Una visita a casa di Zia Jane, a Chawton (2)

Ricordate? Miss Claire ed io eravamo rimaste appena affacciate sulla soglia di casa di Zia Jane. Armate del nostro biglietto, della mini-guida e di molta, moltissima emozione, ora varchiamo la soglia che separa la biglietteria (ricavata nel Granary) dal primo locale ufficialmente accessibile, il forno (The Bakehouse).
In questo momento, più che mai, sento di essere passata attraverso una porta spazio-temporale. Se poco fa, fuori, sono stata assalita dall’emozione della sorpresa, ora sono annientata dall’emozione della consapevolezza di essere proprio qui – di mettere i miei piedi dove li posava lei, di respirare l’aria che respirava lei, di esistere negli stessi ambienti in cui esisteva lei.
Potrà sembrare ridicolo ed esagerato ma davvero l’immedesimazione nel microcosmo austeniano è trascinante e immediata. Sì. Sono dentro ad un suo romanzo, no, meglio, dentro ad una delle sue vivacissime lettere, e anche dentro ai tanti memoir dei suoi familiari!
E se c’è qualche esimio ricercatore che vuole scoprire se la sindrome di Stendhal davvero esiste, mi offro come cavia da osservare qui, sul campo: sì, perché persino la mia paziente compagna di viaggio, Miss Claire, vedendomi subito un po’ trasognata ed un po’ intimorita in religioso silenzio davanti al primo cimelio, non può fare a meno di constatare “Sei completamente ammutolita” (condizione davvero innaturale per una chiacchierona come me!).
Effettivamente senza parole, mi limito ad annuire: sono troppo presa dalla contemplazione, dalla memorizzazione, e… dalla commozione.

Del resto, il primo incontro con la Jane della vita quotidiana è niente meno che questo oggetto. Ma davvero è proprio “quel” calessino? Sì sì, quello famoso, raccontato dal nipote James Edward nel Memoir of Jane Austen, trainato da un asinello, con cui dear aunt Jane era solita andare qua e là per la contea?
E questo forno… quante vivacissime chiacchierate avrà fatto con Cassandra, qui, ogni giorno, avvolta dal profumo delle vivande che vi cuocevano?…
Usciamo da questo primo piccolo edificio, passiamo davanti ad una minuscola aiuola di piante officinali.


Ed in due passi siamo in giardino

È da questo splendido angolo verdissimo e punteggiato da sfolgoranti e coloratissime piante in fiore che dobbiamo passare per arrivare all’odierna entrata alla casa. Il sole ci assiste ancora e non possiamo non approfittarne per passeggiare:

Ci avviciniamo.

Da questo punto di vista si vede l’altro lato della strada, dove il pub Cassandra’s Cup (sì, si chiama proprio così) ospita già alcuni avventori.

Ma infine, eccoci all’entrata, lì sulla destra. No, a sinistra c’è la cucina (The Kitchen): sbirciando per un istante, vediamo fasci di lavanda ed altre piante appesi ovunque a seccare – così che il profumo delle rose qui fuori e quello della lavanda, lì dentro, si mescola per la gioia delle nostre narici!
Ma, per la gioia anche delle nostre orecchie, giunge della musica dall’interno…

Il pianoforte da cui si diffondono le note che stiamo ascoltando è un Clementi del 1810, del tutto simile a quello sul quale Jane, ogni mattina prima di colazione, era solita suonare. Una delle gentili custodi ha spiegato alle tre giovani americane lì radunate che è a disposizione di chiunque desideri suonare uno dei brani contenuti negli spartiti sul leggio.

