Ma che cosa resta? La risposta è nel titolo

La vita si risveglia nel giardino di Chawton, la casa di Jane Austen (04/02/11 – foto del Jane Austen’s House Museum)

Chiudo il mio excursus sull’opera di Pamela Aidan con una riflessione “a latere”.

Dei romanzi della Trilogia di Fitzwilliam Darcy, gentiluomo di Pamela Aidan, derivati da Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio, il terzo ha un titolo apparentemente anomalo rispetto agli altri due (che invece riecheggiano quello di Jane Austen): These three remain (Quello che resta).
La citazione in testa al primo capitolo, però, chiarisce subito che questo titolo è stato scelto appositamente perché ha un significato preciso e profondo.Viene da qui:

And now these three remain: faith, hope and love. But the greatest of these is love.
[Queste dunque le tre cose che restano: fede, speranza e amore. Ma di tutte, la più grande è l’amore.]
San Paolo – Prima lettera ai Corinzi (cap. 13)

E’ uno dei più famosi passi della Bibbia, che di certo molti di voi avranno già sentito e risentito, magari durante la celebrazione di un matrimonio (soprattutto civile, dove pare sia molto gettonato).
Credenti o no, presumo che saremo tutti d’accordo nel definirla una delle cose più belle che un essere umano abbia mai scritto, e la sua semplice verità universale è e sarà sempre potentissima.
E’ bene fare una precisazione: la Chiesa Cattolica, nella traduzione ufficiale italiana, al posto di amore preferisce la parola carità nel senso di amore universale, che vuole solo il bene altrui. Ma nelle altre religioni cristiane, così come nelle lingue diverse dall’italiano, si è soliti parlare esplicitamente di amore inteso nella sua accezione più pura – ed è questa la versione che preferisco perché credo sia di immediata comprensione per tutti.

Trovate che sia un po’ pretenzioso (se non addirittura inopportuno) riferirsi a questo mirabile testo immortale per dare il titolo ed aprire un libro di tal fatta? Forse. Ma di certo, dopo tutto il mio leggere e riflettere, mi sento di dire che non è neppure così fuori luogo.
Se nel rapporto tra Darcy ed Elizabeth (personaggi di fantasia solo all’apparenza leggeri) possiamo ritrovare una rappresentazione ideale del rapporto universale tra uomo e donna, allora non faremo fatica a ritrovare questa forma di amore, una delle tante, proprio nelle parole che sublimano l’Amore più grande, che le contiene tutte.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi l’amore, sarei come bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi l’amore, nulla mi gioverebbe.
L’amore è paziente, è benigno.
Non è invidioso, l’amore.
Non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace solo della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine.
[…] Queste dunque le tre cose che restano: fede, speranza e amore. Ma di tutte, la più grande è l’amore.

Note:
Il brano della prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi è copiato dalla Bibbia di Gerusalemme (testo biblico: “La sacra Bibbia della CEI” editio princeps 1971), Centro Editoriale Dehoniano, Bologna, ed. 1977, nel quale mi sono permessa di sostituire carità con amore.

Silvia Ogier

9 pensieri su “Ma che cosa resta? La risposta è nel titolo

  1. Silvia

    Interessante approfondimento! Io credo che sia una citazione più che mai adatta per Elizabeth e Darcy: perché aldilà delle incomprensioni iniziali, degli ostacoli da superare… è l’amore la cosa più importante che si evidenzia nel loro rapporto, un amore così grande che si è fatto strada nonostante tutto! Ed è questo il dono più prezioso!

    😉

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  2. Simona

    Mia cara Sylvia, innanzitutto grazie per averci proposto uno dei brani più belli del libro sacro per eccellenza. Mi stuzzichi sul vivo, io insegno religione per cui leggo volentieri la trasposizione della parola amore da carità a “donarsi all’altro”, che poi in fondo è la stessa cosa.
    Ti propongo un paio di pensieri che possono fare al caso tuo: Benjamin Disraeli diceva:Tutti siamo nati per amare. L’amore è il senso della nostra vita e il suo unico scopo.Il grande Gibran afferma che: L’amore non dà nulla fuorchè se stesso e non coglie nulla se non da se stesso. L’amore non possiede, nè vorrebbe essere posseduto poichè l’amore basta all’amore. Termino con Santa Brigida di Svezia che, ti stupirò, diceva: veramente saggio è colui che conosce una sola parola:amore.
    Salutissimi

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  3. Il Viaggio

    Un amore tanto incondizionato, è possibile sia una caratteristica umana…o solamente divina? Grazie del brano biblico Sylvia! Buona serata.

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  4. sylvia-66

    @tutte: sono ripetitiva, lo so, ma leggere i vostri commenti è una delle cose che più mi piacciono di tutta l’attività relativa al blog…
    @Silvia: sì, credo che Lizzy e Darcy rappresentino un ottimo modello di coppia in cui l’amore (quello maturo, profondo) diventa una forza invincibile, che fa superare tutto.
    @Simona: grazie per le ottime citazioni che hai inserito! Sottoscrivo Santa Brigida di Svezia (tra donne, ci si intende): veramente saggio è colui che conosce una sola parola: amore.
    @IlViaggio: a proposito di Svezia… Grazie a te, Roberta, per essere passata! Se c’è qualcosa di divino negli esseri umani, credo sia proprio la capacità di pensare ed amare.
    @Cri-val: Cri, grazie!!!

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  5. Miss Claire

    Carissima,

    che bellissimo approfondimento, come sempre, m’insegni qualcosa, grazie. :*

    Avevo notato la dissonanza fra i primi due titoli e l’ultimo, ma era ben lungi da me coglierne la radice della citazione! Un plauso in più alla brava Aidan (e a te, cara, per avermi fatto notare la cosa!❤) nell’aver scelto un passo di tale intensità, sottolineando una volta di più gli ingredienti necessari alla buona vita e…ad un lieto fine! 😉

    Riguardo alle tre cose che restano:
    Fede, Speranza e Amore, non v’è bisogno alcuno, a parer mio, di accostare necessariamente questi tre valori a qualche religione, poiché appartengono in primis all’animo umano.
    Io, che non ho un credo religioso, sono convinta della mia Fede nella Vita, nelle Persone, nelle meravigliose dinamiche dell’inspiegabile eppure tangibile universo.
    La Speranza è il lato migliore di noi, ci conviene non perderla mai, pena la perdita della gioia di vivere, la Speranza è necessaria in piccole dosi quotidiane, per risollevarci da terra ogni volta che cadiamo, più forti e preparati nell’affrontare il prossimo ostacolo. E’ vitale.
    Che dire dell’Amore?
    L’Amore non ha confini né distanze, è come un punto in uno spazio indefinito da cui s’irradiano rette infinite…è l’Acqua che origina la vita, che la irrora nel suo percorso e ne rende meno dolorosa la fine…l’Amore, per me, non è l’ultima delle cose che restano, piuttosto, è ciò che dà significato alle prime due e le contiene entrambe.

    Grazie per avermi lasciato un’altra memoria, se passi per il tè o per il Sofa e due chiacchere, c’è un piccolo pensiero per te:

    http://lacollezionistadidettagli.blogspot.com/2011/03/premi-liebster-blog-kreativ-blogger.html

    Un bacio e un sorriso,
    Claire

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