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Jane Austen rosa sovversivo

«[…] Forse conservatrice sotto il profilo delle idee politiche, Jane Austen è una sovversiva  in letteratura. […] la figlia del parroco di Steventon ha ideato il romanzo moderno in forma di commedia. […] Sotto la superficie della “Comedy of Manners”, si scorgono però i segni evidenti di una tenace lotta dei diritti femminili che fa di Jane Austen “l’artista migliore tra le donne”, secondo Virginia Woolf.»

Così Roberto Bertinetti (curatore della nuova edizione Einaudi di Persuasione) in questo articolone a pagina 33 dell’inserto Domenica del Sole 24 Ore del 3 luglio 2011, in cui traccia un ritratto della forza gentile ma inesorabile, e soprattutto universale, di questa grande Donna e Scrittrice.
Buona lettura!

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Note:
– Articolo tratto da Il Sole 24 Ore del 03/07/2011.
– Immagini dell’articolo tratte dalla rassegna stampa di www.zeroviolenzadonne.it

Nota Bene:
Nell’articolo, Seth Grahame-Smith viene indicato erroneamente come autore anche dei due libri successivi a Pride and Prejudice and Zombies, cioè il prequel Dawn of the Dreadfuls ed il sequel Dreadfully ever after che invece sono stati scritti (molto meglio del primo) da Steve Hockensmith (diamo a Cesare quel che è di Cesare!).

Janeite: una salutare dipendenza!

Janeite (pron. geinait – trascr. fonetica: dʒeɪˌnaɪt) è il termine con cui si indica la persona incondizionatamente appassionata di tutto ciò che in qualunque modo riguardi Jane Austen, dalle sue opere alla sua stessa persona. Insomma, Jane Austen dipendente (Jane Austen addict).
Si tratta di un vero e proprio culto cresciuto inesorabilmente negli ultimi due secoli, e che non accenna a diminuire, semmai è in forte crescita da almeno un decennio ed ha assunto i connotati di un fenomeno di massa con tratti maniacali.
Chi voglia sapere com’è nato questo termine non deve fare altro che leggere i tè delle cinque dedicati a questa storia di passione ed erudizione, che passa attraverso l’inventiva di due grandi uomini ammiratori di Jane Austen: George Saintsbury e Rudyard Kipling. Vai ai post su Come nasce la parola Janeite.

Questo post, dunque, potrebbe essere del tutto inutile ma recentemente ho letto un riassunto della storia del termine Janeite, talmente breve ed esauriente, nonché chiaro e piacevole, che ritengo possa affiancarsi degnamente agli articoli di approfondimento perché ne costituisce un breve antipasto.
Inoltre, ci ho ritrovato, interamente, me stessa insieme a tutto il vortice turbinoso della Jane Austen Mania, o dell’Austen Power secondo i punti di vista. Ecco perché desidero trascriverlo qui.

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Quanti pregiudizi su Jane Austen e la sua opera!

Intorno all’intera opera di Jane Austen aleggia una nomea ingiusta e falsa. Che, cioè, si tratti di letteratura leggera, quasi “rosa”, comunque molto femminile e del tutto trascurabile per un lettore di genere maschile, perché è roba da donne, per di più disgustosamente romantiche.
E che i suoi romanzi siano lenti, noiosi, densi di lunghe descrizioni, lunghi scambi di lunghe battute, lunghe lettere, e dove l’unica cosa che succede è che delle giovani donne non pensano ad altro che a maritarsi, per di più spinte dall’interesse ancor prima che dall’amore.
Basta, riabilitiamo la cara zia Jane e ristabiliamo la verità!

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