Ruth di Elizabeth Gaskell – Gruppo di lettura: i commenti

Benvenute/i nella Veranda di Mrs Gaskell!
Questo post è dedicato al Gruppo di lettura su Ruth, di Elizabeth Gaskell. Il GdL si è concluso lo scorso 22/07/11. Nei commenti, ho raccolto alcune riflessioni emerse nel Gruppo su Anobii. Se anche tu lo stai leggendo, lo hai già letto, prevedi di leggerlo, non esitare a consultarli o, ancora meglio, a lasciare il TUO commento.

Elizabeth Gaskell è un’autrice incredibilmente semi-sconosciuta in Italia, come conferma la scarsità delle traduzioni dei suoi lavori, tra l’altro difficilmente reperibili, nonché la loro storia assai travagliata.
Credo che l’espressione “donna contro”, molto alla moda da qualche tempo, sia azzeccatissima nel suo caso. Il suo genio e la sua sensibilità hanno regalato al mondo opere strepitose come North and South e Cranford, solo per citare le più famose, e si sono spesso scontrate con la mentalità dei benpensanti vittoriani suoi contemporanei. Ma lei non ha mai mollato il colpo, nemmeno quando i suoi libri venivano messi al bando o addirittura bruciati.
Con Ruth, suo secondo romanzo, ci racconta una storia drammatica tutta al femminile che destò molto scandalo all’epoca e che, credo, non mancherà di scuotere la nostra sensibilità, anche se per motivi diametralmente opposti.
Siete pronte per lasciarvi toccare l’anima da questo romanzo che Nadia Fusini, curatrice dell’edizione italiana, definisce “commoventissimo”?…

Riporto di seguito alcune indicazioni sul Gruppo di Lettura già presenti nel post di anteprima.

Ricordo che il GdL è organizzato su Anobii: questa Veranda è a disposizione di chi, pur desiderando partecipare, non è registrato su Anobii.
Una volta finito il GdL, resterà comunque a disposizione di chi desidera scoprire questo libro o lasciare la propria testimonianza di lettura.

– Calendario:
Le prossime tappe:
tappa1: 11/06-17/06: cap. 1-12 (vol.1)
tappa 2: 18/06-24/06: cap. 7-13 (fine vol.1)
tappa 3: 25/06-01/07: cap. 14-18 (vol.2)
tappa 4: 02/07-08/07: cap. 19-24 (fine vol.2)
tappa 5: 09/07-15/07: cap. 25-30 (vol.3)
tappa 6:16/07-22/07: cap.31-36 (fine vol.3)

Questo calendario potrà essere modificato in corso d’opera qualora ci accorgessimo che riusciamo a leggerlo più velocemente, pur senza correre.

– Segnalibro:
Gentilmente ed appositamente creato da MissClaire, la Collezionista di Dettagli!
Puoi scaricarlo qui (fronte) e qui (retro)

– Ne vuoi sapere di più sull’Autrice e sul Libro?
GaskellBlog – per una meravigliosa coincidenza, questo blog sta leggendo il romanzo in questo periodo ed ha già pubblicato una serie di analisi per capitoli (solo in inglese). Vai alla pagina dedicata a Ruth.
Wikipedia – (solo inglese) Vai alla voce dedicata a Ruth e ad Elizabeth Gaskell
In italiano, MissClaire, la Collezionista di Dettagli, ha dedicato un ottimo post a Libro e Autrice.

– Vuoi leggerlo anche (o solo) in originale inglese?
Ecco dove puoi trovarlo, legale e gratuito (ed. Dodo Press, in PDF)

Ti aspetto per un tè nella veranda di Mrs Gaskell!

Elizabeth Gaskell (1810–1865)

Silvia Ogier

17 pensieri su “Ruth di Elizabeth Gaskell – Gruppo di lettura: i commenti

  1. Sylvia-66

    A beneficio di chi dovesse leggere Ruth in questi giorni, ricordo che l’introduzione di Nadia Fusini, molto bella ed approfondita, “spoilera” un poco (anzi, tantissimo!), anticipando alcuni eventi importanti della trama. Perciò, se non volete rovinarvi il disvelamento del destino di Ruth, leggete l’introduzione solo dopo aver finito il romanzo!

