Archivi categoria: Recensioni

La vita e l’epoca di Jane Austen attraverso i ritratti della National Portrait Gallery

National Portrait Gallery, Companion - Jane Austen

Tra i tanti omaggi fioriti sul Bicentenario dei bicentenari austeniani nel 2017, c’è un libro piccolo e prezioso nel quale mi sono imbattuta durante un soggiorno autunnale a Londra. La National Portrait Gallery (NPG) è senza dubbio una tappa obbligata per chiunque desideri conoscere da vicino i protagonisti della storia d’Inghilterra, e in particolare per qualunque Janeite degno di tale titolo onorifico poiché è lì, nella sala 18, che è custodito l’unico ritratto autentico esistente di Jane Austen: si tratta dell’acquerello (incompiuto, come si conviene ad una campionessa di riservatezza come Jane…) eseguito dalla sorella Cassandra intorno al 1810 su un foglio grande quanto una cartolina, e che la NPG espone in una bacheca circondata da grandi importanti dipinti (ad esempio, Mary Wollstonecraft, Byron, Shelley, Constable, Sir Walter Scott).
Lo scorso novembre mi sono presa un po’ di tempo per visitare nuovamente le sale del museo e curiosare con attenzione tra i libri e gli oggetti del negozio. Ed è stato lì che mi sono ritrovata tra le mani il libro Jane Austen and her world di Josephine Ross, edito dalla National Portrait Gallery in occasione del bicentenario della morte della grande autrice – un gioiellino che oggi desidero raccomandare a chi vorrà prendere questo tè delle cinque con me, e che ci porterà nella vita di Miss Austen attraverso i ritratti presenti nella Gallery.

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Tra Jane Austen e Regency romance, la honourable escape di Georgette Heyer

Troppe etichette (frettolose, banali, sbagliate…) soffocano la reale percezione di Georgette Heyer. Di volta in volta, viene definita madre del romanzo sentimentale storico, con particolare abilità e predilezione per l’epoca della Reggenza; ma anche scrittrice di rosa storico, se non addirittura “rosa” e basta; e, naturalmente, erede e/o imitatrice di Jane Austen, spacciata per surrogato raccomandato nei casi di crisi di astinenza dai sei romanzi austeniani. Per quanto molto scarso e variabile, c’è un pizzico di verità in tutte queste etichette, che però sono fuorvianti se considerate nella loro interezza.
Di questa strepitosa narratrice, la migliore definizione è stata data da A. S. Byatt (studiosa di letteratura inglese e autrice di un romanzo sulla letteratura, famosissimo, Possessione): the honourable escape (la fuga rispettabile), che sottolinea l’elevata qualità di esponente della letteratura d’evasione.

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Uno degli ultimi incontri del ‪Jane Austen Book Club in Biblioteca Salaborsa è stato dedicato a Georgette Heyer e al suo Il dandy della Reggenza, il romanzo con cui l’autrice fonda il genere del Regency Romance, il romanzo sentimentale storico ambientato all’epoca della Reggenza. Nel post che ho scritto per jasit.it, ho raccolto l’introduzione che ho fatto in quell’incontro arricchendolo di tanti consigli utili per approfondire quel “Regency World” in cui Geoergette si sentiva praticamente a casa – e la cui sapiente riproduzione permette a noi, lettrici e lettori di oggi, di conoscere meglio, divertendoci, usi e costumi del periodo storico che associamo, inevitabilmente, a Jane Austen.

Georgette Heyer e Jane Austen attraverso Il Dandy della Reggenza 


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Le ombre di Chawton devono essere profanate a tal punto? – Le indagini di Jane Austen, vol. 8

Stephanie Barron, L'eredità di sua signoriaLe mie esperienze di lettura dei romanzi di Stephanie Barron della serie Le indagini di Jane Austen. Ottava (e ultima) puntata: Jane e l’eredità di Sua Signoria.
Per il giudizio generale su questo tipo di lettura e le note sull’autrice Stephanie Barron, rimando alla puntata dedicata a La disgrazia di Lady Scargrave, vol.1.
Per le puntate precedenti: Il Mistero del Reverendo, vol.2Il Segreto del Medaglione, vol.3Lo spirito del Male vol.4L’Arcano di Penfolds Hall vol.5Il prigioniero di Wool House vol.6I fantasmi di Netley vol. 7.


