Jane, consapevoli di aver fatto una vera scorpacciata di emozioni (e foto…) tra il cottage ed il bellissimo giardino che lo circonda.
Sì, è esattamente come si può ben immaginare: se si riesce ad obbligarsi ad uscire di lì (la mia compagna di viaggio, Petra/Miss Claire, ed io ci abbiamo messo circa tre ore prima di convincerci a vicenda che era ora di andare), è quasi impossibile staccarsi subito da quel luogo e non si può fare a meno di indugiare ancora un po’ all’esterno.
E’ come se tutti i sensi non si stancassero mai di guardare quell’edificio, respirare l’aria fresca e odorosa, ascoltare i rumori della placida vita quotidiana, percepire ovunque la presenza di Jane, Cassandra, Mrs Austen e tutte le persone che gravitavano intorno a questa casa.
…Ah, ma sto di nuovo lasciando briglia sciolta alla mia sensibility…!
Il mio sense mi ricorda non solo che una visita di oltre tre ore è già più che sufficiente ma che abbiamo già passato abbondantemente l’ora di pranzo e il corpo ha pure i suoi bisogni primari da soddisfare.

Dunque, per accontentare i miei insaziabili cuore e mente mentre mi prendo cura del mio vuotissimo stomaco, arriva in mio soccorso niente meno che Zia Cassandra stessa.
Di fronte al Chawton cottage, infatti, proprio lì, sulla destra dell’incrocio, c’è esattamente ciò che fa per noi, teinomani austeniane senza speranza e con un po’ di fame: la sala da tè (what else?…) Cassandra’s Cup.
Venite a prendere un tè con noi.

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Una visita a casa di Zia Jane, a Chawton (3)

Oggi vi invito a immergerci nuovamente (e per l’ultima volta) nella frescura confortante della casa di Jane Austen.
Confesso che, nello scrivere quest’ultimo post dedicato alla nostra visita al cottage, mi è balenato il timore di rivelare troppo, e rischiare di rovinare la sorpresa a chi deve ancora andare in questo luogo magico, quasi come se stessi “spoilerando”.
Ma pensando bene a quali e quante emozioni ho provato nel compierla, pur avendo visto abbondanti testimonianze fotografiche e scritte di chi c’era già stato, il timore mi è passato subito.
Questa volta, tuttavia, non mi soffermerò a lungo nelle stanze ma cercherò di limitarmi a ciò che mi ha colpito di più (impresa ardua ma necessaria).
Non voglio farvi attendere oltre e ci incamminiamo subito su per la scala – la stretta, cigolante, luminosa scala che ci porta alle camere al piano di sopra.
…Dal quale vengono rumori di passi e di voci – e doveva essere questo, penso, il rumore di sottofondo che accompagnava Jane, arricchito dal passaggio delle carrozze e dei cavalli sulla strada, nonché degli animali della stalla e nel cortile…
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Una visita a casa di Zia Jane, a Chawton (2)

Ricordate? Miss Claire ed io eravamo rimaste appena affacciate sulla soglia di casa di Zia Jane. Armate del nostro biglietto, della mini-guida e di molta, moltissima emozione, ora varchiamo la soglia che separa la biglietteria (ricavata nel Granary) dal primo locale ufficialmente accessibile, il forno (The Bakehouse).
In questo momento, più che mai, sento di essere passata attraverso una porta spazio-temporale. Se poco fa, fuori, sono stata assalita dall’emozione della sorpresa, ora sono annientata dall’emozione della consapevolezza di essere proprio qui – di mettere i miei piedi dove li posava lei, di respirare l’aria che respirava lei, di esistere negli stessi ambienti in cui esisteva lei.
Potrà sembrare ridicolo ed esagerato ma davvero l’immedesimazione nel microcosmo austeniano è trascinante e immediata. Sì. Sono dentro ad un suo romanzo, no, meglio, dentro ad una delle sue vivacissime lettere, e anche dentro ai tanti memoir dei suoi familiari!
E se c’è qualche esimio ricercatore che vuole scoprire se la sindrome di Stendhal davvero esiste, mi offro come cavia da osservare qui, sul campo: sì, perché persino la mia paziente compagna di viaggio, Miss Claire, vedendomi subito un po’ trasognata ed un po’ intimorita in religioso silenzio davanti al primo cimelio, non può fare a meno di constatare “Sei completamente ammutolita” (condizione davvero innaturale per una chiacchierona come me!).
Effettivamente senza parole, mi limito ad annuire: sono troppo presa dalla contemplazione, dalla memorizzazione, e… dalla commozione.
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Jane Austen's House Museum, Chawton, Hampshire, UK

Una visita a casa di Zia Jane, a Chawton (1)

Immaginatevi immersi nella campagna inglese più tipicamente verdeggiante, costellata di cottage di ogni dimensione ma tutti ugualmente invidiabili, e da vari quadrupedi al pascolo, sferzata dal vento e bagnata dalla pioggia e dal sole intermittenti.
Sotto i vostri piedi, la strada scorre tranquillamente immersa in questo quadro quasi irreale. Se non fosse per le auto, e per un breve tratto che deve essere attraversato sfidandole apertamente, potreste davvero pensare di essere stati catapultati in un momento qualsiasi tra il 1809 ed il 1817.
Da Alton, la cittadina principale da cui siamo partiti, a Chawton basta poco più di mezz’ora di cammino (massimo 40 minuti, se ve la prendete comoda e vi godete il tragitto). E alla fine, potete scommetterci, la vostra passeggiata, pur sotto qualche goccia di pioggia, sarà ampiamente ripagata.
Andare a far visita alla cara Zia Jane è sempre una festa. Soprattutto quando accade per la prima volta!…
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L’ombelico del mondo austeniano: Chawton

Ah, Chawton..
Nemmeno la canonica di Steventon, se esistesse ancora, eserciterebbe lo stesso fascino su di me. E sì che a Steventon Jane è nata e cresciuta e lì è vissuta anche tutta la sua numerosa e articolata famiglia…
No, solo Chawton, dove Jane visse gli ultimi 8 anni della sua breve ma intensa vita, è per me l’ombelico del mondo austeniano perché è il luogo in cui l’energia creativa di Jane, dopo anni di elaborazione, crescita, sconfitte e blocchi, trovò la scintilla che la accese.
Tutta la sua opera canonica così come la conosciamo prende forma lì, sia i romanzi già scritti – che vengono revisionati e preparati per la pubblicazione – ma anche quelli che forse già si agitavano più o meno nebulosi nella sua mente…
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