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  2. Sylvia-66

    Su Anobii, i pareri sono contrastanti (mi piacciono i GdL proprio perché i diversi pareri accendono riflessioni e confronti, aiutando a scoprire, magari, lati altrimenti insospettabili del libro in lettura!) ma in generale il libro sembra stia prendendo positivamente tutte le partecipanti.
    L’accento che E.Gaskell mette sull’innocenza di Ruth sembra fin troppo esagerato e certi eventi (come il salvataggio di un bambino da parte di Mr Bellingham) deboli espedienti. Ma è pur vero che proprio questa purezza così esaltata appare funzionale al dramma che le si sta appiccicando addosso, un contrasto ancora più feroce per farne risaltare la portata.
    Anche il suo isolamento totale, il suo essere completamente abbandonata a se stessa fa risaltare il dramma incombente.
    Piace molto il dettaglio sull’ambientazione nella sartoria, luogo di durissimo lavoro, quasi una schiavitù, per tante ragazze.

    E piace anche l’edizione, con un’ottima traduzione curata d anote esplicative che aiutano a capire il contesto.

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  3. Sylvia-66

    (dalla tappa 2)
    Non trovate straordinaria la coppia Thurstan e Faith Benson? Sono personaggi davvero particolari, lei molto maschile, lui molto femminile, intraprendenti ognuno a modo proprio ma entrambi molto sensibili – e non a caso diventano la famiglia di Ruth, le sue due ancore di salvezza.

    Miss Benson sembra la versione “buona” di Mrs Bellingham: entrambe donne coriacee, autoritarie, e devote all’uomo di casa (il fratello per la prima, il figlio per la seconda), ma animate da spirito ben diverso.
    Per contro, Mr Benson appare accondiscendente, mesto, ma ha un carattere comunque forte, indipendente; mentre Mr Bellingham, che sembra aver messo tutta la parte buona di se stesso nel suo amore per Ruth, non esita a rivelarsi debole e meschino appena entra in scena la madre, tanto che persino il suo amore lo infastidisce!

    Povera Ruth. Piange e si lascia annientare dal destino – eppure no, si scuote, rifiuta una meschina somma di denaro “riparatrice” lasciata da Mrs Bellingham (che pure le sarebbe stata tanto utile) ed accetta l’aiuto disinteressato offerto dai Benson. Non può essere debole una giovanissima donna che riesce a capire il proprio valore e ad affermarlo pur di fronte alla certezza di essere ormai una reietta!

    Ed è bello nel vol.2 vedere questa “strana” famiglia cominciare la propria vita quotidiana insieme…
    (uh, entra in scena un altro personaggio notevole, la “governante” Sally!)

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  4. Sylvia-66

    (dalla tappa 2)
    Confesso che quando ho letto per l’ennesima volta che la poverina piangeva, ho smesso di leggere per qualche minuto. Sì, la sua passività, il suo vittimismo danno fastidio, soprattutto a noi che siamo consapevolissime della necessità di badare a noi stesse, sempre (perché altrimenti chi lo farebbe?, non certo gli altri), e siamo anche abituate a leggere di protagoniste che prima o poi scelgono di far valere la loro dignità, di essere padrone del loro destino (di avere quella che @Gonza Bassa chiama giustamente “shirleytudine”!).
    Eppure continuo ad essere convinta che E.Gaskell abbia scelto volutamente una protagonista “così poco protagonista”, non solo perché le serve dal punto di vista letterario (a sottolineare il netto contrasto con ciò che la circonda e gli eventi che la riguardano) ma anche dal punto di vista “commerciale”, verso un pubblico di lettori vittoriani, per scuoterne le coscienze su un tema (quello della cosiddetta ragazza madre) verso il quale si preferiva voltare la testa con disprezzo.
    All’epoca fu efficace: lo dimostra il fatto che questo libro fece molto scalpore, fu bandito, bruciato… Oggi, ovviamente, no. Anzi, ci disturba, ci fa fremere, vorremmo buttare via il libro, o al contrario tuffarci dentro per andare a scuotere Ruth ben bene…

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  5. Sylvia-66

    (dalla tappa 2)
    Sono sempre più convinta che Elizabeth (ormai c’è confidenza…) abbia volutamente esagerato il suo candore, la sua ingenuità anche di fronte a ciò che per noi è palesemente impuro, per abbagliarci con il contrasto con la realtà, il suo dramma, ecc.

    Ma fondamentalmente, Ruth mi fa pensare a tutte quelle giovanissime (talvolta bambine) nei paesi poveri (e purtroppo persino nei nostri ricchissimi paesi) la cui ingenuità, anzi, la cui buona fede viene tradita e maltrattata ogni giorno.