Siamo finalmente a casa!, ho pensato quando ho aperto questo libro, ansiosa di cancellare le angoscianti ultime battute del romanzo precedente. Del resto, mi sono detta, siamo a Chawton, la casa “più casa” che Jane abbia mai avuto dopo l’amata canonica di Steventon in cui passò i primi 25 anni della sua vita. Ne ero sicura: arrivando al cottage del destino letterario della mia beniamina, fucina instancabile dei sei romanzi canonici, ero certa che anche questa Jane fittizia (ma molto verosimile) vi avrebbe trovato il conforto di cui aveva bisogno e che la sua nuova indagine sarebbe stata tutta concentrata sull’eredità del Furfante Gentiluomo e su un qualche strascico della guerra di spie sullo sfondo della guerre napoleoniche… Insoma, sulla quiete imperturbabile e benefica di Chawton e del suo cottage non avevo alcun dubbio.
Ma mi sbagliavo. Stephanie Barron, ancora una volta, mi ha colta di sorpresa, in modo avvincente, coraggioso, credibile, ammirevole. Ecco perché.

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Lady Susan finalmente sullo schermo con Love & Friendship di Whit Stillman

 

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Per definire il personaggio di Lady Susan, protagonista dell’omonimo romanzo epistolare scritto da una giovane Jane Austen nel 1794-95 (e revisionato nel 1805), talvolta viene usata l’espressione dark lady, evidenziandone l’eccezionale statura di feroce arrivista, pronta a calpestare qualunque sentimento e qualunque persona (persino la propria figlia) pur di perseguire i propri obiettivi. Del resto, essere l’unica protagonista “cattiva” del microcosmo austeniano, nonché dell’unico romanzo epistolare, la rende già unica per natura.
Tuttavia, il suo spietato egoismo, per quanto ancora lontano dai raffinati e complessi ritratti delle altre eroine, è reso da Jane Austen così brillante e divertente da suscitare lo stesso entusiasmo.
Ricordo più di una conversazione con una vecchia amica di questa sala da tè, Valeria, in cui ci si stupiva, più che lamentarci, della mancanza di un adattamento cinematografico di questa opera. Una tale figura, un tale intreccio, non potevano non essere interessanti per un cineasta.

Finalmente, all’inizio del 2014 il regista americano Whit Stillman ha annunciato di voler dare forma alla propria ammirazione per questo romanzo epistolare e, nel corso del 2015, ha girato e prodotto il film Love & Friendship, uscito lo scorso 13 maggio negli Stati Uniti e il 27 maggio nel Regno Unito.
Perché Stillman ha cambiato il titolo scegliendo quello di un’opera giovanile dell’autrice?
Soprattutto, è riuscito a cogliere le tante, sottili sfumature di ironia che caratterizzano questo romanzo epistolare?
E qual è il suo rapporto con Jane Austen?
Lo scopriamo insieme a Petra Zari e Mara Barbuni di JASIT. Ma prima: la questione del cambio di titolo.
[In fondo al post, anche alcuni link utili per (ri)leggere il romanzo in italiano o in originale.]

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I romanzi di Jane Austen in 12 parole e immagini nei geniali Cozy Classics

Cozy Classics - Pride and Prejudice   Cozy Classics - Emma

I librovori sono la dimostrazione vivente che leggere crea una sana indipendenza e, per loro natura, non resistono all’impulso naturale di contagiare tutti con il vizio virtuosissimo della lettura. È praticamente una missione scritta nel loro codice genetico, e più giovani sono i soggetti da contagiare, meglio è perché i piccoli lettori si coltivano con amore e gran divertimento fin dalla culla con dosi massicce di libri.
Oggi desidero offrire un tè leggero, dolce e colorato come solo i frutti freschi possino garantire, in compagnia di personaggi minuscoli e teneri, nel senso letterale del termine – ma sempre grandi, grandissimi nel senso letterario.
L’occasione è fornita dalle versioni dei romanzi austeniani create da due geniali fratelli che hanno iniziato a raccontare storie fin da quando erano bambini e che, una volta adulti, hanno dato vita ad una collana editoriale, Cozy Classics (presso la casa editrice statunitense Simply Read Books – nomen omen! – specializzata in libri illustrati per bambini) per pubblicare le loro personalissime versioni dei classici. Cominciando proprio da Jane Austen.

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