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Un sole che illumina, riscalda e non si spegne mai. Buon compleanno a Orgoglio e Pregiudizio

 

In me c’è un’ostinazione che non sopporterà mai di essere intimorita dalla volontà degli altri. Il mio coraggio cresce sempre, a ogni tentativo di intimidirmi.
[There is a stubbornness about me that never can bear to be frightened at the will of others. My courage always rises with every attempt to intimidate me.]
– Elizabeth Bennet a Mr. Darcy, cap. 31 –

Perché amo Jane Austen? Una delle tante risposte possibili è questa citazione.
Racchiude tutto il carattere non solo di questa brillante eroina anticonformista, ma anche dell’Eroina Austeniana come archetipo narrativo e sociale, nonché dell’intera opera della sua Creatrice, nonché della personalità della Creatrice stessa.
Ed è una delle mie tre citazioni austeniane preferite, il mantra austeniano che non smetto di ripetermi da quando avevo vent’anni e feci la conoscenza di Miss Bennet e, grazie a lei, di Miss Austen.

Buon Compleanno a Orgoglio e Pregiudizio,
un sole che illumina, riscalda e non si spegne mai

Qual è la vostra citazione preferita? Scrivetelo nei commenti, se volete.


Tutti i tè delle cinque dedicati al darling child di Jane Austen: Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio)

Un ritratto di Jane Austen nascosto sulle nuove banconote da cinque sterline

Ovvero: un artista Janeite e la Bank of England.

Sì, questo potrebbe essere il sottotitolo giusto per questo post di metà dicembre 2016.
Ogni ammiratore di Jane Austen sa che, per la legge dei grandi numeri (nel caso dei Janeite, si tratta di numeri da capogiro, tanto è folta la loro schiera in tutto il mondo), e soprattutto per la famosa legge austeniana She’s everywhere, ella è ovunque,  prima o poi capiterà di incontrare un proprio simile quando e dove meno se lo aspetta.
Ebbene, le notizie di questi giorni provenienti dalla patria di Jane Austen raccontano di uno stimatissimo ed impareggiabile artista dell’incisione e della miniatura che ha lasciato la propria firma  su alcune banconote in un modo più che ingegnoso, da vero artista e cogliendo tutti di sorpresa. E rendendo omaggio a Jane Austen.
Graham Short, infatti, ha nascosto un minuscolo ritratto di Jane Austen su quattro nuove banconote da cinque sterline, quelle con Sir Winston Churchill, anticipando con uno straordinario, appassionante colpo di scena (ed un imprevisto “regalo” di Natale) il debutto della grande autrice sulle banconote da 10 che saranno in circolazione a partire dal prossimo mese di gennaio. Ma non finisce qui… Le quattro banconote sono state disperse, in gran segreto, ai quattro angoli del Regno e sono, forse, già passate attraverso le mani di ignari possessori!

In questa piccola grande storia fatta di arte che sgorga dalle abili mani di un grande artigiano, di amore per la lettura & letteratura, e di convinzione che l’arte sia un bene di tutti, anche quando appare su una vile, utilitaristica banconota,  ci sono gli ingredienti per un racconto che la stessa diretta interessata, Jane Austen, non avrebbe esitato a raccontare con dovizia di dettagli, battute argute e dosi massicce di autoironia. Magari in una delle sue divertenti lettere alla sorella Cassandra…

Oggi vi invito a prendere un tè alla Banca d’Inghilterra, provando a raccontarvi con le mie ben più umili ma sentitissime parole questa vicenda che ingentilisce e impreziosisce quattro semplici banconote. Nel nome di Jane Austen.

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Jane Austen, l’immortale. Un’intervista su L’Indro.it

Questo è un tè delle cinque in trasferta, offerto lo scorso 12 marzo sulle pagine culturali della testata giornalistica L’Indro.it, dove Ilaria Piovan mi ha gentilmente invitata a fare due chiacchiere sull’eterna modernità di Jane Austen e sul perché le donne e gli uomini di oggi siano sempre più conquistati dall’arte narrativa di questa geniale scrittrice inglese.
Buona lettura!

Vai all’articolo:
Jane Austen, l’immortale

di Ilaria Piovan – L’Indro.it

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L’ultima dimora di Jane Austen: College Street a Winchester

Mi spiace interrompere il piacevole, gioioso giretto di Chawton, tanto più che vi avevo promesso di completare la lunga ed emozionante visita alla casa-museo e di concederci un tè ristoratore. Torneremo presto al calore del cottage di Chawton, ve lo assicuro. Ma oggi non posso esimermi dal farvi fare una piccola deviazione imposta dalla ricorrenza odierna

Winchester, Jane Austen

Nel recente viaggio in Inghilterra non abbiamo mancato di visitare l’ultima tappa della vita terrena di Jane Austen. Il giorno dopo aver visitato Chawton, il luogo della sua rinascita, infatti, siamo salite su un autobus poco affollato a Alton per attraversare i pochi chilometri della verdissima campagna inglese fino a Winchester, il luogo della sua morte.

Jane vi fu portata il 24 maggio del 1817, quando la malattia di cui soffriva ormai da mesi in modo sempre più acuto fece decidere la famiglia a tentare tutto il possibile avvicinandola all’ospedale della città perché fosse curata meglio.
Che le condizioni di Jane fossero ormai gravi lo testimoniano alcuni particolari: nel mese di marzo dovette sospendere la redazione di Sanditon; poco dopo, il 13 aprile, risulta confinata a letto; ed il 27 di quello stesso mese fa testamento.
Le sorelle Austen, dunque, arrivarono a Winchester, in una casa in College Street, al n. 8, procurata dalle amiche di famiglia, Elizabeth e Alethea Bigg, che vivevano in città.
Ed è davanti a questo edificio che andiamo oggi.

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Ventisette come gli anni di Jane Austen quando disse no

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Olivia Williams (Jane Austen), in Miss Austen Regrets (Io, Jane Austen) BBC, 2008

Credo fermamente nelle coincidenze significative (anche quando il loro significato mi sfugge)…
Ed è di una di queste coincidenze sfuggenti ma evidenti che vorrei parlarvi oggi. No, niente di accademico o minimamente sensato. Semplicemente, si tratta di una delle mie ricorrenti elucubrazioni sulla coincidenza che ho notato.

Mi ci ha fatto ripensare la cara amica di blogosfera Silvia di Vorrei essere un personaggio austeniano quando, qualche giorno fa, ha compiuto gli anni (ancora auguri, cara Omonima Janeite!). Giustamente, ha ricordato una curiosa cabala austeniana legata ai suoi 27 anni. Cercando su internet, tanto per togliermi lo scrupolo, ho scoperto che… non c’è nulla da scoprire, insomma, forse è una coincidenza significativa solo per me.
I ventisette anni di età ricorrono spesso nei romanzi di Jane Austen.
Silvia, nel suo post, ha ricordato tutti i casi. Ed io ho ripreso a chiedermi, per l’ennesima volta, per quale ragione Jane si sia trovata così di frequente a stigmatizzare questa età nei suoi romanzi…
Ricapitoliamo.

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