La “madre” di tutte le biografie: la Biographical Notice di Henry Austen

northanger-abbey-and-persuasion-title-pageIl suo nome non era mai stato ufficialmente rivelato.
E per quanto si fosse data da fare per tenerlo nascosto (o, quanto meno, non dirlo esplicitamente) pubblicando le sue opere in modo anonimo, la bellezza dei suoi scritti aveva fatto correre il suo nome di voce in voce – così che, prima di pubblicare Emma, un’ampia cerchia di persone (tra cui lo stesso Principe Reggente) sapeva chi era l’autrice di Mansfield Park e dei due romanzi precedenti.  
(Per un approfondimento, vedi il post Il nome mio nessun saprà)
Ma la sua morte cambia le carte in tavola.
La pubblicazione postuma di Northanger Abbey e di Persuasion in un unico volume, nel dicembre del 1817, è curata dal fratello prediletto, nonché suo “agente”, Henry – il quale, come omaggio estremo alla sua grande sorella, raccoglie i propri ricordi e li fissa per sempre, a beneficio di tutti, nella Biographical Notice of the Author che precede i due romanzi.
E’ così che il nome di Jane Austen viene regalato al mondo ed all’eternità.
Ed è così che nasce la prima biografia di Jane Austen – che avrà ripercussioni notevoli su tutto quanto di lei sarà raccontato successivamente…


La madre di tutte le biografie, questa Nota Biografica rivelatrice e riparatoria, è molto breve, sì, persino nella sua forma ampliata ed integrata in occasione di una nuova edizione di Sense and Sensibility del 1833.
Ma è di notevole importanza non solo per l’ufficializzazione dell’identità di Jane ma anche perché apre le danze delle biografie familiari, cioè redatte dai parenti di Jane, fino a costituire anche il canovaccio dal quale partirà, decenni più tardi, il nipote James Edward Austen-Leigh per il proprio Memoir; e perché dà la tonica del modo di ritrarre Jane, fissandone per sempre i tratti caratteriali salienti.
L’incipit rivela fin da subito il nome e le opere ad esso attribuibili, con un tono pieno di rammarico per la sua perdita:

EN – The following pages are the production of a pen which has already contributed in no small degree to the entertainment of the public. And when the public, which has not been insensible to the merits of ‘Sense and Sensibility,’ ‘Pride and Prejudice,’ ‘Mansfield Park,’ and ‘Emma,’ shall be informed that the hand which guided that pen is now mouldering in the grave, perhaps a brief account of Jane Austen will be read with a kindlier sentiment than simple curiosity.
IT – Le pagine che seguono sono la produzione di una penna che ha già contribuito non poco al divertimento dei lettori. E quando i lettori, che non sono rimasti insensibili alle qualità di Sense and Sensibility, Pride and Prejudice, Mansfield Park ed Emma, apprenderanno che la mano che guidava quella penna è ora ridotta in polvere nella tomba, queste brevi notizie su Jane Austen saranno forse lette con un sentimento più benevolo della semplice curiosità.

Ma è nel paragrafo successivo che, in poche ma calibratissime parole, viene tracciato il ritratto che, da questo momento in poi, sarà per sempre il volto pubblico di Jane Austen:

a sinistra, il “ritocco” vittoriano – a destra, il vero ritratto, eseguito da Cassandra

EN – Short and easy will be the task of the mere biographer. A life of usefulness, literature, and religion, was not by any means a life of event. To those who lament their irreparable loss, it is consolatory to think that, as she never deserved disapprobation, so, in the circle of her family and friends, she never met reproof; that her wishes were not only reasonable, but gratified; and that to the little disappointments incidental to human life was never added, even for a moment, an abatement of good-will from any who knew her.
IT – Facile e breve sarà il compito del mero biografo. Una vita dedicata agli altri, alla letteratura e alla religione non è mai una vita piena di avvenimenti. Per coloro che ne lamentano la perdita irreparabile, è una consolazione pensare che lei, così come non ha mai meritato disapprovazione, allo stesso modo, nella cerchia dei suoi familiari e amici, non ha mai subito un biasimo; che i suoi desideri furono non solo ragionevoli, ma appagati, e che alle piccole e occasionali delusioni della vita umana non si è mai aggiunta, nemmeno per un istante, una diminuzione della benevolenza da parte di chiunque l’abbia conosciuta.

Le parole di Henry sono chiare: la vita di Jane sarebbe stata priva di eventi così come di disapprovazione o biasimo ma piena di utilità, letteratura, religione, ragionevolezza e benevolenza

Henry Austen (1820 ca. – Jane Austen Memorial Trust)

…una santificazione in piena regola, nonché in pieno stile vittoriano, che si rivelerà più granitica del previsto poiché ancora oggi è l’immagine comunemente diffusa, anche a dispetto delle evidenze biografiche – come le lettere scritte di pugno da Jane, che ci rivelano una donna “umanissima” con la sua brava miscela di pregi e difetti, lontana da questo santino francamente un po’ noioso.
Ho sempre pensato che questa fosse una sorta di difesa preventiva contro il rischio, molto forte all’epoca, di riprovazione nei confronti di una donna, per di più nubile, che aveva intrapreso la carriera letteraria (invece dell’unica carriera riconosciuta ed imposta alle donne, cioè quella di angelo del focolare domestico).