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  6. Sylvia-66

    (dalla tappa 2)
    Ho pensato anche a quanto i casi di questo genere (seduzione di fanciulla e suo abbandono) siano stati praticamente all’ordine del giorno fino a poco tempo fa (Non per nulla ElizabethCG scrive questo romanzo)… O forse lo sono ancora, ma più nascosti ai nostri occhi, più delocalizzati (paesi poveri), come dicevo in altra occasione…

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  7. Sylvia-66

    E sul taglio di capelli, devo confessare il mio grave disagio. Io non riesco a non associarlo a certe scene viste/lette altrove, in ben altri contesti. Il taglio di capelli forzato è sempre stata una forma di mortificazione e punizione “ammissibile” per le donne considerate disobbedienti. Ho sofferto molto leggendo questo brano. Lo so, esagero, ma non ho potuto farne a meno.

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  8. Sylvia-66

    Mi piace molto lo stile di E.Gaskell, essenziale quando serve, ma capace di esprimere stati d’animo ed emozioni semplicemente descrivendo ambienti e scenari…

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  9. Sylvia-66

    L’inizio del vol.2 sembra un momento di transizione, con qualche sprazzo piacevole, offerti da Sally, e molto moralismo. Il sospetto è che Ruth sia considerata dalla sua famiglia adottiva come missione umanitaria di redenzione!
    Ma di certo fa parte del piano di Elizabeth CG per sublimare in Ruth l’espiazione di tutte le donne che la società condanna perché considerate cadute. Vedremo..

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  10. Sylvia-66

    Proseguendo nel vol.2, alcuni eventi drammatici ed eclatanti colpiscono.

    Oggi nessuno accetterebbe di far frustare il proprio figlio per punizione, ma un tempo le punizioni corporali erano una regola serenamente ammessa…

    Ma soprattuto emerge un personaggio maschile negativo.
    Non posso non esprimere la mia rabbia rassegnata nei confronti di quel campione di maschilismo e ignoranza che è Mr Bradshaw.
    Trovo che Elizabeth CG sia molto abile ed efficace nel dipingerne il ritratto semplicemente attraverso le sue parole, i suoi gesti, le sue riflessioni.
    Gretto, bigotto, presuntuoso, è un marito, padre, datore di lavoro terrificante, arido, prevaricatore, si crede perfetto nell’incarnare la carità cristiana mentre ne è addirittura all’opposto.

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  11. Sylvia-66

    Jemima mi ha toccato molto! Negli scambi con suo padre, nei suoi lunghi ed intensi silenzi davanti all’uomo che ama, nella sua improvvisa consapevolezza di averlo perso, nella sua umanissima giovanissima gelosia lacerante per la sua (ormai ex) amica più cara!…

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  12. Sylvia-66

    E per me Ruth non è più nemmeno un personaggio, trasposizione letteraria di persona che potrebbe esistere nella realtà. Mi sembra che semmai sia un pretesto intorno al quale ruota tutto: per me non è fastidioso, anzi, trovo anche qui un’abilità narrativa che non riesco a non apprezzare.

    Elizabeth CG secondo me ha fatto un grande lavoro.
    Intorno a lei, nella realtà, c’erano solo dei Mr Bradshaw (gretti e spietati paladini del riarmo morale) , Mr Bellingham (incoscienti sfruttatori dei vantaggi loro concessi dai feroci schemi sociali) e Mr Benson/Mr Farquar (uniche voci fuori dal coro ma troppo pavidi per farsi sentire) e donne che si “accodavano”, in qualche modo, per sopravvivere in un mondo profondamente anti-donna!
    Credo che questo sia l’intento di questo romanzo. Una denuncia sociale. E la sua vittima, catalizzatrice, o cartina di tornasole rivelatrice di tutto ciò, è Ruth.

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  13. Sylvia-66

    Siamo all’inizio del vol.3.

    Se c’è un peccato che io odio – che io aborro completamente – più di tutti gli altri, è la lussuria. (Mr Bradshaw)

    Ah, non posso trascrivere qui il pensiero furibondo (e l’imprecazione che ne è seguita…) che ho rivolto istintivamente a Mr Bradshaw quando ho letto questa frase.
    Lo sento come un’offesa ingiusta contro me stessa, come donna e come essere umano.
    Tanto più che qui, nel caso della donna caduta, condannata perché indegna (di che?…), intravvedo sempre la doppiezza maschile, che contribuisce a creare lo stesso genere di donna che poi condanna.
    Ma smetto subito questo commento che rischia di diventare una lamentela femminista!

    E passo ad elogiare Elizabeth CG perché ha saputo cogliere qui il punto debole della società vittoriana – che purtroppo è ancora il nostro. Due pesi e due misure, una per il ruolo dominante, un’altra per il ruolo gregario.

