Come nasce la parola “Janeites” (3) – Disponibili in italiano i due testi che l’hanno creata: “Prefazione a Orgoglio e Pregiudizio” di G. Saintsbury,e “I Janeites” di R. Kipling

La parola Janeite esprime l’essenza dell’ammirazione totalizzante per Jane Austen – per intenderci, quella che provoca un legame ideale e profondo, addirittura affettivo, con la donna-scrittrice, fino a generare una vera e propria dipendenza da tutto ciò che la riguardi, le sue opere così come la sua vita.
La folta schiera di ammiratori che cresce a vista d’occhio ogni giorno in ogni parte del mondo si riconosce senza esitazione in ciò che questo significante molto efficacemente esprime.
Mentre scrivo questo esordio, penso inevitabilmente a come questa parola sia stata usata per molto tempo (un tempo vicinissimo più a noi che alla sua ispiratrice) con un’accezione negativa, che ne radicalizza la componente emotiva al fine di indicare, con ingiusta limitazione, gli appassionati di Jane Austen persi nella modalità estrema del fanatismo più puro.
Ed è così che, per esorcizzare questa interpretazione fuorviante e riduttiva, mi ritrovo a pensare immediatamente alla sua origine – nobile, intensa, geniale. Che non perdo mai occasione per ricordare.
E così, oggi, in questo tè delle cinque, colgo l’occasione per invitarvi a conoscere da vicino proprio i due testi che costituiscono questa importante origine – poiché non ci si può dire Janeite senza conoscerli, tanto più che, finalmente, sono disponibili in italiano.

Nobile, intensa, geniale – dicevo poc’anzi a proposito dell’origine di Janeite.
Nobile, perché a generarla sono due grandi menti letterarie tra fine Ottocento e inizio Novecento: uno studioso e critico letterario, George Saintsbury; e uno scrittore, Rudyard Kipling.
(sì, due uomini, a imperitura confutazione del luogo comune secondo il quale Jane Austen sarebbe “roba da donne”!)

George Saintsbury  Rudyard Kipling
George Saintsbury (a sinistra) e Rudyard Kipling (a destra)

Intensa,  perché entrambi, nel crescerla, la nutrono dando libero sfogo all’appassionata ammirazione che provano per Jane Austen, regalandoci il loro punto di vista di lettori.
(e apparendoci, così, “due di noi”)

Geniale, perché ognuno in modo diverso – il primo nel crearla, il secondo nel consacrarla – usa il proprio grande talento per cogliere e svolgere un’intuizione felicissima, cioè che dietro al vezzo di chiamare Jane Austen per nome (“dear aunt Jane“, la cara zia Jane) alla maniera del suo primo biografo, James Edward Austen-Leigh (nel Memoir of Jane Austen del 1870), ci sia una vicinanza ideale così concreta e profonda da essere percepita come un vero legame familiare.
(E non a caso i Janeite tendono a riconoscersi al primo sguardo, come se davvero la passione che li accomuna arrivasse addirittura a creare una somiglianza somatica, una certa “aria di famiglia”, come tanti nipoti della stessa zia…)

George Saintsbury inventa la parola Janeites (scrivendola Janites) nelle prime righe della prefazione che l’editore George Allen gli affida nel 1894 per una nuova, preziosa edizione di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) – un testo piacevolissimo da leggere, in cui l’autore trova il perfetto connubio tra la trattazione accademica e l’espressione più viva dei propri gusti di grande ammiratore di Jane Austen e della sua creatura più brillante, Elizabeth Bennet (alla quale, nel finale, fa una vera dichiarazione).

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Alcuni decenni più tardi, nel 1924, Rudyard Kipling consacra definitivamente la felice intuizione del professore in un racconto dal titolo che è tutto un programma, The Janeites, in cui l’autore incanala l’elaborazione di un grave lutto familiare che lo ha colpito durante la Grande Guerra.
Jane Austen, infatti, diventa indirettamente protagonista di una storia di trincea in cui un gruppo di ufficiali, ammiratori della scrittrice, crea una sorta di società segreta che usa riferimenti austeniani come linguaggio in codice. Fino al colpo di scena finale…
Non ci si può dire Janeites senza aver mai letto questi due scritti – ed è per questo che la Jane Austen Society of Italy ha pensato di dare la possibilità di conoscerli anche ai Janeites italiani che non possono leggerli nell’originale inglese, mettendoli a disposizione in un ebook gratuito, con la traduzione di Giuseppe Ierolli e il progetto grafico di Petra Zari – …e, sì, anche una mia elucubrazione in forma di introduzione, che riprende in modo più strutturato i tè delle cinque precedenti a quello di oggi.

Non perdete occasione di leggere l’ebook Janeites,
scaricandolo dal collegamento qui sotto.
Buona lettura, Janeites d’Italia!


Scheda del libro

Janeites
(la prefazione a Orgoglio e Pregiudizio di G. Saintsbury + il racconto omonimo di R. Kipling)
Traduzione di Giuseppe Ierolli
Introduzione di Silvia Ogier
Progetto grafico di Petra Zari
Prima edizione: febbraio 2014
Pagine: 46
Pubblicato da Jane Austen Society of Italy (JASIT)
Scarica il libro online, gratis, in formato PDF

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☞ I tè delle cinque dedicati alla parola Janeite
Janeite, una salutare dipendenza!
Come nasce la parola Janeite (1)
Come nasce la parola Janeite (2)

Silvia Ogier

2 pensieri su “Come nasce la parola “Janeites” (3) – Disponibili in italiano i due testi che l’hanno creata: “Prefazione a Orgoglio e Pregiudizio” di G. Saintsbury,e “I Janeites” di R. Kipling

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