Eppure, come a voler smentire questo ritratto edificante e conformista, Henry rivela l’artefice dell’amore di Jane per la scrittura: il padre, il Reverendo George, che ha educato le uniche due figlie femmine quasi come i 4 figli maschi…

EN – Being not only a profound scholar, but possessing a most exquisite taste in every species of literature, it is not wonderful that his daughter Jane should, at a very early age, have become sensible to the charms of style, and enthusiastic in the cultivation of her own language.

Jane (Anne Hathaway in Becoming Jane, Eagle Pictures e BBC, 2007)

IT – Essendo non solo un profondo studioso, ma possedendo un gusto squisito per ogni tipo di opera letteraria, non ci si può meravigliare se la figlia Jane, a un’età molto precoce, fu attratta dal fascino dello stile e dall’entusiasmo nel coltivare la sua lingua madre.

Henry racconta anche del luogo nel quale Jane ha compiuto tutte le sue magie sulla carta, Chawton, ricordando che

EN – On the death of her father she removed, with her mother and sister, for a short time, to Southampton, and finally, in 1809, to the pleasant village of Chawton, in the same county. From this place she sent into the world those novels, which by many have been placed on the same shelf as the works of a D’Arblay and an Edgeworth.

La casa di Jane a Chawton, Hampshire (da jausten.it)

IT – Alla morte del padre si trasferì per breve tempo, con la madre e la sorella, a Southampton, e alla fine, nel 1809, nel ridente villaggio di Chawton, nella stessa contea. Da qui indirizzò al mondo quei romanzi che molti hanno accostato alle opere di una D’Arblay e di una Edgeworth.

(ecco Jane accostata alle scrittrici che ella stessa leggeva ed ammirava!)
Ma com’era Jane? Nel fisico, nella mente, nei modi?

EN – Of personal attractions she possessed a considerable share.
IT – Di attrattive personali ne possedeva un numero considerevole.

EN – Her features were separately good. Their assemblage produced an unrivalled expression of that cheerfulness, sensibility, and benevolence, which were her real characteristics.
IT – I tratti del volto, presi separatamente, erano belli. Messi insieme producevano un’ineguagliabile impressione di quell’allegria, sensibilità e bontà d’animo che erano le sue reali caratteristiche.

E cominciamo a figurarcela, questa donna forse non bella in modo comune ma piena di fascino, che aveva un ottimo gusto per il disegno, la musica, che adorava ballare (era un’ottima ballerina)…

da Becoming Jane, Eagle Pictures e BBC, 2007

…e leggere, anche ad alta voce, che mostrava la sua profonda arguzia in una conversazione brillante, ed era capace di ispirare ed ottenere l’amicizia di chiunque l’avvicinasse.

E’ in questa biografia minima che troviamo per la prima volta un estratto dalle lettere che Jane amava tanto scrivere. Si tratta di un brano che Henry modifica leggermente rispetto all’originale (una lettera del 16 dicembre 1816 al nipote James-Edward) ed oggi divenuto famosissimo per la capacità mirabile di Jane di cristallizzare la propria abilità di scrittrice:

EN – ‘What should I do, my dearest E. with your manly, vigorous sketches, so full of life and spirit? How could I possibly join them on to a little bit of ivory, two inches wide, on which I work with a brush so fine as to produce little effect after much labour?’

Il tavolino sul quale Jane scriveva, a Chawton

IT – “Che cosa me ne farei, mio carissimo E., dei tuoi abbozzi virili e ardenti, pieni di vita e di spirito? Come potrei abbinarli al pezzettino di avorio, largo due pollici, sul quale lavoro con un pennello talmente fine che produce un effetto minimo dopo tanta fatica?”

La versione del 1833, ritenuta da molti una semplice riscrittura di quella originale del 1818, in realtà ci regala ulteriori particolari. Tra tutti, ne scelgo uno significativo, per chiudere questo post. E’ sul suo modo di costruire i personaggi e le vicende, traendoli dall’acuta osservazione del mondo intorno a sé:

EN – The secret is Miss Austen was a thorough mistress in the knowledge of human character.
IT – Il segreto è che Miss Austen aveva una padronanza assoluta nella conoscenza dell’animo umano.

– Questa Biographical Notice (Nota Biografica) del 1818 scritta da Henry Austen su Jane Austen non è mai stata tradotta da alcuna casa editrice italiana. Ma è disponibile in originale con traduzione italiana a fronte sul sito JAusten.it, a cura di Giuseppe Ierolli (e per fortuna ci ha pensato lui!), dove trovate anche tutti gli altri Memoir (consiglio di consultare di tanto in tanto la pagina principale dedicata a questi testi).
– In originale, consiglio vivamente la raccolta delle biografie familiari nell’edizione Oxford University Press, che vedete qui a lato, curatissima e piena di dettagli appassionanti.