    E giustamente, lo smantellamento di questa morale ha due aspetti. Innanzitutto, ricordare che lo stesso Dio in nome del quale si pretende di impartire lezioni di morale è, invece, per definzione misericordioso e, di conseguenza, ben più democratico! Ruth e Mr Benson lo ricordano nelle prime pagine che seguono la rivelazione del passato di Ruth. “Voi risponderete a Dio e non agli uomini”. “Abbiamo avuto troppa paura degli uomini e troppo poca d Dio.”
    In secondo luogo, il dolore e l’emarginazione che agisce come una damnatio memoriae su tutti coloro che hanno a che fare con la “peccatrice”. L’angoscia di Ruth per la sorte di suo figlio, il suo bene più grande ne è l’espressione più forte e diretta.

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  14. Sylvia-66

    (si capisce che non sopporto Mr Bradsaw? e che ce l’ho particolarmente con lui?..)

    Chi ha letto Northanger Abbey avrà pensato al monito di Jane Austen, su quanto i genitori possono guastare i loro figli, nel vedere quanto Mr Bradshaw sia determinante nella formazione e nei destini dei suoi figli, in particolare Jemima e Richard.
    Lui, che si sente “il dovere di giudicare e correggere” come la missione che Dio in persona gli ha affidato, lui, il Signor Riarmo Morale e Perfetta Santità!
    Riesce a far nascere l’odio, sì, l’odio, in una personcina appassionatamente votata all’amore per la vita e alla coscienza del valore di sé come Jemima!
    La quale si ritrova a odiare Ruth più per la disperazione di non sapere più di chi potersi fidare, che non per la macchia del peccato “più ripugnante” che ci sia per il suo pudore femminile. E arriva a pensare che Ruth sia in suo potere e che il suo dovere sia controllarla!
    La sua bontà è intossicata dal bigottismo del padre – ma non dura a lungo, no, perché arriva addirittura a infischiarsene del dovere imposto da suo padre, si ribella, e fa ciò che sente!

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  15. Sylvia-66

    E Richard, ottimo risultato della genitorialità distorta di Mr Bradshaw, degno frutto della sua morale piccolo borghese fatta di senso comune senza un briciolo di buon senso: il primogenito ed unico erede del nome della casata nonché del bastone del comando maschile, è un trionfo di arroganza, ignoranza, vizio, insensibilità, indifferenza.
    Non mi stupisco se Jemima, il suo esatto opposto, sostenga che egli sia l’ultima persona al mondo (lui, suo fratello!) a cui chiederebbe aiuto o compassione!

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  16. Sylvia-66

    Ah, però, che raggio di luce Jemima! Illumina persino quell’altro trionfo di moralismo di Mr Farquar – almeno nella prima versione!
    Stava scivolando pericolosamente lungo la china di Mr Bradshaw ma poi, eccolo!, diventa l’uomo del destino, opportunamente e saggiamente manovrato da Jemima!

    La saggezza di Mr Farquar credo stia proprio nel sentire, più che capire, che è più saggio affidarsi a quella strepitosa ragazza, almeno nei rapporti umani…!

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  17. Sylvia-66

    Chi l’ha detto che Elizabeth CG scrive senza passione, senza romanticismo?
    Leggete pagina 563. L’epilogo dell’incontro che decide il destino di Jemima e Mr Farquar come coppia.
    (ho alterato un po’ la traduzione a mi piacimento, sull’originale inglese, scusate)

    […] Chiamatemi Walter. Dite “grazie, Walter” solo per una volta.
    Jemima si sentì arrendere alla voce e al tono con cui erano state dette queste parole; ma la coscienza della profondità del suo amore le fece aver paura di cedere e la rese ansiosa di essere corteggiata, per recuperare la propria autostima.
    «No!» disse «Non credo di potervi chiamare così. Siete troppo anziano. Non sarebbe rispettoso.»
    Intendeva fare una mezza battuta: non aveva idea che egli avrebbe preso l’allusione alla sua età in modo tanto serio.
    Egli si alzò e freddamente, per pura formalità, cambiando tono di voce, le diede il suo arrivederci.
    Il cuore di Jemima sprofondò; l’antico orgoglio era ancora lì.
    Ma quando egli fu sulla porta, un impulso improvviso la fece parlare.
    «Non vi avrò irritato, vero, Walter?»
    Egli si girò, accendendosi di un fremito di piacere.
    Era rossa come nessuna rosa potrebbe esserlo. Abbassò lo sguardo a terra.

    Non è emozionante e pieno di passione?

    Anche considerando il modo in cui il testo continua:
    Non si era ancora rialzato quando, mezz’ora più tardi, disse: […]

    Quanti sospiri riesce a suscitare in noi, in questa benedetta mezz’ora, la nostra abile Elizabeth!

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