E siamo davvero fortunate: la pianista improvvisata esegue un’aria dalle Nozze di Figaro.
Ah, Mozart a casa della Zia, in un giorno di sole, col profumo delle rose e della lavanda! Che cosa potrei chiedere di più?
E così, mentre le note del farfallone amoroso ci danno un sorprendente benvenuto, ci sentiamo perfettamente ispirate per lasciare traccia della nostra visita nel libro degli ospiti:

Ed ora, siamo pronte per passare da questa stanza al cuore pulsante della vita di questa casa, la Dining Room,

la sala da pranzo/porto di mare che costituì fonte continua d’ispirazione per la sua acuta abitante. Ma.. Ah, sì! Eccolo, laggiù!

Appena lo avvisto – sì, lui, il mitico, leggendario, famoso tavolino magico accanto alla finestra – sento nettamente un tuffo al cuore. Mi credete? (sì, mi credete, siete Janeite anche voi) Fatico a trattenermi dall’emozione…

Oh, sì, ti vedo. Nell’improvviso e miracoloso silenzio della stanza deserta, ti vedo. Sei seduta proprio lì, assorta nella scrittura, nel fascio di luce della finestra, un occhio al passeggio all’esterno, uno al via vai all’interno, un orecchio teso a cogliere la conversazione domestica, un altro teso a captare il brulicare della strada, o il mitico cigolio della porta complice dei tuoi incantesimi

…e la tua penna scorre veloce come una bacchetta magica a comporre sulla carta le tue formule prodigiose. Qui, proprio su questo tavolino.
Ma può un oggetto così ordinario attirare inesorabilmente l’attenzione e suscitare l’emozione di chiunque entri?
Ecco, qualcun altro ora si avvicina e si muove esattamente come me, quasi in punta di piedi, in rispettoso silenzio (per paura di disturbarti?…), osserva dapprima il tavolino (sì, eccolo, davanti a te), poi si sposta un poco (praticamente al tuo fianco…) e guarda fuori per capire quale colpo d’occhio si goda dal tuo punto di osservazione, poi si sposta ancora (ecco, adesso è dietro di te… uh, nascondi il foglio sotto la lettera!) e si fa fotografare in questo punto come se davvero tu fossi lì, appositamente per concedere una foto con zia Jane intenta a scrivere!
Fatico a staccarmi da questa stanza – la teiera sulla grata del camino, che ho ammirato in tante foto altrui, è così invitante… (Ci facciamo un tè, zia?)

…e l’energia che tante volte ho ipotizzato di sentire è reale ed irresistibile – ma c’è ancora tanto da osservare, un intero primo piano che già brulica di ospiti e una parte di giardino che poco fa, fuori, ho notato. Per non parlare della cucina odorosa di lavanda!
Varcare la soglia di questa casa ed accedere al suo famoso, energetico soggiorno ha suscitato molte elucubrazioni.
Non so dove sia Miss Claire, ci eravamo fotografate vicendevolmente poco fa proprio nella Dining Room e poi ci siamo inconsapevolmente sparse per la casa, ognuna ad intrattenere le proprie conversazioni con le zie.
Dunque, mentre vado a cercarla, ci prendiamo un’altra pausa.
Nel prossimo tè delle cinque concluderemo questa emozionante visita e ci rilasseremo in compagnia di Cassandra…. A presto!

Le altre puntate della visita alla casa di Jane Austen a Chawton:
Una visita a casa di Zia Jane a Chawton (1)
Una visita a casa di Zia Jane a Chawton (3)
Un tè con… Cassandra Austen!
L’ombelico del mondo austeniano: Chawton

Link Utili per visitare la casa di Jane Austen
– la breve ma esauriente mappa del Jane Austen Trail
– il sito del Jane Austen Trail
– il sito della cittadina di Chawton (informazioni per i turisti)
– il sito della cittadina di Alton (informazioni per i turisti)
– il sito del Jane Austen’s House Museum di Chawton

Silvia Ogier

21 pensieri su “Una visita a casa di Zia Jane, a Chawton (2)

    1. Sylvia-66

      Mia cara Omonima Janeite, so che ti stai adoperando per fare questo viaggio; non demordere, riuscirai ad organizzarlo al meglio e, quando sarai là, sarai ripagata per tutte le piccole tribolazioni di oggi.