La prossima settimana ci ritroviamo per un tè, due pasticcini e altre chiacchiere sul famoso Memoir of Jane Austen scritto dal nipote di Jane, James Edward Austen-Leigh nel 1869, che prende le mosse da questa nota biografica – ma non solo. Sì, perché dietro queste biografie “maschili” c’è una fonte femminile. Ma di questo parleremo a tempo debito.
Preparate nuovamente le tazze, dunque, io vado a preparare il bollitore… A presto!

Silvia Ogier

10 pensieri su “La “madre” di tutte le biografie: la Biographical Notice di Henry Austen

  1. Mari@

    I tuoi post mi fanno fare sempre un viaggio nel tempo… il tempo di Jane e di quelle atmosfere inglesi piene di fascino antico. Grazie per questo resoconto interessantissimo che mi ha tenuta incollata allo schermo. Un forte abbraccio :o)

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  2. Eufemia

    Grazie Silvia, ho aperto su blogspot un ennesimo blog, ma non so nemmeno io dove andare a parare 😉 diciamo che ho intenzione di fare una piccola biblioteca con i vari libri della Austen, nulla di nuovo, ma per me almeno è una sorta di “ordine” mio personale, per non perdere i colpi. Sono un vero disastro a tenere in mente titoli e quant’altro, grazie e complimenti per i magnifici blog . Sappi che sono una tua fan

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  3. Miss Claire

    My Dearest,

    pensa quanto dobbiamo a James Edward per averci rivelato l’identità della Zia!
    I suoi romanzi anonimi sarebbero lo stesso passati alla storia? E se fossero stati consegnati ai posteri con uno pseudonimo maschile avrebbero goduto dello stesso successo? (Ammesso che i suoi scritti fossero ritenuti, coscientemente, possibili creazioni di una mente maschile!)
    E noi, sue fidate vestali, che diffondiamo le sue preziose lezioni di vita di madre in figlia, da amica ad amica, come saremmo oggi?
    Se la cara Cassandra ci ha privato di molte cose che avremmo voluto sapere di Jane, ringraziamo l’affetto di James per aver consegnato il suo nome, unito al suo genio, a noi e all’eternità!

    Ogni tuo approfondimento è una pagina di ricchezza infinita!
    Grazie cara! :*
    Tua Claire

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  4. Anonymous

    Complimenti per il bel post; hai messo bene in luce i pregi e i difetti di questo primo “memoir” familiare. Ho letto il proprio mentre sto traducendo (in parallelo con “Mansfield Park”) la seconda stesura dello scritto di Henry Austen. Qui trovi la bozza, della quale non ho ancora inserito il link nel sito perché la traduzione non è completa:
    http://www.jausten.it/jarcnotice1833.html
    Una piccola precisazione: la “Biographical Notice” era già stata tradotta in italiano, nel volume delle “Lettere” pubblicato da Theoria, ormai purtroppo fuori catalogo.
    Giuseppe Ierolli

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  5. Sylvia-66

    Grazie a @tutte per i commenti!
    Sono (siamo…) evidentemente affascinata dall’aspetto più privato di Jane – so bene che questo non le piacerebbe affatto – ma non per sapere se e con chi ha avuto storie d’amore rimaste segrete, no, è proprio per la sua vita quotidiana, di donna e di scrittrice.
    E sì, @MissClaire, per quanto poco possa essere, questo piccolo patrimonio di biografie familiari ha il grande merito di aver reso giustizia a Jane svelando chi c’è dietro quei capolavori.

    Ed un grazie particolare a @Giuseppe, non solo per aver commentato in modo così lusinghiero ma anche, e soprattutto, per l’importante integrazione.

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  6. Gabriella

    Mia carissima Silvia,
    come al solito un post interessantissimo per un argomento di riflessione fondamentale. Cito @Miss Claire: Pensa quanto dobbiamo a Henry per averci rivelato l’identità della Zia!

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  7. romina angelici

    Oh sì un immenso grazie sia a Te Sylvia sia a Giuseppe Ierolli per aver consentito anche a una “monoglotta” come me di accostarmi a testi che nessuna casa editrice si è data la briga di tradurre e pubblicare e mi riferisco ai memoir familiari senz’altro ma anche alle opere minori, all’elenco completo delle lettere, tutti gli scritti Juvenilia che solo in minima parte avevo trovato editi da Theoria.Grazie, grazie! E comunque sì, anche se patinato, moraleggiante e attento a non dare nell’occhio il ritratto di Jane da parte del fratello lascia pur sempre intravedere qualcosa di Lei o del mondo che le ruotava intorno.

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    1. Sylvia-66

      Sì, cara Romina, anch’io penso sempre che, nonostante i difetti, questi Memoir sono tutto ciò che abbiamo della sua vita perciò li tengo molto cari!
      (insieme alle lettere sopravvissute alla “selezione” di Cassandra)

      Mi fa piacere sapere che il lavoro di Giuseppe è così apprezzato: il suo intento è proprio condividere e rendere disponibile ciò che al momento non è tradotto a beneficio di tutti i “non poliglotti”.

      Rispondi

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