      Rispondi
  1. Anonymous

    Fortunatamente si possono scattare le foto… in molti musei è vitatissimo !!!! Questa opportunità, sommata al talento della fotografa, ha dato la possibilità a tutti noi di gioire davanti a questa meraviglia. Esiste dentro di me una grande voglia di partire per toccare con le mie mani il tavolino, i piatti, il calessino … tutto quello che appare nelle foto.
    A presto….
    Innassia

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Sì, le foto sono permesse, con nostra incommensurabile gioia, a patto che il flash sia disattivato. Le foto di Miss Claire, sono ancora più belle, da vera fotografa (sta preparando un post che non vedo l’ora di leggere).
      …Appena puoi, parti!

      Rispondi
  2. Anna68

    Ragazze, la sensazione di essere trasportate in un’altra epoca la si ha immediatamente e il calessino, il tavolino e gli altri piccoli oggetti appartenuti alla cara zia Jane, la fanno sentire ancora più presente. Attendo con ansia la terza parte… per verificare ancora una volta se le sensazioni sono le stesse. A presto. Anna

    Rispondi
  3. MaraB

    Leggere il tuo resoconto mi ha fatto riprendere dallo scaffale “Miss Austen Regrets”. Rivederlo mi ha ricapultata indietro, come se potessi anch’io, di nuovo, rimettere piede a Chawton!

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Ebbene sì, carissima, mentre mi aggiravo in questo luogo stupendo, confesso che di tanto in tanto, alle immagini prodotte con molta fantasia dalla mia immaginazione, si sostituivano quelle di Miss Austen Regrets! Con Jane/Olivia e Cass/Greta che sbucavano da ogni angolino…

      Rispondi
  4. tina

    grazie di questa condivisione, mi sembra di essere lì anche a me….. chissà un giorno ci andrò… nel frattempo grazie di averci condivisione quest’emozione…. l’idea di aver varcato la soglia spazio temporale è bellissima …

    Rispondi
  5. Giuseppe Ierolli

    Mi sto gustando il tuo resoconto a puntate, e ti ho anche rubato una foto (quella del pianoforte) per metterla in una nota al cap. 26 di Emma (naturalmente ho citato la fonte).

    Rispondi
  6. Sylvia-66

    Come sempre, ringrazio tutte e tutti della partecipazione a questa visita. Non posso che augurarmi che per tutti voi ci sia l’occasione per farla di persona, anche più di una volta.
    Confesso che già ne sento la mancanza: leggere i post del blog della casa-museo è una piccola tortura!

    Rispondi
  7. Alice S.

    Che meraviglia! una giornata indimenticabile accompagnata passo passo dalla cara Jane! Un pò della sua magia, che tu hai potuto ammirare da vicino, è arrivata anche a noi grazie a questo tuo sublime post! Grazie!

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Grazie, cara Alice, a te per la tua visita qui.
      Il mio augurio è che tutti coloro che ammirano Jane Austen possano avere l’occasione di andare a visitare almeno una volta questa sua dimora – che è davvero magica.

      Rispondi
  8. romina angelici

    Che emozione! altro che immagini di Chawton che stavo cercando, qui se ne respira l’aria, si passeggia nel giardino, si sbircia alla finestra e sembra di sfiorare il tavolino di Jane…
    Ci devo assolutamente andare, è il mio sogno!
    Intanto grazie.

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Carissima Romina, spero accada presto: è davvero un’esperienza unica e permette di dare una forma un po’ più concreta alle ambientazioni delle sue opere nonché alla sua stessa vita.
      (ci pensi? mettere i piedi dove li ha messi lei, rimirare il paesaggio che guardava lei, aggirarsi per le stesse stanze in cui viveva lei…)

      Rispondi

Prendi un tè con Jane Austen, partecipa alla conversazione!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.